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i contesti di cura e riabilitazione<br />

farmaci lì nel la cosa. È stato solo una volta che appunto ho detto al medico: «guarda<br />

che però bisogna far qualcosa, diminuirli almeno un po’, perché...». E il medico è<br />

riuscito a fare degli aggiustamenti... però quando è stato possibile? Quando si sapeva<br />

che sarebbe andato a lavorare dopo un mese, perché il problema è anche quello.<br />

Perché per i farmaci non è che lo piglio oggi e domani vai a posto. Hanno bisogno<br />

di almeno quindici giorni di rodaggio. Poi tu sai che ogni farmaco agisce su una<br />

persona in modo diverso da un’altra. Quindi non puoi fare una, sperimentare un<br />

nuovo farmaco magari con dosaggi inferiori o fare delle prove, proprio nel momento<br />

in cui questo sta per andare a lavorare, perché rischi veramente. Meglio piuttosto<br />

lasciargli quello di prima, che lo insonnolisce piuttosto che fare dei cambi che, che lo<br />

sbarellano magari.. prima di provare. Ci vuole un mesetto prima di trova.. Quindi<br />

anche lì è una questione proprio di tempi. Dovresti sapere quando davvero incomincia<br />

a lavorare, allora riuscire un mese prima, incominciare a provare... (ASL 2)<br />

Ancora il referente dell’ASL 2 indica, tra i requisiti capaci di promuovere il<br />

successo di un inserimento lavorativo, la presenza di varie forme di sostegno al<br />

paziente lavoratore e alla sua famiglia. Per il paziente viene indicato un sostegno<br />

psicologico di tipo professionale, ma anche l’opportunità di attivare gruppi di<br />

auto-mutuo-aiuto tra pari. A tutto ciò si aggiunge, su indicazione del referente<br />

dell’ASL 3, la «buona compliance» del paziente, un requisito di non immediata<br />

interpretabilità, soprattutto in rapporto a una strategia d’in se rimento lavorativo<br />

che viene definita come completamente «de me dicalizzata». Quanto al grado di<br />

ar ti colazione dell’identikit proposto da ciascun inter locutore, emerge come l’im -<br />

magine più particolareggiata si profila nell’in ter vista rivolta al referente dell’ASL<br />

5 che correda l’immagine proposta con una notazione sulla fragilità dell’equilibrio<br />

che lega tutti gli attributi di successo. L’immagine più sobria proviene, per contro,<br />

dal referente dell’ASL 1-Nord che ritiene fondamentale - anche sulla base del -<br />

l’esperienza maturata in questi anni - la motivazione del pa ziente, tratto che esau -<br />

risce l’identikit del paziente che dà maggiori garanzie di suc cesso. Un livello di ar -<br />

ti colazione dell’identikit intermedio contraddistingue le risposte rese dai referenti<br />

delle ASL 1-Sud, 2, 3 e 4. Uno sguardo d’insieme sui tratti dei diversi identikit<br />

proposti consente di cogliere il legame tra il profilo professionale di chi, caso per<br />

caso, li ha formulati e le esperienze di inserimento - i successi così come gli in suc -<br />

ces si - maturate nei sei DSM. Una specifica attenzione al profilo epi de mio lo gico<br />

dei pazienti emerge nell’intervista al referente dell’ASL 5, uno psichiatra; la sot -<br />

to lineatura del sostegno psicologico e sociale proviene dal referente del l’ASL 2,<br />

una psicologa. Comune è invece il richiamo agli altri tratti con si derati e tra questi -<br />

lo ripeto - la giovane età, la motivazione e la consapevolezza dei propri li miti.<br />

5.4. Il profilo del paziente per il quale l’inserimento lavorativo risulta più<br />

problematico<br />

La caratterizzazione del paziente che presenta i maggiori problemi d’in se -<br />

rimento lavorativo si basa sulla combinazione di pochi tratti, definiti in modo<br />

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