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con tro uno scaffale, è capitato di entrare col mule... con i ferri del muletto in<br />

un furgone fuori di un cliente... [Ride] finché capita, secondo me, a una<br />

persona che non ha problemi... cioè, io dico: ‘Va beh, è capitato, siamo<br />

assicurati, tutto quanto’. Probabilmente non avrebbe lo stesso effetto su una<br />

persona che magari ha dei problemi. Secondo me si farebbe già dei...<br />

Aumenterebbe il livello di tensione del... del lavoro. Secondo me sono<br />

persone che devono lavorare in modo tranquillo, dove...devono sapere che il<br />

lavoro non è... non è un problema” (azienda 6, Dir. R.U.).<br />

In altri casi la riduzione dei compiti si è verificata a seguito della manifesta -<br />

zione da parte del disabile di difficoltà nello svolgimento della mansione stessa<br />

(si veda il paragrafo 3.2.2.a). Nell’azienda 3, è emersa la difficoltà del di sa bile<br />

a me morizzare il numero di pezzi eseguiti, nell’azienda 5 invece alcuni errori<br />

nel caricamento delle merci.<br />

Nessuna organizzazione ha segnalato la necessità di modificare gli spazi o le<br />

procedure di lavoro o adottare misure di sicurezza specifiche.<br />

4.2.2. Valutazione delle capacità lavorative<br />

parte prima<br />

a. Capacità operative<br />

La valutazione delle capacità operative del disabile è strettamente connessa alla<br />

rappresentazione del quadro patologico. È interessante notare, che benché la pa -<br />

to logia dei soggetti inseriti sia diversa (e per altro non nota nei particolari agli in -<br />

tervistati) è possibile riscontrare alcuni aspetti ricorrenti. Ad esempio deficit di me -<br />

moria: quasi tutti i colleghi notano che le persone disabili hanno difficoltà a me -<br />

morizzare i compiti loro assegnati, non riescono a ricordare più di un compito,<br />

ne cessitano di una ripetizione costante delle loro incombenze, anche quando que -<br />

ste sono ormai diventate routinarie: “È quella la cosa... non dico triste, perché co -<br />

mun que va beh, non è triste, però è... ogni tanto lascia un po’ così, perché ogni<br />

tan to si dimentica... cioè, il giorno dopo quello che gli è stato detto il giorno pri -<br />

ma, quindi questo è il motivo per cui l’orario è sempre lo stesso. È metodico...<br />

quin di se non ha... se c’è qualcosa che va fuori... fuori lo schema normale della<br />

gior nata o della... o della cosa gli manca la sicurezza e allora non... fa fatica, no?...<br />

” (azienda 2a, caporeparto) “Però comunque quando gli dici di fare una cosa la fa,<br />

ma gari si, una cosa, si dimenticaaa subito, lui deve fare cosi la scatola, magari la fa<br />

perché lo sto guardando... dopo 2 secondi mi viene a richiamare perché non si<br />

ricorda più... però comunque è una persona brava... è un ragazzo bravo... ”<br />

(azienda 7, caporeparto). Questi deficit di memoria influenzano quindi l’au to no -<br />

mia: non ricordandosi i compiti, la tendenza è quella di dipendere dagli altri per<br />

l’as segnazione del le mansioni, anche semplici: “Sicuramente... eh... come dire, il,<br />

il no stro modo di seguirlo era quello ogni tanto di ricordargli un qualcosa, perché<br />

si di menticava spesso... eh... che so, se gli... non potevo dirgli: ‘C., oggi fai que sto,<br />

que sto, questo e questo’, perché magari ne faceva uno e poi mi veniva a chie dere:<br />

‘Cosa devo fare?’ “ (azienda 1, caporeparto). “Io personalmente non l’ho mai visto

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