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dà carica, diciamo. Non so, è una...una questione così: quando metti la spina si<br />

carica la batteria, a me sta cosa qui mi carica come se fosse una batteria, cioè<br />

mi... mi dà forza e mi dà anche soddisfazioni” (azienda 4, caporeparto).<br />

Un caso particolarmente degno di nota è quello dell’azienda 11, in cui il<br />

titolare, assume scientemente e preferibilmente lavoratori disabili, soprattutto<br />

intellettivi o psichici (mostrando spesso di non ricordane e di non ritenere<br />

rilevante la differenza) perché li giudica privi di sovrastrutture compor tamen -<br />

tali, di “malizie”: la loro resa inferiore o i loro problemi sono palesi, li espli ci -<br />

tano con sincerità, non cercando mai di tirarsi indietro o di far finta di la vo ra -<br />

re, al contrario di quanto fanno, a suo parere, i lavoratori “abili”. Il costo do -<br />

vuto al fatto di non poter fare affidamento sui lavoratori diversamente-abili nei<br />

periodi di picco o di dover porre più attenzione nel seguirli, è a suo parere, am -<br />

pia mente compensato dalla franchezza e dalla genuinità del rapporto in ter per -<br />

so nale: “io ci lavoro... mi capita di lavorare spesso a fianco a fianco con loro...<br />

che ne so, caricare la catena, quando magari la mattina manca qualcuno...<br />

carico la catena io con lui. Preferisco caricarla con lui che con uno normale,<br />

perché lui fa anche un pezzo del mio lavoro. Che lui lo fa, ma é normale farlo.<br />

Ci son quelli un po’ lavativi, normali che... invece no, dicono: ‘e che cacchio,<br />

facciamo metà per uno al lavoro, perché devo farne un po’ di più io?’. Di solito<br />

quando si lavora in due non stai a guardare quello comunque che fa l’altro, si fa<br />

insieme. Se io faccio qualcosa in più, quello che fai tu... Quindi... con loro mi<br />

trovo benissimo a lavorare, benissimo, nessun problema [...] Il rapporto che c’é,<br />

co munque... adesso, va bé, é un discorso un po’... un po’ così, nel senso che le<br />

per sone, cioé... , il rapporto che c’é con le persone e con i... con gli altri di pen -<br />

denti... c’é proprio un rapporto dipendente - datore di lavoro. Il dipen den te, se<br />

può, non fa niente, se... parlo, parlo dei miei, eh. Comunque il dipen dente, se<br />

può approfittarsene, se ne approfitta. Cioè, c’é questa... come dire... com ponente<br />

di... di falsità. Invece loro... son sinceri, sono onesti, son così co me li vedi. Sono<br />

co me... come dev’essere un rapporto di lavoro, nel senso che io non sfrutto loro<br />

e loro non, non fregano me. C’é un rapporto alla pari, loro fan no il loro lavoro,<br />

io non ne approfitto e...va avanti così. Èun rapporto molto più... più trasparente,<br />

no? A differenza del rapporto con gli altri. Questo è... è im portante, perché... al -<br />

me no, a me... a me gratifica molto... vedere poi anche loro che... si inseriscono,<br />

che... c’é C. che quando é arrivato non spiaccicava una parola. Adesso mi manda<br />

a quel paese, però... [ridiamo] ma poi son con ten to lo stesso perché... ho visto che<br />

in lui é cambiato proprio il modo di com por tarsi”.<br />

4.2.4. Indicatori di occupabilità<br />

parte prima<br />

In merito ai possibili indicatori di occupabilità, emerge in modo ricorrente<br />

un’indicazione di impossibilità alla generalizzazione, quasi nessuno, benché in -<br />

cal zato dall’intervistatore si è sentito di ampliare il proprio giudizio in me rito<br />

ai lavori opportuni/inopportuni o alle caratteristiche tipiche del lavoratore di -

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