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i contesti di cura e riabilitazione<br />
demandati agli operatori ai quali fa abitualmente riferimento, al tutor e, in<br />
alcuni casi all’équipe curante. Con l’azienda i rapporti vengono nuovamente<br />
demandati al tutor. Tra gli elementi critici viene segnalata la necessità di evi -<br />
tare l’assunzione del ruolo, per così dire, di diaframma all’interno dei rapporti<br />
tra lavoratore e azienda, un ruolo nel quale il tutor sostituisce l’azienda nella ge -<br />
stio ne dei rap porti di lavoro con il disabile introducendo pesanti elementi di stig -<br />
ma tiz za zio ne:<br />
(...) infatti, il rischio lì è di, di mettersi in mezzo, no. Di accettarla questa funzione,<br />
quindi il rischio è quella, che l’operatore accetti una funzione di filtro che, che non<br />
deve accettare, perché, nella misura in cui accetta, conferma lo stigma, no? Magari<br />
in buona fede... (ASL 2).<br />
Un’analoga attenzione viene manifestata dal referente dell’ASL 5 che sug -<br />
gerisce una presenza degli operatori in azienda quanto più possibile inco spi -<br />
cua. Merita qui di ricordare quanto detto più sopra a proposito del l’op portu -<br />
ni tà di mettere in guardia l’aziende degli eventuali sintomi o segni di di sa gio<br />
che può mostrare il paziente, procedura che ha più implicazioni negative che<br />
po sitive. A proposito dell’inserimento e delle fasi immediatamente suc ces sive,<br />
il referente dell’ASL 2 suggerisce la promozione di gruppi di auto-muto-aiu to<br />
tra pari.<br />
5.17. I rapporti con l’azienda e con il lavoratore ad inserimento concluso<br />
L’atteggiamento da assumere a inserimento concluso vede contrapposte due<br />
filosofie, quella della minimizzazione degli interventi sostenuta con forza dal<br />
referente dell’ASL 5 e quella del monitoraggio continuo espresso dal referente<br />
dell’ASL 3.<br />
5.18. Gli inserimenti di maggior successo<br />
Ciascuno dei referenti interpellati indica almeno un paio di casi di successo.<br />
In assenza di informazioni dettagliate su ciascun caso, è opportuno e sa mi -<br />
nare quelle che - in modo implicito o esplicito - vengono definite come le ra -<br />
gio ni che hanno reso l’inserimento illustrato come un inserimento di par ti co -<br />
la re successo. Un primo criterio è costituito dalla gravità del profilo dia gno -<br />
stico (ASL 5) e, ancora sul piano sanitario, l’impatto salutogenico del lavoro,<br />
la capacità - vera o presunta - di indurre una remissione dei sintomi (ASL 1-<br />
Nord). Un altro criterio degno di nota attiene all’accuratezza nell’articolazione<br />
delle tappe che hanno condotto all’inserimento, muovendo dalla riabilitazione<br />
a bitativa e relazionale, per passare attraverso la formazione e il tirocinio, con -<br />
clusi con l’inserimento in azienda.<br />
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