You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
Dalia mi è sembrata restia a parlare delle difficoltà incontrate con alcuni<br />
me dici del primo ospedale. Dalle sue parole risulta chiaramente che ci sono<br />
alcuni medici attenti e disponibili, altri meno; che nel primo ospedale, almeno<br />
fino a qualche anno fa, era usato un metodo severo, perché i pazienti restavano<br />
segregati nel reparto psichiatrico senza poter uscire; inoltre i medici erano<br />
più validi nella teoria che nel contatto con la persona malata.<br />
Nel secondo ospedale, invece, gli infermieri fanno un monitoraggio dei<br />
pazienti, e redigono un diario che ne registra azioni ed emozioni giornaliere.<br />
Questo fatto mi ha piacevolmente sorpreso: a me questa attenzione è mancata du -<br />
rante il ricovero ospedaliero, e se dovessi essere ancora ospedalizzata vorrei che ci<br />
fos se.Per quanto riguarda il mio ruolo di collaboratore o esperto nativo, mi rendo<br />
conto di essere stata un po’ timida nell’intervenire e nel porgere le domande, perché<br />
era la mia prima esperienza di intervista e poi perché cercavo di essere attenta al<br />
bimbo di Dalia, in quanto mi era chiaro che per un bambino può essere traumatico<br />
non soltanto vedere il genitore che sta male, ma anche sentirlo raccontare ad estra -<br />
nei la sua malattia. Per fortuna la mamma del bimbo ha anche detto quanto è forte<br />
per lei l’affetto per il figlio, e spero che ciò lo abbia rassicurato. In questa prima espe -<br />
rien za, la ricercatrice sociale Danila è stata molto gentile con me e conto sulla no -<br />
stra collaborazione.<br />
Seconda intervista: 19 luglio 2003<br />
i diari dei co-intervistatori<br />
Per la ricercatrice sociale e per me, il 14/7 si è concluso il secondo giro di<br />
interviste ai pazienti psichiatrici sul rapporto tra disagio psichico e lavoro, e la<br />
persona che abbiamo incontrato per ultima è la stessa con cui avevamo iniziato<br />
il primo giro di interviste a metà febbraio, la signora Dalia. Ella, che allora<br />
era di soccupata, ora sta frequentando un corso regionale di formazione sugli<br />
ele men ti base dell’informatica, che si svolge all’ENAIP ed è rivolto a persone<br />
di ses so femminile appartenenti alle liste speciali di collocamento.<br />
Abbiamo realizzato questa intervista in due tappe: la prima sera (il 10/7)<br />
Dalia aveva poco tempo a disposizione, perché l’attendevano in un’agenzia<br />
interinale per un colloquio di lavoro 99 , quindi, dopo aver effettuato parte dell’intervista,<br />
siamo ritornate da lei il 14/7. Per tranquillizzare il bambino di<br />
Dalia, che la volta scorsa era stato piuttosto irrequieto, la ricercatrice sociale<br />
gli ha portato in regalo uno yo-yo. Questa volta, però, il bambino non è quasi<br />
mai stato presente durante l’intervista, perché il primo giorno era ancora alla<br />
scuola materna, e durante il nostro secondo incontro giocava e guardava la<br />
televisione insieme ad un amico di famiglia nella stanza accanto.<br />
Dalia, aiutata dalle nostre domande, ci ha fornito molte informazioni sulla<br />
sua storia di vita, sull’emergere del disagio psichico, sul suo iter lavorativo. Ella<br />
è rimasta orfana di padre a nove mesi e ha vissuto l’infanzia e l’adolescenza con<br />
la mamma, la nonna e la zia. Ha avuto difficoltà di socializzazione nelle scuole<br />
me die e nelle superiori. Si sentiva infatti inferiore ai compagni di scuola per<br />
171