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i diari dei co-intervistatori<br />

vane. Ha detto di sentirsi poco capita dai genitori, e di non approvare la loro<br />

mentalità arretrata legata ad una determinata epoca di vita in Sicilia (dove<br />

adesso, invece, anche le donne hanno una maggiore libertà e indipendenza).<br />

Ci ha parlato delle sue due sorelle, dicendo che è più legata alla maggiore;<br />

la sorella più giovane non abita a Torino, ma ha trovato lavoro in un centro<br />

della Liguria dove vive. Ester ha cercato di risolvere i problemi di disagio psi -<br />

chico (emersi durante il primo anno di vita coniugale) dapprima chiedendo<br />

aiu to ai genitori, che non sempre erano disponibili ad aiutarla ma cercavano<br />

piut tosto di far leva sulle responsabilità del marito di Ester, poi si è rivolta alla<br />

so rella maggiore, che l’ha indirizzata verso cure psichiatriche. Anche una dot -<br />

toressa del servizio di medicina di base si è accorta della sua depressione e ha<br />

cercato di aiutarla.<br />

Da tre anni, Ester è seguita da una psichiatra della A.S.L. di appartenenza.<br />

Ha interrotto i colloqui con la psicologa perché non riusciva a tenere un ritmo<br />

regolare di incontri; ha però dei colloqui anche con un’infermiera dell’ambulatorio<br />

stesso. Frequenta un paio di attività al Centro diurno (sar to ria e gruppo<br />

di comunicazione non verbale) e altre attività le ha smesse (ad es. il gruppo-teatro)<br />

perché non si trovava bene con i pazienti che le fre quentavano.<br />

Grazie al suo impegno al centro diurno, Ester riesce a rilassarsi e a sentirsi in<br />

pace con gli altri. A volte, invece, ella si sente in conflitto con tut ti.<br />

Ultimamente ha spesso propositi suicidi 101 , perciò ha paura di restare sola,<br />

quando i suoi sono via, anche perché in casa ci sono delle armi, di pro prietà del<br />

padre. Ester ha fatto le pratiche per il riconoscimento dell’invalidità (parziale),<br />

e l’ha ottenuto, ma afferma che la sua condizione di invalida è dovuta alla malvagità<br />

di chi l’ha fatta soffrire. Suo padre le ripete spesso che è “una persona<br />

inutile”, ma Ester trascorre il suo tempo in modo abbastanza attivo, specialmente<br />

quando i suoi sono fuori Torino, occupandosi delle faccende domestiche,<br />

frequentando il Centro di Salute Mentale, andando a trovare la zia e occupandosi<br />

del nipotino di lei, oppure stando con la sorella maggiore e i suoi due<br />

figli, o - ancora - uscendo con un’amica che, come lei, è separata dal ma rito.<br />

Ci ha detto che ogni giorno ella decide qual è l’oc cu pazione a cui de di carsi<br />

prioritariamente, e in base a ciò pianifica la sua gior na ta. A volte, pe rò -<br />

ammette - si aggira in casa come una prigioniera.<br />

Le sue esperienze di lavoro dopo la licenza media sono state varie, tra esse<br />

c’è anche un periodo trascorso come operaia alla catena di montaggio della<br />

F.I.A.T. Nel 2000 è stata assunta a tempo determinato in un ospedale, nel ser -<br />

vi zio dispensa, ma, paradossalmente, ha dovuto licenziarsi perché, se il lavoro<br />

su perava i tre mesi, ella avrebbe perso il punteggio raggiunto all’ufficio di col -<br />

locamento. Quel lavoro, inoltre, era diventato difficile per lei a causa del -<br />

l’incomprensione dei colleghi e del suo stato di salute.<br />

Secondo lei, le persone che svolgono il loro servizio al CSM sono operatori<br />

validi. Il problema emergente è che non sempre sono disponibili e, quando<br />

Ester li chiama, chi risponde al telefono le dice di riprovare dopo una settima-<br />

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