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il contesto lavorativo<br />

Schwartz definiscono il conformismo come la tendenza a biasimare coloro che<br />

non si conformano alle regole sancite, anche in assenza di un controllo diretto.<br />

Nel quadrante Orientamento alla persona-Socializzazione tramite accomo -<br />

damento risiedono le aziende che si rifanno al Tradizionalismo ossia al rispet -<br />

to, all’impegno e all’accettazione per i valori tradizionali che la cultura e la reli -<br />

gione insegnano.<br />

Sul versante Orientamento al compito-Socializzazione tramite proattività,<br />

si col locano le aziende orientate al Successo, definito da gli autori come la ten -<br />

den za a raggiungere il successo in accordo a degli standard socialmente sanciti.<br />

Infine sul versante Orientamento alla persona-Socializzazione tramite ac co -<br />

mo damento insistono le organizzazioni caratterizzate da Universalismo os sia<br />

comprensione, apprezzamento e protezione per le persone e l’ambiente, esi ste<br />

la consapevolezza che le persone dovrebbero essere trattate con totale equità.<br />

Le organizzazioni conformiste, sono quelle caratterizzate da una rigidità sia<br />

strutturale che relazionale. Non si tratta di organizzazioni conformiste sola -<br />

mente perché hanno una struttura organizzativa apparentemente inflessibile,<br />

ma anche perché chiedono ai loro dipendenti di conformarsi a regole sancite a<br />

prio ri e non negoziabili. Lo spazio (e il tempo) per la presa in carico dell’altro<br />

sem brano uno spreco di energie, una presa in carico eccessivamente onerosa in<br />

cui, il rischio che il rapporto costi -benefici, diventi addirittura negativo sem -<br />

bra molto elevato. Rientra in questa categoria l’azienda 9: i segnali di disagio<br />

del neo-assunto, che non appaiono qualitativamente più significativi rispetto<br />

a quelli manifestati ad esempio dal dipendente dell’azienda 8 (ben più eclatanti<br />

e che non sono sfociati in un’espulsione) hanno portato ad esiti molto diversi.<br />

Il modo con cui i soggetti attribuiscono significato ai comportamenti ano -<br />

mali, inattesi, anche ansiogeni che la persona adotta, sembra fare una decisa<br />

differenza. In questa azienda si attribuisce alla persona una volontà a non im -<br />

pe gnarsi, a non rispettare le regole. Tale comportamento, richiedente e “ano -<br />

malo” in chi, come neo-assunto dovrebbe invece mostrare il meglio di sé, ge -<br />

ne ra frustrazione, fatica che si traduce in un comportamento espulsivo. Si nota<br />

uno scarto evidente fra aspettative, costi ammissibili e gestione quo ti dia na. In<br />

tal senso appare opportuno un lavoro accurato da parte de servizi nel ri le vare<br />

le aspettative delle aziende in merito alla prestazione e alla di spo ni bi lità e pos -<br />

sibilità di impiegare risorse, da parte delle stesse a vivere l’inserimento di ri -<br />

sorse umane come un investimento i cui frutti spesso non sono coglibili nel -<br />

l’im mediato 89 .<br />

Le organizzazioni tradizionaliste si differenziano dalle prime per la loro ca -<br />

pa cità di prendere in considerazione il valore delle persone, attivarne le ca -<br />

pacità, ma soprattutto, accettarne i limiti. Sono caratterizzate da una maggiore<br />

fles sibilità rispetto alle precedenti, ma ciò che guida i loro intenti è ricon du ci -<br />

bi le alla carità di matrice cristiana, più che un vero e proprio universalismo.<br />

Rientrano in questa categoria tutte le aziende che hanno fatto espresso ri -<br />

chia mo ad un “volontariato d’azienda” (azienda 1) all’idea che il fare del bene<br />

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