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il contesto lavorativo<br />
si gnificativa che sembra fare da discrimine sembra essere quella dell’as -<br />
segnazione al neo-assunto di compiti marginali o di rilievo, con la con seguen -<br />
te diversa portata in termini di costi del mancato raggiungimento di un ade -<br />
guato standard di produzione o di efficacia. Questa scelta rappresenta un aprio<br />
ri su cui, come si è visto, le aziende si regolano in modo differente: o ridi -<br />
stri buendo i compiti all’interno del gruppo di lavoro, (Cfr. par 3.2.3.c) o con -<br />
si derando come tollerabile una minore produzione (ad esempio l’azienda 3),<br />
ac cettando che alla persona vengano affidati compiti in meno o di minore<br />
com plessità o un orario ridotto (in quasi tutte le aziende gli assunti fanno ora -<br />
rio part-time).<br />
2. In taluni casi però, prima di ridimensionare la mansione, le aziende adot -<br />
tano alcune strategie operative. Tali strategie vengono pensate dai colla bo -<br />
ratori del disabile per verificare in che modo si possa sopperire alla ridotta<br />
capacità mnestica (o alle conseguenze della patologia). Ne sono esempi: “<br />
‘Vai...vai in officina e chiedi se c’è da pulire qualcosa... se c’è da fare qualcosa’.<br />
Noi gli avevamo fatto uno schemino che gli avevamo dato un foglio anche<br />
a lui e... e lui guardava il giorno della settimana cosa c’era da fare. Poi control -<br />
la vamo perché a volte... cioè, non lo faceva” (azienda 1, caporeparto); “Nel<br />
momen to in cui c’è stata la riunione e a tutti i responsabili è stato detto:<br />
‘Ragazzi, se M. sta facendo un lavoro prima di chiedergliene un altro chiedete<br />
se ha finito il precedente, perché lo mettete in difficoltà’. E’... è sensibilissimo.<br />
È indifeso tante volte. Perché? Perché per lui fare una gentilezza viene<br />
prima di qualsiasi altra cosa, quindi dire: ‘No, sto facendo un altro lavoro’, per<br />
lui è una montagna insormontabile, quindi piuttosto: ‘Sì, ti mando il fax’, e<br />
mentre mandava il fax si scordava del carrello... che magari aveva lasciato in<br />
vendita” (azienda 2°, caporeparto); “Ho visto che ha difficoltà nel contare...<br />
Nel contare... Noi purtroppo facciamo molti pezzi: nelle macchine dove<br />
lavoro io facciamo veramente molti pezzi. Difficoltà a tenere i suoi conti. Pur -<br />
troppo noi cosa facciamo? All’inizio turno gli mettiamo un cassone vuoto, una<br />
rastrelliera vuota, almeno quando ha finito... gliele contiamo noi perché lui se<br />
no...[...] Allora, all’inizio abbiamo cercato un sistema... per far sì che contasse<br />
come si deve e effettivamente lui si è impegnato con questo sistema, abbiam<br />
visto, gli abbiam fatto delle caselline... che lui metteva la croce, ogni piano che<br />
faceva... Però a un certo punto si perde, non... [sorride]... non capisce più nulla<br />
[...] poi alla fine gliel’abbiamo esposto anche a lui... lui ci ha risposto: ‘Non so<br />
cosa farci. Cioè, io ci provo,... non ce la faccio... arrivo a un certo punto... ma -<br />
gari all’inizio parto bene, poi arrivo a un certo punto e non capisco più niente’.<br />
Allora abbiamo fatto questa... questa piccola tabellina, questa cosa... sem pre<br />
artigianalmente... fatta con due righe a penna... niente di strano. E ini zial -<br />
mente lui era contento perché ha detto: ‘Magari... magari riesco’. E in ve ce non<br />
ce l’ha fatta lo stesso. Preferiamo magari contarli noi alla fine facciamo prima,<br />
così anche lui ora magari è un pochino più tranquillo” (azienda 3, capo re -<br />
parto). Nell’ottica del miglioramento della soddisfazione del disabile per il la -<br />
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