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i ta, una nuova figura di magazziniere, costruendo un profilo profes sio nale pri -<br />

ma inesistente. Se ne riconoscono le doti di sensibilità e tenacia. Allo stes so mo -<br />

do nell’azienda 7, si rileva la serietà e la costanza con cui la persona svolge con<br />

do vizia ed entusiasmo i compiti che gli sono assegnati benché ri petitivi, ed anzi<br />

pro prio per le sue doti il caporeparto gli affida quel compito, si curo che verrà<br />

ese guito meglio che da qualsiasi altro addetto. Infine nell’azienda 8, si assiste ad<br />

una vera e propria costituzione di una task-force pro tettiva, a sostegno della<br />

per sona, che ha consentito di evitarle il licen zia men to. Qui sono le ricompense<br />

morali e di amicizia che il rapporto può dare che sembrano dare forza e senso<br />

al rapporto. Criticità di questo ultimo tipo di azien da è data dalla fatica emo zio -<br />

nale prodotta dalla costante gestione della com plessità. Elemento positivo po -<br />

trebbe essere rappresentato dal “restituire” al le aziende, rendendoli espliciti ai<br />

sog getti coinvolti e rendendoli pubblici, que sti casi di successo dell’inserimento,<br />

sot tolineando le potenzialità, la sco perta di una gestione delle risorse umane<br />

uma na ed umanizzante, un’at ten zio ne agli individui che, come dice un in ter vi -<br />

stato, tutte le persone meri tereb be ro.<br />

Vale la pena rilevare infine che più che il contesto-azienda (e quindi le di -<br />

men sioni o il tipo di produzione) sembra cruciale il micro-cosmo che ruota at -<br />

tor no al soggetto, le relazioni, le propensioni individuali e in ultimo le in di ca -<br />

zio ni in termini di politiche aziendali.<br />

4.2.7. Alcuni suggerimenti conclusivi<br />

il contesto lavorativo<br />

La letteratura sull’inserimento dei disabili in azienda mette in luce i benefici<br />

del contatto diretto con persone con disagio psichico in contesti lavorativi per<br />

ridurre il pregiudizio: per i disabili questa situazione rappresenta un’occasione<br />

per incrementare la loro qualità di vita e la loro autostima, ma anche un’o c ca -<br />

sione per superiori e colleghi di conoscere meglio questo tipo di ma lat tia e le<br />

sue implicazioni (Greig e Bell 2000). Ciò può significare che, più oc ca sioni si<br />

hanno di osservare il comportamento di una persona classificata in una certa<br />

categoria sociale e più tali comportamenti disconfermano il nostro stereotipo<br />

di “malato mentale”, meno tale etichetta influenzerà la nostra interazione con<br />

lui. L’analisi delle interviste ha consentito di evidenziare come le attese verso<br />

com portamenti impropri, “da matto” siano state spesso di scon fer mate: “Non<br />

so, perché io mi immaginavo... Proprio perché fuori, no?, da que sta realtà... mi<br />

im maginavo chissà... Passo... Uno dei miei passa, gli dà uno spin tone, si pic -<br />

chia no in area vendita. Un cliente passa... , e i clienti ma le du ca ti li ab biamo,...<br />

gli risponde male, chissà cosa succede? Poi invece abbiamo de ciso di fare...<br />

l’esperienza nonostante... ehm... il numero importante di per sone che circo la -<br />

no qua dentro. E come sempre uno si fa delle idee cata stro fiche... e poi alla fine<br />

non capita assolutamente nulla di catastrofico, nel senso che... questi... questi<br />

ragazzi sono stati inseriti, problemi particolari non ce ne so no assolutamente<br />

mai stati, nulla di pericoloso si è verificato... e quindi è stata una buona espe -<br />

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