17-LOTTA BIOLOGICA ENTOMOFAGI - Dipartimento di Gestione dei ...

LOTTA BIOLOGICA
TRADIZIONALE
Santi Longo
Università degli Studi di Catania

LOTTA BIOLOGICA
USO DI ORGANISMI VIVENTI O DEI LORO PRODOTTI ALLO SCOPO DI
PROTEGGERE LE PIANTE DAGLI AGENTI BIOTICI DANNOSI
LOTTA BIOLOGICA TRADIZIONALE (DE BACH, 1964)
USO DI PREDATORI, PARASSITOIDI E PATOGENI PER CONTENERE LA
DENSITA’ DI POPOLAZIONE DI UN ORGANISMO NOCIVO A UN LIVELLO
INFERIORE A QUELLO CHE SI SAREBBE AVUTO IN LORO ASSENZA
TECNICHE MODERNE USO DI MEZZI CHE:
TECNICHE MODERNE USO DI MEZZI CHE:
- TRAGGONO ORIGINE DAGLI STESSI ORGANISMI NOCIVI
(FEROMONI, ORMONI DI SINTESI)
- SI VALGONO DEGLI STESSI ORGANISMI PER OTTENERE
ABBASSAMENTI DI POPOLAZIONE (STERILIZZAZIONE, GENI
LETALI, INCROCI STERILI)
- DERIVANO COMPONENTI BIOTICI LIMITANTI IN NATURA LE SPECIE
NOCIVE (TOSSINE BATTERICHE, FAGOINIBITORI, REPELLENTI,
EC.

LOTTA BIOLOGICA TRADIZIONALE
PRINCIPALI LIMITI APPLICATIVI
1. NON TUTTI GLI ORGANISMI DANNOSI POSSONO ESSERE
CONTROLLATI DA FATTORI BIOTICI
2. LA NATURA STESSA DELL’ANTAGONISMO TRA ENTOMOFAGO
E FITOFAGO CONSENTE UN AUMENTO DELLE POPOLAZIONI
DI DI QUEST’ULTIMO QUEST’ULTIMO CHE CHE PUO’ PUO’ RAGGIUNGERE RAGGIUNGERE LA LA SOGLIA SOGLIA DI DI
DANNOSITA’
3. IMPOSSIBILITA’ DI OTTENERE UN CONTROLLO IMMEDIATO
DELLE POPOLAZIONI DEL FITOFAGO PARAGONABILE A
QUELLO CHE SI PUO’ OTTENERE CON I FITOFARMACI
4. ESIGENZA DI OPERARE SU VASTE AREE O SU COLTURE
IN AMBIENTE PROTETTO

LOTTA BIOLOGICA
E’ UNO DEGLI ASPETTI APPLICATI DELL’ECOLOGIA.
CONSISTE NELL’ USO DI AGENTI BIOTICI PER CONTENERE LE
PERDITE DI PRODUZIONE E CONSERVARE LE QUALITA’
AMBIENTALI DI INTERESSE PRIVATO E SOCIALE.
IN CAMPO AGRICOLO
CONSISTE NELL’IMPIEGO DI AGENTI BIOTICI (VIRUS, BATTERI,
FUNGHI, PIANTE, PROTOZOI, ACARI, INSETTI, VERTEBRATI)
PER CONTENERE LE POPOLAZIONI DI ORGANISMI NOCIVI
ENTRO SOGLIE DI NON DANNOSITA’ ECONOMICA
CONTROLLO BIOLOGICO NATURALE
AZIONE REGOLATIVA DEGLI AGENTI BIOTICI IN NATURA
(EQUILIBRI BIOLOGICI NEGLI ECOSISTEMI)
IN CONTESTI FORESTALI
GLI INTERVENTI DI LOTTA BIOLOGICA SONO I PIU’
PROMETTENTI PERCHE’ BASATI SULL’USO STRATEGICO DELLE
STESSE RISORSE DISPONIBILI IN NATURA.
IN FORESTA OCCORRE INDICARE LE STRATEGIE IDONEE A FAVORIRE
IL RIPRISTINO DEGLI EQUILIBRI NATURALI

BIOTOPO
Componente
Inorganica
Pedologica
Climatica
BIOCENOSI
Componente
Organica
Vegetale
Animale
ECOSISTEMA:
UNITA’ FONDAMENTALE DEGLI STUDI ECOLOGICI.
Substrato
Fattori fisico-chimici
ORGANISMI DEMOLITORI
Delegati a riconvertire
L’organico in inorganico
Frazione autotrofa
(PRODUTTORI)
Frazione eterotrofa
(CONSUMATORI)
Suolo
Acqua
Temperatura
Umidità
Fotoperiodo
Concentrazione ionica
Vegetali clorofillati
Batteri autotrofi
Animali erbivori e
Carnivori di 1°e 2°grado

