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i diari dei co-intervistatori<br />

Ma, tra quelli che non lavoravano c’era come l’impressione di sentirsi inutili,<br />

inadeguati. Per esempio in qualcuno c’era il desiderio di farsi una ragazza,<br />

per fare un esempio, ma “senza il lavoro” - dicevano - “come faccio ad avere<br />

una ragazza se non posso portarla a mangiare una pizza?” C’era una sorta di<br />

amarezza, dovuta alla consapevolezza di fare una vita grama che raddoppiava il<br />

disagio psichico. C’era il disagio e in più quest’altro stigma, chiamiamolo così,<br />

del non lavoro. Quelli che hanno un lavoro li sentivo più attivi, più loquaci, più<br />

desiderosi di parlare anche delle esperienze lavorative. Qualcuno ha fatto<br />

importanti esperienze lavorative e testimoniava anche di una creatività, tra virgolette,<br />

abbastanza importante. Negli altri, invece, in quelli che non lavoravano,<br />

c’era una sorta di svilimento, che peggiorava questa situazione di disagio<br />

psichico, perché tagliava fuori tutti i legami sociali, i rapporti con le donne,<br />

con gli amici, con..<br />

Quella che ti faccio ora è una domanda forse un po’ inopportuna, ma - secondo te -<br />

in base all’esperienza che hai avuto con questa ricerca e anche sulla base della tua esperienza<br />

di vita, a contatto con altre persone che hanno avuto problemi di disturbi psichici,<br />

pensi che ci siano delle differenze forti che separano quelli che riescono ad avere<br />

un lavoro e quelli che non ci riescono?<br />

Ma ci sono, secondo me, malattie mentali che rendono veramente, non dico<br />

inabili al lavoro, ma che rendono veramente difficile poter espletare un lavoro.<br />

Mentre ci sono altre forme di disagio psichico dove il lavoro è una specie<br />

di carburante, che stimola le potenzialità che ci sono già nella persona. E io ne<br />

ho conosciute anche di queste persone. C’è un’immagine, forse un po’ scontata,<br />

che la persona con il disagio psichico sia una persona più sensibile, più creativa,<br />

eccetera. Se ci sono forme di patologia gravi, che ottundono le capacità<br />

mentali, lavorative, ci sono poi tante forme, ad esempio le forme bipolari, dove<br />

a periodi di stasi - e questo viene fuori anche dalle interviste - si alternano<br />

periodi magari di esuberanza, di eccesso, di cose spropositate, però molto creative<br />

e questa gente dà molto anche in termini di rapporti interpersonali.<br />

Mentre altre prognosi, altre persone, altre forme di patologia si chiudono al<br />

rapporto umano interpersonale, altri lo cercano invece, lo desiderano.. non so<br />

se riesco a spiegarmi..<br />

Ti sei spiegato benuissimo... Ti chiederei solo un supplemento su un aspetto collegato<br />

alla malattia mentale: i farmaci, cioè se in questo gioco, nella possibilità di accrescere<br />

o diminuire la capacità di partecipare attivamente ad un’ esperienza lavorativa,<br />

pensi che i farmaci giochino un qualche ruolo...<br />

Secondo me giocano un ruolo decisivo, però anche per la mia esperienza<br />

personale, nel senso che io ho dovuto usare certi farmaci che mi davano un<br />

effetto contrario a quello ricercato, che anziché calmarmi mi eccitavano.<br />

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