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40<br />

parte prima<br />

esperienza del ricovero a seguito di un TSO (trattamento sanitario<br />

obbligatorio) è il caso di Alfredo e Fabio, ricoverati rispettivamente a Pisa e a<br />

Frascati.<br />

Quando sono stato in ospedale mi hanno ricoverato per la prima volta in TSO, cioè<br />

ho avuto un ricovero forzato ed è stata un’esperienza tragica (...) Sono stato legato<br />

per tre giorni a un letto e lì insomma è stata dura, cioè. Sono stato per tre giorni<br />

legato ad un letto e come se il tempo in quel momento lì si fosse fermato per me. E<br />

poi mi hanno somministrato dei farmaci anche lì nuovissimi come il Largactil e altri<br />

e poi ancora prendevo anche il Serenase però poi me l’hanno tolto quando sono<br />

tornato a Torino. All’inizio anche lì sembrava che non reagissi bene ai farmaci,<br />

sembrava che non lì assorbissi. Sembrava che continuassi con il delirio e tutto. E<br />

allora cioè si son risolti con questo farmaco qui che pian piano riusciva gradualmente<br />

a smorzarmi, smontarmi, farmi ritornare con i piedi per terra. Sono stato lì<br />

praticamente 15 giorni di cui la prima settimana devo dire, questo lo devo dire visto<br />

che c’è una registrazione, in cui non mi han no dato nemmeno la possibilità di<br />

lavarmi. Cioè cosa che neanche qui nei mani co mi che ne so in Russia quando c’era<br />

l’Unione Sovietica ti facevano. (...) All’inizio stavo col pigiama di carta che era<br />

diventato cioè come la carta igienica dopo che viene usa ta: puz zavo come una capra!<br />

E praticamente ad un certo punto cioè mi han dato la possibilità di lavarmi, ho<br />

iniziato a lavarmi, poi tutti i giorni così, mi hanno anche ta gliato i capelli, poi così<br />

di colpo mi hanno dato anche la possibilità di tagliarmi i ca pel li, mi han dato la<br />

possibilità di lavarmi, mi davano tutto ciò che era mio, non lo so per ché, forse, ho<br />

sempre avuto questa sensazione qui, non solo da parte dei miei ge nitori, così, ma, o<br />

forse è un concetto solo mio, ancora tutt’ora sbaglio a vederla così, qua si come se a<br />

volte le circostanza tendessero un po’ a punire chi è malato psichi ca mente come a<br />

dire: «devi imparare da quello che è sbagliato...» (Alfredo, Intervista libera).<br />

Fabio viene ricoverato a Frascati a seguito di una crisi sopraggiunta a<br />

Fiumicino mentre era in attesa di partire alla volta dell’Africa, dove collaborava<br />

alle attività di una missione.<br />

Mi trovavo a disagio perché vedevo questi malati molto gravi, molto gravi. Cioè, io<br />

essendo una persona che non aveva mai avuto nessun tipo di condizione come<br />

questa, con questi malati molto gravi, addirittura ero spaventato! Poi ogni giorni<br />

venivo questo si chiama era il dottor [nome omesso] - non me lo posso mai<br />

dimenticare questa persona - tutti i giorni mi chiamava e mi chiedeva: «Fabio vuoi<br />

andare ancora in Africa?». Se io dicevo di sì era una iniezione... Io so solo che mi<br />

facevano una iniezione e poi non... non so... dormivo per non so quanto tempo. E<br />

queste cose che mi facevano, mi hanno indebolito a tal punto, che non riuscivo<br />

neppure a farmi la barba... Allora, dopo un certo periodo, non so se era il<br />

responsabile della clinica... diciamo, chiamiamola di questa struttura... E ho capito<br />

che quel giorno lì io dovevo dire che... “Guardate... No, no io non ho più intenzione<br />

di fare questo... di fare quello”, mi ero fatto la barba prima, mi ero messo un po’ in<br />

ordine... e a quel punto lì hanno telefonato... ho scoperto che mia sorella mi telefonava<br />

tutti i giorni... e hanno fatto un accorgimento, che hanno fatto venire mio padre... e così<br />

sono stato liberato, diciamo, da questo carcere... (Fabio Intervista guidata).

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