LOTTA BIOLOGICA. Uso di agenti biotici (virus,
batteri, funghi, piante superiori, protozoi, nematodi,
acari, insetti, ecc.) o dei loro prodotti per
contenere le popolazioni di organismi
potenzialmente dannosi al di sotto di soglie di
dannosità dannosità economica.
economica.
LOTTA BIOLOGICA CLASSICA
LOTTA BIOLOGICA ARTIFICIALE
LOTTA BIOLOGICA NATURALE
LOTTA BIOLOGICO-INTEGRATA
LOTTA MICROBIOLOGICA

LOTTA BIOLOGICA.
LOTTA BIOLOGICA CLASSICA
Impiego di entomofagi esotici contro fitofagi introdotti in ambienti
simili a quelli di origine di entrambe le specie e pertanto in grado di
assicurarne l’insediamento e lo sviluppo (metodo propagativo)
LOTTA BIOLOGICA ARTIFICIALE
Impiego massivo di entomofagi indigeni o di entomopatogeni, allevati
in insettario o prodotti in laboratorio, contro fitofagi indigeni o esotici
di remota introduzione in ambienti instabili o comunque non idonei al
loro stabile ed efficace insediamento (metodo inondativo).
LOTTA BIOLOGICA NATURALE
Impiego di inoculi di entomofagi o di entomopatogeni, prelevati in
natura o allevati in in settario, contro fitofagi indigeni o esotici, in
ambienti stabili e in grado di assicurarne lo stabile insediamento e
moltiplicazione a spese delle loro vittime (metodo inoculativo)
LOTTA BIOLOGICO-INTEGRATA
Protezione e potenziamento degli entomofagi presenti
nell’agroecosistema attraverso interventi mirati alla loro
salvaguardia e al mantenimento delle condizioni ottimali di sviluppo
(metodo protettivo).

LOTTA MICROBIOLOGICA - metodologia di lotta
biologica (metodo inondativo), che prevede
l’impiego di microrganismi entomopatogeni per
indurre epizoozie nelle popolazioni delle specie
dannose, dannose, contenendone contenendone le le pullulazioni.
pullulazioni.
Viene messa in atto mediante l’impiego di virus,
batteri, funghi, protozoi e nematodi (anche se
quest’ultimi sono metazoi).
Le principali applicazioni sono quelle di formulati a
base di Bacillus thuringiensis

Mezzi fisici
Mezzi chimici
(da Krieg, 1976 modificato)
MEZZI E METODI DI LOTTA
Mezzi biologici
Mezzi biotecnici
Metodi colturali

LOTTA INTEGRATA (IPM)
MEZZI CHIMICI
MEZZI BIOLOGICI
MEZZI FISICI
PRATICHE
SELVICOLTURALI

Prodotti
fitosanitari
CONTROLLO
INSETTI
Resistenza piante
Lotta
biologica

METODI BIOLOGICI
• MANIPOLAZIONE DEI RAPPORTI
INTERSPECIFICI:
• IMPIEGO DI ENTOMOFAGI ED
ENTOMOPATOGENI
• BIOTECNOLOGIE
• MANIPOLAZIONE DEI RAPPORTI
INTRASPECIFICI: metodi biotecnici
MANIPOLAZIONE DI MECCANISMI PRE-COPULA
FEROMONI
MANIPOLAZIONE DI MECCANISMI POST-COPULA
AUTOCIDIO

MANIPOLAZIONE DEI RAPPORTI
INTERSPECIFICI
LINEE PRINCIPALI:
• RICOSTITUZIONE E MANTENIMENTO DEGLI
EQUILIBRI BIOLOGICI
– METODO INOCULATIVO
• INTRODUZIONE DI UN NUMERO MODESTO DI ENTOMOFAGI IN
GRADO DI RIPRODURSI NEI NUOVI MICROAMBIENTI
– METODO METODO PROPAGATIVO
PROPAGATIVO
• TRASFERIMENTO DI AGENTI BIOTICI DALLA LORO AREA
D’ORIGINE A NUOVE AREE IN CUI L’OSPITE E’ STATO
INTRODOTTO
• ESALTAZIONE DELLE PRESTAZIONI BIOLOGICHE
– METODO INONDATIVO
• L’ORGANISMO, ENUCLEATO DALL’ECOSISTEMA ORIGINARIO,
DOPO ALLEVAMENTO IN INSETTARI O IN BIOFABBRICHE,
ASSUME CARATTERISTICHE CHE LO ACCOSTANO A UN
FORMULATO INSETTICIDA

