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30 La presenza di un familiare con severi disturbi psichiatrici o di comportamento è intesa qui non già come<br />
documento di una condizione di “familiarità” (nel senso di malattia che colpisce nella medesima forma i membri<br />
di una famiglia), ma come fattore responsabile di relazioni familiari disturbate e disturbanti.<br />
31Non si può tuttavia escludere la possibilità che i risultati ottenuti discendano, almeno in parte, dalla maggior<br />
propensione delle donne – se non in generale, almeno di quelle interpellate – a condividere nel contesto di un’intervista<br />
le proprie esperienze di vita.<br />
32 È questa la lettura dell’opera di Cervantes proposta in un recente spettacolo teatrale di Erri de Luca:<br />
“Chisciotte e gli invincibili”.<br />
33 Tutti i pazienti sono identificati con nomi di fantasia per tutelarne l’anonimato.<br />
34 Nel testo mi riferisco alla teoria dell’attaccamento elaborata da John Bowlby alla quale mi sono avvicinato<br />
attraverso la lettura del volume curato da Fabio Veglia, Narrazione e cura in psicoterapia cognitiva, Torino,<br />
Bollati Boringhieri, 1999.<br />
35 Ciò dà conto anche della maggior consistenza fra le donne di persone che sono, o sono state, legate da una<br />
relazione coniugale.<br />
36 Si segnala un solo caso di rifiuto radicale delle prescrizioni farmacologiche da parte di un disoccupato.<br />
37 In specifico la traiettoria è stata ripartita in quattro tappe: formazione; fase luminare fra formazione e prima<br />
occupazione; prima occupazione; fase luminare fra la prima occupazione e la seconda occupazione; seconda<br />
occupazione e successive. In seguito, in base ai risultati emersi dalle analisi, la distinzione è stata ridotta all’opposizione<br />
lavoro versus formazione o fasi liminari.<br />
38 L’età dell’esordio della patologia psichiatrica risultà più precoce tra coloro che hanno avuto i primi sintomi<br />
della patologia psichiatrica durante la formazione o in una fase liminare che precede la prima occupazione, così<br />
come tra coloro che, al momento dell’indagine erano disoccupati. L’età mediana dell’esordio è pari a 20 per coloro<br />
che hanno avuto l’esordio della patologia psichiatrica durante il periodo di formazione e 26 per coloro che<br />
hanno avuto l’esordio mentre erano occupati. L’età mediana dell’esordio è minore tra i soggetti che, al momento<br />
dell’intervista, erano disoccupati (20) rispetto a quella osservata tra gli occupati (25).<br />
39 Sulla lettura delle difficoltà di conciliazione fra lavoro e disturbo psichico con la categoria morale di “pigrizia”<br />
si veda Contini, Lalli e Merini (1991: cap. 6).<br />
40 La storia professionale di Giacomo è illustrata con maggiori dettagli al par. 2.5.5.<br />
41 Mi riferisco alle copperative sociali di tipo B .<br />
note<br />
42 Delle due disposizioni, la prima sembra più facilmente accettata dai pazienti psichiatrici; la seconda un po’<br />
meno.Tra i pazienti occupati in una cooperativa sociale di tipo B, più d’uno lamenta ora la lentezza, ora l’inefficienza<br />
dei colleghi di lavoro disagiati.<br />
43 La tassonomia classifica 46 casi su 50. I quattro casi non classificati mostrano un profilo che rende difficile la<br />
loro collocazione in tutte le categorie delineate.<br />
44 L’età riporatta nel testo si riferisce – si è detto - al periodo nel quale furono condotte le interviste.<br />
45 Ciò, almeno in parte, è dipeso dalle modalità di conduzione, molto cauta, dell’intervista.<br />
46 Altrettanto severa è la diagnosi di Cesare,la cui esperienza è ascrivibile a quella di Vito, Marco, Antonio,<br />
Greta e Viola.<br />
47 Rocco si rifiuterà di condurre una seconda intervista.<br />
48 Analoga è la situazione di Alfredo, impiegato in una pubblica amministrazione.<br />
49 I casi riconducibili a questa fattispecie sono quelli di Caterina, Noemi, Antonia, Ada, Fosca, Lucia,<br />
Margherita, Marcello, Aldo e Lorenzo.<br />
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