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5.19. Gli insuccessi più brucianti
parte prima
L’illustrazione dei casi di insuccesso è sviluppata corredando l’esposizione
del caso con le ragioni che - presumibilmente - hanno condotto a un fal li men -
to espresso dal ritrarsi del candidato al momento dell’avvio o dal l’abbandono
del posto di lavoro poco dopo l’inserimento.
L’insieme delle ragioni addotte - sulle quali merita soffermarsi - possono es -
sere raccolte in cinque rubriche. La prima mette a tema caratteristiche del pa -
zien te quali la debolezza della motivazione (ASL 5) o la presenza di un profilo
dia gnostico difficile quale la doppia diagnosi (ASL 1-Nord). La seconda ru bri -
ca, contigua alla prima, riguarda lo squilibrio tra aspirazioni lavorative e op -
portu nità offerte (ASL 1-Nord e 5). In questo caso il problema riguarda, con
il paziente, anche gli operatori che hanno scommesso - in questo caso per den -
do la scommessa - sull’adattamento alla realtà delle aspirazioni del paziente. La
terza rubrica chiama in causa il contesto lavorativo, o meglio il contesto sociale
en tro il quale il paziente viene inserito: qui la presenza di un forte pregiudizio
nei confronti del paziente, appesantito dai gravami di una congiuntura eco no -
mica critica ha generato un clima di ostilità nei confronti del paziente che - è
il caso narrato - si è visto costretto a licenziarsi (ASL 2). Alla quarta rubrica fa
ca po un match, un abbinamento inadeguato tra mansione proposta e com pe -
tenze professionali, nel caso in specie inadeguate e tali da indurre un carico ec -
ces sivo di fatica mentale (ASL 4). Alla quinta classe fa capo l’inadeguatezza del
so stegno familiare, nello specifico in boicottaggio dei familiari del paziente
ver so l’impegno lavorativo che questi aveva assunto (ASL 1-Nord).
Quest’ultimo caso induce una seria riconsiderazione sull’opportunità di
coin volgere i familiari dei pazienti candidati a un inserimento lavorativo.
5.20. Le politiche di conciliazione tra lavoro e disagio psichico
Quest’ultimo aspetto riguarda la gestione delle difficoltà di conciliazione tra
lavoro e disagio psichico che riguardano i pazienti che giungono al DSM già
occupati, coloro che trovano un’occupazione stabile dopo la presa in carico,
ma anche i soggetti, non in carico ai DSM che vivono questo specifico
problema di conciliazione, talvolta anche in un registro preclinico.
Il tema è giudicato rilevante da tutte le persone interpellate anche se
l’impegno su questo terreno risulta ancora modesto. In specifico dichiarano
che il problema viene affrontato all’interno dei colloqui clinici i referenti
dell’ASL 4 e 5.