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il contesto lavorativo<br />
volte prima era un po’ esagerato. E anche quando riesce così... perché magari<br />
non lo so, si sente un pochino più euforico, a...a sforare, bene o male in-somma...<br />
Noi nella stanza siamo in due... quattro... siamo in cinque o in sei e sap -<br />
pia mo tutti... perché c’eravamo tutti insomma, abbiamo assistito più o meno<br />
tut ti a quello che è successo a G., quindi cerchiamo sempre di riportarlo...<br />
Quando lo vediamo troppo... esageratamente euforico cerchiamo sempre di ri -<br />
portarlo un po’ con i piedi per terra... per evitare magari insomma... si esa geri...<br />
Non... non è che lo teniamo a bada, per carità, però magari a volte uno non si<br />
rende conto e quindi... Però sicuramente è molto più tranquillo, almeno per<br />
quello che posso vedere io così. Poi come sta lui internamente purtroppo pen so<br />
lo sappia solo lui” (collega). Benché sia stato possibile individuare una soluzione,<br />
la manifestazione dei sin tomi ha degli effetti negativi sul contesto lavorativo<br />
generale: “gente che co mun que...cioè, erano tutte voci di lamento... diciamo:<br />
‘Questo è scemo. Questo è pazzo. Questo fa male a qualcuno. Questo prima o poi<br />
ne am mazza qualcuno’. Cioè, c’era paura poi alla fine. Perché aveva fatto delle<br />
caz zate. Cioè... staccare delle porte, saltare da un tavolo all’altro, gridare dietro al -<br />
la donna delle pulizie e... Son cose che magari non è che si fanno in tutti gli uf -<br />
fici... quindi la gente reagisce di consegue... senza poi magari sapere cosa c’è<br />
dietro... Però reagisce così, quindi... ” (collega).<br />
Anche in questo caso emerge la difficoltà a trovare un aiuto esterno, che spesso<br />
viene ricercato nel rapporto con i genitori, al fine di limitare e preve nire<br />
l’insorgenza di nuove crisi.<br />
4.2.6. Un tentativo di sintesi: l’individuazione di un idealtipo aziendale<br />
In conclusione di questa sezione del rapporto si intende fornire una lettura<br />
idealtipica che dia conto dei criteri che possono consentire di distinguere a zien de<br />
in grado di accogliere le persone con problemi psichici in modo ef fi cace, da<br />
aziende che risultano fallire in tale scopo. Per l’individuazione dei tipi ideali si<br />
ricorrerà all’incrocio di un doppio spazio di attributi: da un lato l’orientamento<br />
delle organizzazioni in termini di sta bilità o flessibilità. Anheir (2000) nel riferirsi<br />
alle organizzazioni no-profit nel tentativo di offrire un modello organizzativo di<br />
lettura della gestione delle stes se più complesso rispetto a quello che contrappone<br />
le aziende orientate al pro fitto a quelle non orientate al profitto, distinguendole<br />
esclusivamente in base alla loro propensione valoriale, sottolinea che le aziende<br />
(indipendente dal loro intento verso il profitto o meno) possono esser<br />
caratterizzate con una me tafora organizzativa. Tale metafora contrappone le<br />
organizzazioni “pa laz zo” alle organizzazioni “tenda”: le prime sono caratterizzate<br />
dalla “valoriz za zio ne della prevedibilità anziché l’improvvisazione, dal prendere a<br />
prestito solu zioni anziché inventarne di proprie, dal difendere azioni passate<br />
anziché in coraggiarne di nuove” (ibidem); le organizzazioni “tenda” al contrario<br />
sot to li neano l’importanza della creatività, della flessibilità, dell’impossibilità di<br />
trovare soluzioni definite una volta per tutte.<br />
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