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12<br />

introduzione<br />

lo re, lasciando però intuire ciò che non viene detto. Inoltre, in molti casi<br />

l’esordio del disturbo psichico trova collocazione all’interno di traiettorie bio -<br />

gra fiche decisamente travagliate, segnate da forme di profondo disagio eco no -<br />

mico e culturale, da violenze e soprusi. L’immagine che meglio si presta a raf -<br />

figurare i protagonisti è quella di don Chisciotte un eroe “invincibile” 3 che a<br />

di spet to delle sconfitte subite in battaglia, riesce tutte le volte a trovare la forza<br />

di risalire sul proprio ronzino e affrontare una nuova battaglia. In molte delle<br />

nar razioni che ho raccolto ho riconosciuto la determinazione di questo eroe;<br />

in tutte il dolore delle sue sconfitte.<br />

Alle interviste ai pazienti sono seguite quelle ai loro familiari, o meglio a un<br />

loro sottoinsieme, identificato con la collaborazione e soprattutto con il con -<br />

senso dei nostri primi interlocutori. Le interviste ai familiari hanno reso di spo -<br />

nibili ulteriori informazioni sulle traiettorie biografiche dei pazienti psi chia -<br />

trici ma, soprattutto, ci hanno consentito di individuare i fattori che, nel con -<br />

te sto familiare ora facilitano, ora ostacolano la conciliazione tra lavoro e sof -<br />

ferenza psichica. Inoltre queste interviste, in più di un caso condotte coin -<br />

volgendo più di un componente del nucleo familiare, ci hanno consegnato<br />

un’im magine vivida del dolore che attraversa le famiglie nelle quali un com po -<br />

nen te ha un disturbo psichico. Le interviste confermano quanto è gia noto: il<br />

con testo familiare gioca un ruolo decisivo nei processi di riabilitazione. La<br />

questione non si esaurisce, tuttavia, in termini di entità del sostegno familiare.<br />

In alcuni casi, documentati dai materiali empirici raccolti, la famiglia osta -<br />

co la il processo di riabilitazione, ora perché è parte del problema, ora per le<br />

mo dalità con le quali fronteggia il disturbo psichico del proprio congiunto 4 .<br />

Esaurita l’analisi dal punto di vista dell’offerta, abbiamo poi considerato il<br />

versante della domanda, ovvero i contesti di lavoro entro i quali le persone con<br />

un disturbo psichico trovano (o possono trovare) occupazione. A questo scopo<br />

abbiamo condotto 14 studi di caso considerando 3 cooperative sociali di tipo<br />

B, 10 aziende private e 1 ente pubblico. I casi sottoposti a studio sono stati trat -<br />

ti da una lista messa a punto combinando le segnalazioni del Servizio Lavoro -<br />

Collocamento disabili, della Provincia di Torino 5 , quelle dei DSM torinesi e<br />

quel le di quattro dei pazienti intervistati che hanno consentito di prendere<br />

con tatto con le aziende presso le quali hanno o hanno avuto un rapporto di la -<br />

vo ro. In ciascuno dei casi esaminati abbiamo raccolto le te sti mo nian za del re -<br />

sponsabile del personale, dei colleghi del lavoratore gra vato da una disabilità<br />

psichica e del suo preposto. Il quadro che emerge è com posito, ben al di là<br />

dell’ovvia opposizione tra cooperative sociali e imprese pub bliche o private. In<br />

queste ultime, in particolare, le soluzioni organizzative - esplicite o implicite -<br />

adottate per accogliere un lavoratore con un disturbo psichico si muovono tra<br />

due estremi: la rinuncia e l’innovazione. Nel primo caso, quello del la rinuncia,<br />

le aziende decidono di assegnare al lavoratore una mansione su per flua per le<br />

attività dell’azienda, sulla quale le incertezze relative alle pre sta zioni lavorative<br />

non gravino in alcun modo. Sull’altro versante, quello dell’innovazione, l’a -

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