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6.3. Il diario di Mauro<br />

. Intervista a Marcello<br />

i diari dei co-intervistatori<br />

Ore 11 ci accoglie la madre di Marcello, anziana signora che ben presto ci ri -<br />

ve la la sua sensibilità riguardo i ragazzi disagiati che puntano verso uno sbocco<br />

lavorativo. Intanto che aspettiamo di incontrare il sig. Marcello, ci offre un caffè.<br />

Presto vediamo Marcello, una persona che mi pare aver già visto. Penso che<br />

nel mio vissuto del disagio psichiatrico ho avuto modo di conoscere molte persone.<br />

Marcello ci accoglie in modo naturale e dimostra di trovarsi a suo agio, non<br />

intimidito dalla nostra presenza. Capendo la direzione del nostro intento, parte<br />

parlando di un suo primo lavoro come barista alle dipendenze dello zio, che si<br />

risolverà con dei litigi e quindi all’allontanamento da questa occupazione.<br />

Penso che a me, idealmente, sarebbe sempre piaciuto fare il barista.<br />

In seguito ci segnala in suo esaurimento che a quanto ho capito è la causa<br />

del suo disagio, che gli rivela dubbi verso la sua capacità lavorativa pari a un<br />

giorno completo lavorativo (8 ore). Orientato a un lavoro part-time si barcamena<br />

tra assistenti sociali e ASL. Pur a volte con poche speranze, continua a<br />

far presente la sua intenzione di lavorare intanto, anche perché da quanto ho<br />

ca pito supportati dalla sola pensione della madre, ottiene con suo sollievo un<br />

so stegno economico dell’ASL. Partecipa a un corso, un po’ per sfuggire alla<br />

so litudine, un po’ come ultima carta, un corso del CEP.<br />

A questo punto mi viene alla mente dove l’avevo visto. Anch’io feci parte di quel progetto<br />

che prevedeva un tirocinio iniziale nel mio caso con un compenso pari a 6.000<br />

Lire/ora con un impegno part-time presso una fabbrica di Cascine Vica con il profilo<br />

di fresatore, che si rifaceva alle mie specializzazioni scolastiche-lavorative. Una<br />

partenza lavorativa entusiasmante, facendo riferimento alla volontà e alla voglia di<br />

fare qualcosa di normale (anzi specializzato) nell’intento di ottenere una certa indipendenza.<br />

Mi impegnavo ma malgrado tutto, la concentrazione fosse... o risentisse del<br />

mio disagio mentale. I colleghi si dimostravano tolleranti, il responsabile forse per<br />

coprire un buco dalla legge 68 era ben propenso a un futuro contratto a tempo indeterminato.<br />

Ben presto l’affiancamento con un operaio capace che si dimostrò<br />

umano, sfumò. Le mie capacità di autonomia, mi tiravano a un impegno che giudicai<br />

al di sopra delle mie capacità attuali; la prospettiva di diventare indipendente<br />

anche a livello di abitazione procurò in me un senso di distruzione, il quale mi guidò<br />

all’abbandono lavorativo. e abitativo.<br />

Torniamo ad oggi: sento che Marcello ha superato un tirocinio pari a 4 mesi<br />

e neanche ripagati. Fa pulizie in un capannone, pulisce “tutto quello che c’è da<br />

pulire”. Ora è soddisfatto e lo dimostra con la scioltezza con cui racconta di sé,<br />

anche se ammette che non è tutto rose e fiori.<br />

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