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parte prima<br />
ri ferimento la nostra interlocutrice alla cooperativa Due che distingue tre<br />
contesti lavorativi che coincidono con altrettanti ambiti di lavoro della coope -<br />
rativa che qui rappresenta: scuole, uffici e Case di riposo.<br />
Lì bisogna stare attenti perché le differenze ci sono. Faccio sempre le pu lizie, ma ci<br />
sono delle differenze di tempi e anche il modo in cui eseguo il mio lavoro. In una<br />
Casa di riposo io lavoro (...) con un utente che, se è allettato, è dentro la camera,<br />
oppure con degli infermieri che fanno avanti e indietro. Quindi io magari ho appena<br />
lavato il bagno, però se il paziente deve andare in bagno ci va; rispetto a una scuola<br />
in cui io pulisco la scuola, dopo di me non entra più nessuno quindi se ho pulito bene<br />
rimane pulito. In una Casa di riposo, o se pulisco dentro degli uffici in cui c’è un via<br />
vai, perché magari non mi permettono di far le pulizie dopo l’orario di lavoro, vuol<br />
dire magari pulire con della gente che è dentro, quindi il tuo lavoro non sempre lo<br />
vedi, non sempre si vede. Perché ho appena svuotato il cestino, se un impiegato va<br />
lì, si siede, lo riutilizza: dura trenta secondi il mio lavoro. Chi lavora alla Casa di ri -<br />
poso, è ovvio, deve essere in grado di gestirsi magari non è che all’infermiere che<br />
entra nella stanza dice: «Ma va a quel paese!». Voglio dire, la differenza esi ste. Ma<br />
anche rispetto ai tempi: in una Casa di riposo magari entro mez zogiorno deve aver<br />
pulito venti stanze perché poi l’anziano deve ritornare nella stanza piuttosto che<br />
l’infermiere deve rimetterlo a letto. Magari in degli uffici, an che se io ho, che ne so,<br />
quattro ore di tempo, ma ci metto quattro ore e un quarto, perché sono più lento,<br />
più tranquillo è ovvio che lì può non essere un pro blema, tanto sono io che chiudo<br />
l’ufficio, sono io che chiudo la scuola. In una Casa di riposo invece sei hai dei tempi<br />
poi li devi rispettare: l’anziano deve rientrare. (Referente Cooperativa Due).<br />
La lunga citazione pone in luce due aspetti su cui merita soffermarsi. Il primo,<br />
e forse più importante, riguarda l’aumento del carico emotivo e re la zionale<br />
dovuto alla presenza delle persone che utilizzano i luoghi in cui le pu lizie vengono<br />
eseguite. Laddove questa presenza è - di necessità - non col la bo rativa (l’anziano<br />
che usa il bagno appena pulito, l’infermiere che calpesta un pa vimento appena<br />
lavato) sorgono specifiche esigenze di adattamento che pos sono comportare costi<br />
emotivi non sempre sopportabili da un paziente psi chia trico. La seconda attiene<br />
al tempo: la pulizia di un luogo in presenza dei suoi utilizzatori richiede un più<br />
stretto rispetto dei vincoli dell’orologio: le pu lizie devono avere inizio e chiudersi<br />
in una fascia oraria prestabilita. Questo ri du ce i margini di flessibilità temporale<br />
nella realizzazione del lavoro e può in nestare tensioni o conflitti nella squadra di<br />
lavoro 81 . Riferito alle pulizie, que sto esempio può comunque essere esteso ad altri<br />
contesti per i quali segnala la ne cessità di considerare, con la mansione svolta,<br />
anche il più vasto contesto so ciale entro cui il paziente psichiatrico e la squadra di<br />
cui è parte lavorano.<br />
Le criticità relative al lavoratore e alle “dinamiche di squadra” insistono su<br />
numerosi aspetti. Prendendo le mosse dal lavoratore, l’aspetto che più fa<br />
problema attiene a quanto il Presidente della cooperativa Tre definisce come<br />
“affidabilità”. Si tratta di una disposizione che include la motivazione al lavoro e<br />
la capacità di tradurre questa motivazione in comportamenti conseguenti.