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i diari dei co-intervistatori<br />

attacchi di panico, soltanto nel novembre ‘93, quando la ragazza frequentava<br />

l’Università. La volta scorsa Ilaria ci aveva già detto che quell’anno era stato<br />

carico di eventi stressanti: un lutto familiare, la fine di una relazione sen timen -<br />

tale, la perdita di un animale domestico e, come ha aggiunto ora, il ma trimonio<br />

della sorella. Ilaria ha paragonato il manifestarsi del suo disagio all’esplosione<br />

di una pentola a pressione. Dopo essersi rivolta alle amiche, Ilaria ha<br />

provato ad assumere un farmaco ansiolitico che ha trovato in casa, di cui la<br />

mamma e la nonna facevano uso per curare l’insonnia, e ha ottenuto scarsi<br />

risultati. Quindi, d’accordo con i genitori, si è rivolta al medico di base ed è ap -<br />

prodata al Centro di Salute Mentale di zona (CSM). Qui le sono stati prescritti<br />

dei farmaci che le davano degli effetti collaterali all’inizio un po’ pesanti (ad<br />

es. per dita dell’equilibrio, sonnolenza, aumento di peso). Ilaria ci ha fatto os -<br />

ser va re che, allora, alcuni psicofarmaci anche costosi erano a totale carico del<br />

pa zien te. Fin dall’inizio Ilaria ha stabilito un buon rapporto con la psichiatra<br />

che si è presa cura di lei e ha cercato di mantenere l’alleanza terapeutica<br />

seguen dola nei suoi spostamenti di sede, da via Montevideo a Settimo T.se e<br />

infine in Corso unione Sovietica, 220. Ilaria è abbastanza soddisfatta delle<br />

prime cure, e anche delle cure attuali, ricevute al CSM, benché riconosca che<br />

ci sono dei limiti da superare (le strutture fatiscenti, la chiusura dell’ambulatorio<br />

il sabato e la domenica, la difficoltà da parte degli psichiatri a prendere in<br />

carico pazienti con patologie lievi ma comunque difficili da gestire da parte del<br />

soggetto). Ilaria non partecipa alle attività del centro diurno perché impegnata<br />

nel lavoro; nel tempo libero frequenta una palestra e due volte alla settimana<br />

incontra sua sorella. Èfidanzata; i suoi rapporti con le persone della famiglia<br />

e con il fidanzato sono buoni. Ilaria, che vive ancora con i genitori, riconosce<br />

che qualche difficoltà di convivenza deriva dal fatto che i genitori sono<br />

anziani. Ella afferma che, quando il suo disagio psichico era più grave, non si<br />

sentiva libera nei rapporti sentimentali, ma condizionata dalla sua debolezza<br />

che la induceva a chiedere aiuto e a vivere una relazione di dipendenza.<br />

Attualmente, come in passato, Ilaria discute con la psichiatra del tema del<br />

la voro, delle mansioni che svolge, del suo rapporto con i colleghi. Nel suo<br />

primo impiego, in cui svolgeva attività di recruitment per conto di un’azienda,<br />

Ilaria ha provato molte paure: temeva infatti di essere mandata in trasferta, di<br />

dover dare passaggi in auto ai colleghi perché non si sentiva sicura nella guida,<br />

di avere crisi d’ansia e di rivelare perciò la sua patologia; insomma, come ci ha<br />

detto, ha sperimentato “un’angoscia totale”. Nonostante ciò la sua vita lavorativa<br />

è andata avanti; in particolare, in questo primo lavoro un fattore facilitante<br />

è stata l’assunzione del suo ragazzo di allora fra il personale della stessa a -<br />

zienda. I rapporti di Ilaria con i colleghi sono stati e sono tuttora super ficiali:<br />

el la cerca di mantenere le distanze per non dover rivelare la sua espe rien za di<br />

di sagio. Circa un anno fa, grazie ad un amico, Ilaria ha saputo che una dit ta<br />

cercava personale; si è presentata ed è stata assunta con contratto inte rinale.<br />

Ora fa parte di un ufficio informazioni per i clienti interni (agenti di vendi-<br />

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