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i contesti di cura e riabilitazione<br />
5.6. Le figure professionali impegnate nell’attività di inserimento lavorativo<br />
I materiali raccolti consentono di distinguere due diversi modelli orga niz -<br />
za tivi, basati l’uno sul coinvolgimento di diverse figure professionali, l’altro di<br />
una sola categoria professionale. Al primo modello, che possiamo definire<br />
«mul tiprofessionale», si possono ricondurre le ASL 2 e 5. Qui l’inserimento<br />
lavorativo viene gestito da assistenti sociali ed educatori con la collaborazione<br />
di psichiatri e/o psicologi. Al secondo modello, «monoprofessionale», basato<br />
sull’impiego pressoché esclusivo di operatori sociali (assistenti sociali ed<br />
educatori), si possono ricondurre le ASL 1-Nord, 1-Sud, 3 e 4. Il carattere<br />
«monoprofessionale» degli addetti all’inserimento lavorativo viene messo a<br />
tema in modo esplicito e valorizzato esplicitamente dal referente della ASL 3.<br />
Noi siamo diventati un gruppo di lavoro monoprofessionale trasversale a tutto il<br />
dipartimento. E lavoriamo in modo un po’ originale rispetto agli assistenti sociali degli<br />
altri dipartimenti, perché appunto applichiamo questo modello che è un modello di<br />
consulenza e progettazione. Per cui, noi ci definiamo “evocatori di risorse ria bi li ta ti -<br />
ve”. Evocatori, cioè attuatori, gestori di risorse riabilitative. (...) Questo permet te due<br />
vantaggi: uno è quello di creare un riferimento chiaro e preciso e una non con fu si vità<br />
dei ruoli dal parte dei pazienti e d’altro canto permette di avere uno sguardo di in sieme<br />
e permette di applicare la stessa metodologia... (ASL 3)<br />
5.7. L’organizzazione delle attività di inserimento lavorativo<br />
Dalle interviste emerge una comune tendenza alla specializzazione,<br />
obiettivo raggiunto però solo da alcune ASL che hanno costituito al proprio<br />
interno équipe dedicate. A questo modello, che può essere definito «spe cia liz -<br />
zazione» si possono ricondurre, senza riserve, l’ASL 5 e l’ASL 3. Merita ricor -<br />
dare qui una distinzione introdotta più sopra, relativa alla composizione pro -<br />
fessionale delle équipe: nella ASL 5 l’équipe ha un profilo multiprofessionale<br />
con la combinazione di operatori sociali e sanitari; l’équipe dell’ASL 3 risulta<br />
in vece costituita da soli operatori sociali (educatori e as si sten ti sociali) allo sco -<br />
po - si legge nell’intervista - di «demedicalizzare» l’at ti vità di inserimento la -<br />
vo rativo.<br />
Il secondo modello prevalente si caratterizza per l’incorporazione delle at -<br />
tività di inserimento lavorativo entro il più vasto spettro di attività di cura e ria -<br />
bilitazione. A questo modello, che può essere etichettato come «inte gra zio ne»,<br />
si possono ricondurre le ASL 1-Nord e 1-Sud. In una posi zio ne inter me dia<br />
trovano collocazione le attività dell’ASL 2, in passato - forse anche in ra gione<br />
di una congiuntura economica meno avversa - riconducibili a un mo del lo di<br />
specializzazione, ora più prossime al modello di integrazione. L’ASL 4, al meno<br />
da quanto emerge dall’intervista, mostra modalità organizzative pe culiari.<br />
Prevale la modalità organizzativa basata sull’integrazione, cui si ac costa un<br />
modello organizzativo improntato alla specializzazione che vede coinvolti gli<br />
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