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ospedale come impiegato, ma sono i tempi di Tangentopoli e non viene riconosciuto<br />

il posto e quindi deve tornare «a lavare i pavimenti». Dal 1996 è se -<br />

guito dai servizi psichiatrici di zona che l’hanno aiutato a superare i momenti<br />

di crisi. Al Centro diurno ha visto molti iniziare un lavoro e poi lasciarlo, perché,<br />

a parte la gravità della patologia, subentra la sfiducia e gli viene proposta<br />

una borsa lavoro in una ditta con mansioni di archiviazione - soprattutto dei<br />

curricula. Ma nella ditta c’è un clima pessimo, perché è stata messa in Cassa<br />

in tegrazione e in questo caso se una ditta entra in Cassa integrazione cessa<br />

l’ob bligo di assunzione di invalidi.<br />

Il signor Matteo dimostra una buona conoscenza del mondo del lavoro, ma nello<br />

stesso tempo non nutre speranza nel suo futuro lavorativo. D’altra parte della sua<br />

vita affettiva ha detto niente, da cui si evince una persona molto riservata. Ma stiamo<br />

nel settore lavoro: se avesse fatto una visita di inabilità al lavoro quando venne<br />

licenziato avrebbe potuto usufruire di una pensione, ma a quel tempo né il Servizio<br />

di salute mentale, né nessuna persona da lui conosciuta glielo fecero presente. Ciò<br />

denota la scarsa informazione dei i servizi sociali hanno spesso delle dinamiche del<br />

lavoro.<br />

L’esperienza ventennale del signor Matteo nel mondo del lavoro ha fatto<br />

maturare in lui che la strada migliore è quella dei «lavori guidati» che danno<br />

una parvenza di regolarità e nello stesso tempo permettono una certa autonomia<br />

ai soggetti svantaggiati.<br />

6.7. Iinvece del diario: l’intervista a Paolo<br />

Paolo ha partecipato attivamente alla realizzazione delle interviste, non ha<br />

però avuto modo di scrivere il diario di questa esperienza. Al diario si è deciso<br />

di sostituire un colloquio che viene riportato di seguito 113 .<br />

Paolo, volevo fare un po’ il punto con te su questa tua esperienza di co-intervistatore.<br />

Tu hai fatto cinque interviste, di cui almeno tre - mi pare - sono state interviste ri -<br />

petute, cioè che tu hai poi rifatto con..<br />

con Marco.<br />

i diari dei co-intervistatori<br />

Marco. E come lavoravi con il tuo partner? Come vi siete organizzati?<br />

Eravamo abbastanza complementari, almeno così mi sembra. Certo che, da<br />

parte mia, c’era un ascolto più legato alla mia esperienza personale e quindi più<br />

coinvolgente, forse meno oggettivizzante, e infatti attraverso queste interviste<br />

ho rivissuto alcune cose della mia esperienza personale, In tutti, in tutte le persone<br />

intervistate, ho trovato una voglia di venir fuori dal disagio psichico.<br />

Anche il fatto, che queste persone siano state supportate, non solo da uno<br />

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