Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
102<br />
parte prima<br />
tra i casi triestini e i casi torinesi, oggetto di un lavoro che verrà sviluppato in<br />
se guito. Le seguenti considerazioni sono pertanto da intendersi come ap pros -<br />
si mative e provvisorie.<br />
Nei casi triestini si riscontra sotto molti aspetti una posizione di maggiore<br />
apertura rispetto a quelli torinesi 76 . Innanzitutto nella città giuliana non sono<br />
presenti familiari il cui rendiconto tra i punti di forza e i punti di debolezza dei<br />
propri congiunti giochi a favore di questi ultimi, giacché per quattro persone<br />
su sei il bilancio è in pareggio, per le altre due è positivo. A Torino, al con tra -<br />
rio, soltanto tre persone su quattordici offrono un rendiconto positivo, mentre<br />
nei rimanenti undici casi il piatto della bilancia pende dal lato dei punti di<br />
debolezza. La prevalenza, a Trieste, di persone che si caratterizzano per una<br />
ma g giore apertura si riscontra anche sulla dimensione “area di collocazione”,<br />
do ve quattro triestini su sei privilegiano la classe “estesa” e cinque su sei un la -<br />
vo ro “vero” al contrario di quanto osservato a Torino. Nella nostra città, in fat -<br />
ti, solamente sei persone su quattordici esprimono tali preferenze, mentre le<br />
ri manenti otto restringono il campo a settori non governati dai vincoli strin -<br />
genti della produttività e della competizione, proponendo un pseudolavoro.<br />
Infine, la certificazione d’invalidità psichica in quattro casi su sei non è stata<br />
né richiesta né presa in considerazione, a differenza dei torinesi, che sono in<br />
pre valenza parenti di persone certificate. La posizione di maggiore apertura at -<br />
tribuita ai familiari triestini può essere spiegata in parte dal modello d’ap proc -<br />
cio al disturbo mentale adottato dai servizi psichiatrici triestini, in parte dal<br />
profilo delle persone intervistate, familiari e utenti.<br />
A Trieste l’organizzazione dei servizi di salute mentale e lo stile di lavoro<br />
degli operatori psichiatrici si caratterizza per l’apertura dei servizi territoriali<br />
sulle ventiquattro ore, sette giorni su sette e per il pieno coinvolgimento dei<br />
pa zienti e dei loro familiari in tutte le decisioni terapeutiche, e non, che li<br />
riguardano. Nel capoluogo piemontese, al contrario, tende a prevalere una ge -<br />
stione del disturbo mentale di tipo clinico, con un orario di servizio ridotto e<br />
un minore coinvolgimento degli utenti e dei familiari rispetto al modello trie -<br />
sti no. Nella città giuliana l’elemento d’antagonismo riscontrato a Torino da<br />
parte dei padri di figli maschi in un caso non è presente, mentre nell’altro è<br />
fortemente ridotto. Questo aspetto può essere riconducibile al fatto che a<br />
Trieste prevale un livello d’istruzione medio-alto, mentre a Torino la maggior<br />
par te delle persone intervistate ha un grado d’istruzione modesto. La stessa os -<br />
servazione può valere per la proposta d’un lavoro “vero” che si riscontra in<br />
mag gioranza a Trieste, dove al grado d’istruzione medio-alto si aggiungono<br />
con dizioni sociali attive nella metà dei casi osservati, al contrario di quanto ri -<br />
scon trato nei torinesi, caratterizzati per una prevalenza di condizioni sociali<br />
passive.<br />
Considerato che anche a Torino le persone con una posizione attiva in<br />
ambito occupazionale e un buon livello d’istruzione sono più propense<br />
all’offerta di un lavoro “vero” rispetto a coloro che si trovano al di fuori del