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il contesto lavorativo<br />
sentito offeso. E per... pur di non farlo andare via così arrabbiato, insomma,<br />
salire in macchina, ar ri vare fino a Borgaro, pur di non farlo andare via l’ho<br />
inseguito fino sul piazzale, l’ho tenuto lì a parlare fino all’una del pomeriggio...<br />
l’una e mezza del po me riggio ed era... no, non era... eravamo in chiusura, non<br />
è che fosse... Il pro blema era il sole: sono tornata dentro che ero abbronzata.<br />
[Ride] E niente. Si era sentito... si era sentito offeso, però<br />
giustamente se... lui era entrato qui co me un ragazzo... : ‘Ragazzi, guardate che<br />
questa persona ha dei problemi.’. Punto. Però non ci era stata<br />
spiegata... l’entità del problema. Non ci era sta to spiegato che bisognava<br />
prenderlo in una determinata maniera.” (azienda 2a, ca poreparto).<br />
. Il caso dell’inserimento fallito<br />
L’analisi delle interviste ha consentito di rilevare che i costi potenzialmente<br />
più elevati sono a carico di colleghi e responsabili diretti in quanto hanno a che<br />
fare con la capacità relazionale, di gestione del carico emotivo, le capacità di<br />
coping di coloro che, giornalmente, si trovano a lavorare a stretto contatto con<br />
le persone disabili. Questa variabile sembra essere cruciale per la buona riu -<br />
scita dell’inserimento, insieme alla consapevolezza e all’accettazione da parte<br />
del la direzione dei costi che incidono direttamente sulla produzione. In par -<br />
ticolare risulta illuminante il caso dell’azienda 9 in cui l’inserimento di una di -<br />
sa bile psichica in reception si è tradotto in una escalation di reciproci frain ten -<br />
di menti, malessere e culminata nella crisi e ricovero della persona inserita e<br />
nel la successiva mancata conferma (si veda il focus pazienti donne). L’analisi<br />
del le interviste al direttore dell’azienda a quello del personale e al re sponsabile<br />
di retto mettono in luce che la persona inserita mostrava difficoltà di adat -<br />
tamento, paure, un senso di “spaesamento” del tutto simile a quello di al tre<br />
persone abili neo-inserite (e noto nella letteratura relativa alla so cia liz za zio ne<br />
in ingresso). Si registra una difficoltà dei servizi a supportare il pro cesso, ma<br />
soprattutto una seria difficoltà dell’azienda a governare un inse rimento com -<br />
plesso. Tale difficoltà può essere letta su due piani: quello del le politiche a -<br />
ziendali e quello delle capacità relazionali dei colleghi.<br />
Per ciò che concerne le politiche aziendali, gli stessi responsabili affermano:<br />
“Noi non siamo tenuti a, a fare...eh... come si può dire...un’opera, un’opera<br />
assistenziale, se non nella misura in cui, sicuramente siamo aperti a persone<br />
che possono essere disabili per, per tanti aspetti, quindi abbiamo delle persone<br />
disabili qui, con cui lavoriamo senza problemi. E però appunto la disabilità va<br />
va lutata a priori da chi conosce questa disabilità e quindi é in grado di giudicare<br />
se quello che un’azienda offre come posto di lavoro é consono, può essere utile<br />
o può essere invece dannoso. Non si può pretendere che sia l’azienda a, a<br />
sobbarcarsi questo tipo di responsabilità. Non é possibile!” (azienda 9, Dir.<br />
R.U.). Questo atteggiamento sembra aver influenzato anche le attese nei con -<br />
fron ti della resa e delle possibili carenze comportamentali rispetto alla “nor -<br />
ma” che un disabile psichico può manifestare. Va comunque presa in consi de -<br />
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