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66 La sorella di Edoardo, tuttavia, non esprime la propria opinione in modo chiaro.<br />

67 Cfr. l’osservazione sulle caratteristiche del campione presente al punto a).<br />

68 Cfr. l’osservazione sulle caratteristiche del campione presente al punto a).<br />

69 Se si considera anche la sorella di 1, allora è presente anche questa figura con un ruolo diverso. L’intervista<br />

appare, infatti, animata da spirito polemico ed è altresì presente una carica emotiva tesa a proteggere i genitori<br />

dal carico del fratello.<br />

70 L’intervista 1 viene considerata un’intervista alla famiglia, giacché insieme al padre erano altresì presenti la<br />

madre e la sorella del paziente.<br />

71 Cfr. l’osservazione sulle caratteristiche del campione presente al punto a).<br />

72 Cfr. l’osservazione sulle caratteristiche del campione presente al punto a).<br />

73 All’interno di questo gruppo, tuttavia, una minoranza di familiari insiste sulla necessità di proteggere il proprio<br />

congiunto da lavori poveri di contenuto, e sottolinea altresì la necessità che il lavoro proposto al paziente<br />

sia congruente con i suoi bisogni, le sue inclinazioni, aspirazioni e competenze.<br />

74 Cfr. Cardano, 2004, p. 10.<br />

note<br />

75 Cfr. Cardano, 2004, p. 15. Il Prof. Cardano sottolinea, tuttavia, come questa opinione sia prevalente fra i<br />

pazienti che non hanno lo status d’invalido civile, mentre i familiari che rientrano nei tipi da me individuati sono<br />

in maggioranza parenti di persone certificate.<br />

76 Occorre tuttavia considerare la numerosità del campione dei triestini, assai inferiore a quello dei torinesi (6/19).<br />

77 La distinzione proposta nel testo ricalca quella adottata da Donati (1996).<br />

78 I risultati presentati qui si legano e integrano lo studio curato da Roberto Vendrame su dieci fra le maggiori<br />

cooperative sociali di tipo B dell’area piemontese, cui si rimanda.<br />

79 Si tratta – come già detto - di nomi di fantasia, impiegati per tutelare l’anonimato dei nostri interlocutori.<br />

80 Sulle strategie di fronteggiamento di questa difficoltà, sul processo di elaborazione di una strategia imprenditoriale<br />

sottoposta a questo specifico vincolo vedi il paragrafo 4.1.2.<br />

81 Come si dirà più oltre (vedi par. 4.1.2) la flessibilità è lo strumento principe con cui le cooperative sociali<br />

fronteggiano le criticità dell’inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati. In una situazione quale quella<br />

descritta nel testo questa risorsa viene diminuita nella sua efficacia.<br />

82 Il caso ricostruito riguarda un paziente psichiatrico con un livello di scolarità pari o prossimo al diploma di<br />

media superiore che smise di lavorare per la cooperativa poiché riteneva il lavoro di pulizia in una scuola largamente<br />

al di sotto di ciò che riteneva fossero le sue capacità: “rivendicava un lavoro meno umile, senza però essere<br />

in grado di mantenere un lavoro meno umile” (Presidente cooperativa Uno).<br />

83 Nella cooperativa Tre sono stati intervistati il Presidente, la responsabile di squadra e due colleghi di lavoro:<br />

una lavoratrice normodotata e un lavoratore svantaggiato.<br />

84 Al riguardo leggiamo in Il profitto dell’empowerment. Formazione e sviluppo organizzativo nelle imprese<br />

non profit: «Per le cooperative sociali si è conclusa la fase che ha permesso l’avvio e il primo sviluppo di questa<br />

esperienza, quella dell’incentivazione da parte degli enti locali che hanno favorito la nascita di nuovi servizi e la<br />

riorganizzazione di servizi pubblici esistenti, con la creazione di un mercato protetto e poco competitivo che ha<br />

agito da incubatrice per queste organizzazioni. Le cooperative sociali sono oggi più solide economicamente e<br />

più professionalizzate, ma meno protette e a volte reciprocamente in competizione; gestiscono i servizi di un<br />

ente non più “amico” ma autentico “committente” e attento tanto, e forse più, alla dimensione economica che<br />

a quella sociale nell’affidamento esterno delle proprie attività.» (Converso e Piccardo 2003: 4). L’indagine curata<br />

da Vendrame su dieci fra le maggiori cooperative sociali di tipo B del Piemonte (Frassati, Luci nella città,<br />

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