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parte prima<br />
all’interno del personale...». Mi paga e quindi ci sono le esigenze del cliente, le<br />
esigenze dell’impresa perché le persone hanno dei costi, quindi devo farla rendere,<br />
devo comunque produrre utile. È anche vero che siamo una non profit ma questo non<br />
vuol dire che lavoriamo per far fallire l’azienda... (Presidente cooperativa Tre)<br />
Si coglie qui un tratto specifico dell’imprenditorialità nella cooperazione so -<br />
cia le. Il compito dell’imprenditore, così come viene descritto da Schumpeter<br />
(2001; ed. orig. 1942), consiste nella combinazione di diversi fattori produttivi,<br />
in presenza di vincoli e restrizioni e disponendo di risorse limitate. Ebbene nel<br />
caso dell’impresa sociale, ai vincoli che insistono sull’imprenditore che opera<br />
nel settore for profit se ne aggiungono altri che rendono l’esercizio della com -<br />
binazione dei fattori produttivi, la gestione dello shaker, più onerosa: il vincolo<br />
della presenza di una quota consistente (almeno il 30% per legge) di lavoratori<br />
svantaggiati e quello della partecipazione dei soci alla gestione dell’impresa.<br />
Tutto ciò, legato al mutamento di clima nel mercato delle committenze - un<br />
clima più rigido e competitivo (vedi nota 8), contribuisce a qualificare il profilo<br />
genuinamente imprenditoriale della cooperazione sociale, senza per questo<br />
espungere dai suoi obiettivi / vincoli quello della mutualità solidale.<br />
Quando le risorse interne non sembrano più adeguate a sostenere la difficile<br />
conciliazione fra lavoro e sofferenza psichica l’assenza per malattia non viene<br />
solo tollerata ma, in taluni casi addirittura incoraggiata: una soluzione che<br />
mostra un’altra versione dell’idea di flessibilità di cui si è detto più sopra.<br />
Il primo segnale che hai di malessere non andare a lavorare. Hai un tuo diritto, ti<br />
met ti in mutua...”. L’abbiamo conquistato ecco utilizziamolo. (Presidente coope ra -<br />
tiva Tre).<br />
Nella gestione delle crisi le cooperative sociali contano, inoltre, sul sup -<br />
porto dei servizi. Questo supporto sembra reso in maniera difforme sul ter rito -<br />
rio torinese poiché, se alcune cooperative risultano pienamente soddisfatte del<br />
rapporto instaurato con i Centri di Salute Mentale, sia in fase di inserimento,<br />
sia nelle fasi successive, altre lamentano l’assenza dei servizi per quest’ultima<br />
fase, quella relativa alla conversazione del lavoro e dunque alla conciliazione<br />
fra lavoro e disturbo psichico.<br />
Tra le carte di cui dispongono le imprese sociali per favorire la par -<br />
tecipazione al mercato del lavoro dei pazienti psichiatrici non si può trascurare<br />
quella del l’attribuzione dello status di socio, una condizione che consente una<br />
par te ci pa zio ne più stretta alla vita delle cooperative, che determina un più<br />
profondo sen so di appartenenza e che, soprattutto, prelude a una più profonda<br />
identificazione con gli ideali di mutualità solidaristica propri delle cooperative<br />
so ciali.<br />
Un’altra risorsa, non qualificata come tale, ma la cui presenza è percepibile<br />
nel le testimonianze raccolte, è quella degli affetti. La scelta, forse la scom -<br />
messa, delle cooperative sociali che abbiamo interpellato si basa sulla co stru -