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parte prima<br />
vie ni! Ti vengo a prendere a casa. Ti riporto’... Molto tentato, poi all’ultimo<br />
ha sempre telefonato... È successo due o tre volte. All’ultimo ha sempre tele -<br />
fonato dicendo: ‘No, non vengo’... Io ho notato, secondo me, si trova molto a<br />
suo agio qua dentro... cioè, ormai si trova... e secondo me forse un po’ la paura<br />
dell’impatto fuori” (azienda 6, Dir. R.U.). Si registrano parole di affetto e di<br />
ap prezzamento per le buone qualità e anche qualche caso di sanzione pre -<br />
ventiva dei capi dell’utilizzo di nomignoli, della presa in giro da parte dei col -<br />
leghi: “e allora subito la gente che inizia a fare nomignoli e allora lì subentro<br />
io... e cerco di chiarire un po’ le cose, anche verso le persone che sono qui da<br />
mol to tempo [...] Magari la persona non fa una battuta a una persona in questo<br />
ca so... perché magari si rende conto che effettivamente ha dei problemi... ”<br />
(azienda 3, collega con funzioni di capoturno).<br />
Per ciò che concerne i rapporti con i capi diretti, va rilevato un buon clima<br />
generale. In molti casi si evidenzia la necessità di riprendere la persona se non si<br />
comporta adeguatamente, di stimolarla, ma sempre mantenendo un occhio di<br />
riguardo nel modo di comunicare i rimproveri. Spesso nei contesti aziendali di<br />
piccole dimensioni anche i colleghi assolvono questa funzione: “Cioè quando<br />
sbaglia, poi magari gli dico: ‘A. se tu ci pensavi non la facevi sta cosa’, però non<br />
cam bia niente, cioè io, ripeto, lo tratto come una persona... poi magari ci ri man -<br />
go male...però se io gli devo urlare: ‘ma non si fa così però, vedi come sei?’ poi<br />
mi passa... le risate e via... perché secondo me... eh ci rimane un po’ male... infatti<br />
dice: ‘Tu come sei brava... però quando sgridi... ’ però, questione di 5 - 10 mi -<br />
nu ti, poi passa tutto, poi uno non ci pensa più” (azienda 7, collega).<br />
L’arrivo del disabile sembra avere un beneficio sul clima e sulla<br />
consapevolezza di quanto rapporti di maggiore tolleranza, rispetto, un<br />
attenzione maggiore verso l’altro in quanto persona sarebbero auspicabili con<br />
chiun que: “... anzi per noi è stata una cosa positiva il fatto appunto che... che è<br />
ar rivato questo... questa persona e... anzi, diciamo che positiva nel senso che ci<br />
ha aiutati tante volte a rilassarci... così, in seguito al nostro... al nostro lavoro...<br />
che ci causa tante tensioni. E avere a che fare con lui ci aiuta a contenere que -<br />
sto nervosismo... che si viene a creare, perché è una persona molto... molto<br />
dol ce e quindi va trattata con serenità. Perché facciamo un lavoro... Per questo<br />
suo modo di fare così... sì, questo suo modo di fare... questa sua quasi paura di<br />
affron tare gli altri... Sempre questo sguardo un po’ così, da cerbiatto impaurito<br />
quasi e quindi ispira molta te ne rezza. Non c... non puoi approcciarti a lui con<br />
ag gressività... quindi non... Ma non perché vogliamo approcciarci a lui con po -<br />
si tività, ma perché è im pos sibile [Ride] [n.c.] gli stessi atteggiamenti, lo stesso<br />
sguar do, è im pos sibile... approcciarsi a lui con aggressività quindi... ci ispira se -<br />
re nità ecco. Con lui... il fat to che comunque ci è di molto aiuto per questo suo<br />
la voro di... di traduttore e... Poi è una persona... una persona buona. E quindi...<br />
di ciamo che il suo arrivo qui è stato positivo” (azienda 2, caporeparto).<br />
Per ciò che concerne l’aumento dell’autostima dei colleghi, si hanno situa -<br />
zio ni in cui la persona disabile riconosce al collega lo sforzo che fa nel l’oc cu -