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i diari dei co-intervistatori<br />
zio tutto suo oppure rimanere a un livello professionale più alto, che comporterebbe<br />
un diverso trattamento eco nomico e pensionistico. Il suo orario di<br />
lavoro è dal lunedì al sabato, dalle 8 alle 13. Greta si alza presto al mattino e,<br />
quando torna a casa, si prende un po’ di tempo di relax, dormendo o leggendo<br />
un libro.<br />
Rispetto all’ultima volta in cui c’eravamo incontrate, c’è una novità: fre -<br />
quen tando una scuola di ballo e attraverso una cliente del supermercato il cui<br />
figlio è amico del suo, Greta ha conosciuto due gruppi di persone (o due “com -<br />
pagnie”) a cui si aggrega, rispettivamente per andare a ballare (e sono per sone<br />
più anziane di lei) e per delle uscite in varie località del Piemonte (e in que sto<br />
ca so esce con persone più giovani). Con questi amici, Greta trascorre le serate<br />
e/o le giornate del week-end.<br />
Quando le abbiamo chiesto che cosa pensa della malattia mentale, Greta ha<br />
fat to distinzione tra depressione e malattia mentale vera e propria, com pren -<br />
dente - a suo giudizio - patologie più gravi quali la schizofrenia. Per Greta la<br />
ma lattia mentale è già scritta nel codice genetico di un individuo. Pensando al<br />
suo caso specifico, Greta ritiene che, oltre ai farmaci o in sostituzione di essi,<br />
de sidererebbe avere una relazione sentimentale soddisfacente e una maggiore<br />
vi cinanza ai genitori, che invece sono rimasti in Sicilia. Per lei le persone che<br />
non hanno mai avuto bisogno dell’aiuto di uno psichiatra provano paura, tal -<br />
vol ta pena nei confronti di coloro che sono affetti da malattia mentale. A volte<br />
in vece sono menefreghiste, perché quel malessere non li tocca personalmente.<br />
Esse ritengono, ad esempio, che la depressione si possa risolvere con un po’<br />
di buona volontà, mentre invece tale patologia priva il malato di gran parte<br />
del la sua energia psichica. Soltanto ora, secondo Greta, questo tipo di pa to lo -<br />
gia inizia ad essere riconosciuto e tenuto in considerazione.<br />
La volta scorsa ero entrata in casa di Greta con un po’ di agitazione, dovuta a problemi<br />
relativi al mio disagio psichico. Avevo poi subito l’umiliazione di sentirmi<br />
ridere in faccia, quando Greta aveva avuto conferma del mio essere utente di un<br />
CSM. Perciò sono tornata a casa sua ancora impaurita, infatti sono stata timida nel<br />
rivolgerle le domande. Ho avuto però la lieta sorpresa di trovare Greta in condizioni<br />
migliori rispetto alla volta scorsa, per il fatto che ha iniziato a uscire con le sue<br />
nuove compagnie, e forse ha fatto dei passi avanti nell’elaborare il trauma dell’abbandono<br />
del tetto coniugale - preceduto da un deterioramento dei rapporti da parte<br />
del marito. Infatti ci ha parlato di lui con una certa calma; non c’era più in lei l’ostilità<br />
espressa nell’incontro precedente. Ho percepito in Greta una certa forza, che<br />
l’aiuta ad andare avanti con coraggio - una forza che prima Greta era stata obbligata<br />
a dimostrare, con la famiglia d’origine e poi con la sua, ma che ora è espressione<br />
del suo desiderio di vivere e di lottare riemerso in lei grazie alle cure psicologiche e<br />
psichiatriche. Ho sentito che per lei è fondamentale l’apporto del CSM, che ella giudica<br />
uno dei migliori della città di Torino, molto valido anche per le attività che si<br />
svolgono al centro diurno. A questo CSM facevo riferimento anch’io e come lei sono<br />
soddisfatta del lavoro che gli operatori svolgono per me e con me, e sono loro riconoscente.<br />
La loro opera, infatti, è molto importante per aiutare ogni paziente ad<br />
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