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parte seconda<br />

genitori sono immigrati in Piemonte prima del matrimonio, che è av venuto a<br />

Torino. Suo padre era operaio; la madre ha svolto diversi lavori.<br />

Chiara ha, oltre alla sorella, di cui ci aveva parlato la volta scorsa, anche due<br />

fratelli, uno dei quali vive in Sardegna con uno zio. Chiara è l’unica figlia che<br />

a bita ancora con la madre. Chiara non ci ha raccontato la sua infanzia, ma ci<br />

ha rivelato un aspetto della sua personalità che l’ha fatta sentire diversa e an -<br />

co ra oggi aggrava la sua solitudine: si tratta della sua inclinazione e preferenza<br />

per le persone del suo stesso sesso, inclinazione di cui si è resa conto negli ulti -<br />

mi anni delle scuole elementari.<br />

Per quanto riguarda il disagio psichico, Chiara ci aveva parlato, la volta<br />

scorsa, di un ricovero in clinica psichiatrica a diciotto anni; questa volta, in -<br />

vece, ha iniziato la storia della sua malattia dal periodo immediatamente prima<br />

a dopo la morte del padre, con cui aveva un rapporto un po’ difficile ma a cui<br />

era molto legata. Il padre sapeva da un anno di avere un tumore, ma non ne ha<br />

mai parlato alla famiglia, che lo ha saputo la sera prima che egli si sottoponesse<br />

ad un intervento chirurgico. Qualche mese prima che il padre si aggravasse,<br />

Chiara ha iniziato a sentirsi depressa, perché non aveva amicizie e da quattro<br />

o cinque anni era disoccupata; tuttavia il suo malessere è esploso quando, con<br />

la morte del padre, è morta una parte di lei. Chiara si è chiusa in sé stessa, ha<br />

iniziato a cercare compensazione nel cibo e nel bere, finché non si è decisa a<br />

chiedere aiuto personalmente agli operatori del CSM di zona, che aveva già<br />

preso in cura da qualche anno sua sorella. Proprio per quest’ultimo fatto, sem -<br />

brava che Chiara non potesse essere curata da loro, ma poi la cosa si è risolta<br />

po sitivamente. Due operatrici del servizio psichiatrico hanno cercato di curarla<br />

a casa con i farmaci, poi però è stato necessario il ricovero in una struttura.<br />

Le pri me medicine che Chiara ha assunto le causavano un effetto di abbattimento<br />

e di ulteriore depressione, unito ad un’azione calmante. Poi è stata<br />

cambiata la cura, che continua tuttora con le iniezioni quindicinali. Chiara non<br />

rimprovera nul la agli operatori che si sono presi cura di lei. La seguono una<br />

psichiatra e una psicologa, con colloqui settimanali. Con la psichiatra, ella<br />

parla del l’an da mento delle cure farmacologiche e della sua attività lavorativa,<br />

per circa dieci minuti. Alla psicologa ella racconta dettagliatamente la sua vita<br />

per circa tre quar ti d’ora. A volte, Chiara ha ricevuto spiegazioni esaurienti sui<br />

farmaci che as sumeva; talvolta invece il farmaco le è stato somministrato senza<br />

fornirle nes suna spiegazione. Il suo giudizio sulle persone che operano nel<br />

CSM è po sitivo. Riguardo al servizio che le viene fornito, Chiara desidererebbe,<br />

in par ti colare dall’assistente sociale, una maggiore attenzione per l’inserimento<br />

lavo ra tivo e per la difficile situazione economica sua e della madre, che<br />

le sembra ricevano meno aiuto rispetto ad altre famiglie della stessa zona.<br />

Chiara pensa di parlare di questi problemi all’assistente sociale e di chiederle<br />

un aumento del sussidio. Da quando è morto il padre, Chiara si occupa della<br />

gestione eco no mi ca per sé e per sua madre (ad esempio del pagamento delle<br />

bollette) ed è preoc cupata per le sue condizioni economiche; ella desiderereb-

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