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(...) il tentativo talvolta sui pazienti molto più giovani - parliamo di 18-25 anni - è<br />

di tentare di fare senza. Per quelli che pensiamo abbiano l’opportunità di recupero<br />

totale. Ovviamente se c’è la richiesta della persona che dice: “Sono andato da...e mi<br />

hanno consigliato di fare l’invalidità. Mi fa il certificato?”. “Certo.” “Glielo faccio.”.<br />

Quando la persona va al Centro per l’impiego dice: “Ah, ma so che ci sono dei servizi<br />

speciali, vorrei entrarci.”, sì, allora lo facciamo. Se però una ragazza...un ragazzo o<br />

una ragazza di 19 anni mi dice: “Mah, volevo chiedere l’invalidità civile.”, io non...a<br />

19 anni...incomincio a dire: “Mah, vediamo un attimo che cosa succede. Proviamo<br />

un percorso di riavvicinamento e vediamo se possiamo farne a meno.”. Però questo<br />

non vuol dire negare un diritto. Cerchiamo di vedere se possono fare il loro percorso<br />

non - diciamo così - non certificato. (ASL 5)<br />

A margine il referente della ASL 1-Nord rileva una differenza di orien ta -<br />

men to tra medici e operatori sociali, i primi meno inclini a ricorrere all’in va -<br />

li dità, intesa come stigma. Sempre a margine, il referente dell’ASL 3 denuncia<br />

al cune difficoltà di rapporto con la Commissione medico integrata.<br />

5.14. Gli interlocutori dell’ASL nella prima fase di inserimento lavorativo<br />

Con poche eccezioni tutte le ASL interpellate danno conto dei loro contatti con<br />

gli interlocutori istituzionali: la Provincia e il CPI. Le cooperative sociali di tipo B<br />

costituiscono interlocutori privilegiati per le ASL 1-Nord, 1-Sud, 3 e 5. Alle<br />

cooperative non fanno cenno i referenti delle ASL 2 e 4, anche se que sto non<br />

consente di escludere questi soggetti dal novero dei loro inter lo cutori (an che qui<br />

emerge comunque la relativa marginalità di questa risorsa ai loro occhi). A ciò la<br />

ASL 5 aggiunge le agenzie di lavoro internale e alcuni enti pub bli ci, quali i<br />

Comuni e le ASL, tenuti all’obbligo di assunzione di lavoratori di sa bili. Il referente<br />

dell’ASL 3 indica inoltre trai propri referenti le agenzie di for mazione e gli<br />

operatori addetti alla cura, esclusi dal rapporto con il paziente in tema di lavoro,<br />

ma coinvolti dall’équipe lavoro in questa fase delicata di riav vi cinamento al lavoro.<br />

5.15. I rapporti con le famiglie<br />

parte prima<br />

Comune è il coinvolgimento dei familiari, perseguito con particolari cautele<br />

alle ASL 2, 3 e 4, delegato all’équipe curante all’ASL 5. Deleghe e cautele<br />

hanno come scopo quello di evitare - con le parole di uno dei nostri inter lo cu -<br />

to ri - l’infantilizzazione del paziente, accompagnato e protetto dai fami liari.<br />

Minori sono le riserve espresse al coinvolgimento delle famiglie dai refe ren ti<br />

delle ASL 1-Nord e 1-Sud.<br />

5.16. La gestione della fase di inserimento<br />

Nella fase d’inserimento le decisioni di maggior rilievo riguardano il<br />

rapporto con l’azienda e con il paziente. Con quest’ultimo i rapporti, sono

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