ENTOMOFAGIA
attività largamente diffusa nella classe degli insetti, ove si
manifesta attraverso comportamenti molto vari che vanno dalla
PREDAZIONE, al PARASSITOIDISMO fino a un vero
PARASSITISMO.
Le diverse categorie di entomofagi non sono nettamente separate
tra di loro, ma indicano i MODELLI ETOLOGICI PREVALENTI,
collegati collegati da da numerosi numerosi e e molteplici molteplici CASI CASI DI DI TRANSIZIONE.
TRANSIZIONE.
Predatori che si evolvono a spese di una sola grande
vittima al pari dei parassitoidi
Parassitoidi che abbisognano di varie piccole vittime al
pari dei predatori

ENTOMOFAGIA
MODELLI ETOLOGICI PREVALENTI
(numerosi casi di transizione)
PREDAZIONE
PARASSITOIDISMO
PARASSITISMO
ECTOFAGIA
ECTOFAGIA
ENDOFAGIA

PREDATORI
-DIFFUSI NELL’AMBITO DELL’INTERA CLASSE DEGLI INSETTI
ESOPTERIGOTI: ORTOTTEROIDI, RINCOTI
ENDOPTERIGOTI: COLEOTTERI, NEUROTTERI, DITTERI
PARASSITOIDI
-COMPRESI SOLO TRA GLI ENDOPTERIGOTI
ECTOPARASSITOIDI
ENDOPARASSITOIDI
LEPIDOTTERI
COLEOTTERI
COLEOTTERI
DITTERI BRACHICERI CICLORRAFI
IMENOTTERI SINFITI (ORUSSIDI)
APOCRITI
PARASSITI
STREPSITTERI- lasciano in vita gli ospiti anche se
variamente menomati soprattutto nel comportamento

ENTOMOFAGIA
PREDATORI PARASSITOIDI PARASSITI
idiobionti
koinobionti
conformer regulator

CARATTERISTICHE POSITIVE DEGLI ENTOMOFAGI
ADATTABILITA’ ALLE CONDIZIONI AMBIENTALI
SPECIFICITA’ (MONO - OD OLIGOFAGIA)
SINCRONIA DI SVILUPPO CON L’OSPITE
CAPACITA’ DI RICERCA DELL’OSPITE
- A BASSA DENSITA’ DI POPOLAZIONE
- NEI PRIMI STADI DI SVILUPPO (UOVO, L1)
CAPACITA’ DI DIFFUSIONE
- ALMENO PARI A QUELLA DELL’OSPITE
POTENZIALE BIOTICO SUPERIORE A QUELLO DELL’OSPITE
-NUMERO DI GENERAZIONI, NUMERO UOVA ECC.
ASSENZA DI IPERPARASSITI
ASSENZA DI AZIONE FAGOCITARIA DELL’OSPITE
ASSENZA DI CANNIBALISMO NEGLI ADULTI

ENTOMOFAGI
PREDATORI
- ATTIVITA’ PREDATORIA NEGLI STADI DI LARVA E / O DI ADULTO
- SI NUTRONO DI PIU’ INDIVIDUI DELLA SPECIE VITTIMA
- HANNO LARVE PROVVISTE DI ORGANI LOCOMOTORI:
COLEOTTERI, NEUROTTERI, DITTERI ORTOTTEROIDI, RINCOTI
PARASSITOIDI
PARASSITOIDI
(ENTOMOPARASSITI, PARASSITI PROTELICI)
- ENTOMOFAGI SOPRATTUTTO NEGLI STADI LARVALI
- EVOLVONO IN RAPPORTO A UN SOLO INDIVIDUO VITTIMA
- HANNO LARVE PRIVE DI ORGANI LOCOMOTORI
- HANNOSTRETTO RAPPORTO CON LA FISIOLOGIA
DELLA VITTIMA : DITTERI, IMENOTTERI
PARASSITI
- STREPSITTERI- lasciano in vita gli ospiti
anche se variamente menomati soprattutto
nel comportamento

PARASSITOIDI
PRINCIPALI DIFFERENZE DAI PARASSITI:
-LO SVILUPPO DI UN INDIVIDUO CAUSA LA MORTE DELL’OSPITE
-L’OSPITE E’ IN GENERE DELLA STESSA CLASSE ZOOLOGICA
-HANNO GRANDI DIMENSIONI RISPETTO ALL’OSPITE
-SONO, DI NORMA, PARASSITI SOLO ALLO STATO LARVALE
-NON CAMBIANO OSPITE DURANTE LO SVILUPPO LARVALE
- IL LORO EFFETTO SULLA DINAMICA DI POPOLAZIONE
DELL’OSPITE E’ SIMILE A QUELLO DEI PREDATORO

RAGGRUPPAMENTO DEI PARASSITOIDI
CONSIDERANDO:
- IL RAPPORTO CON L’OSPITE ECTOPARASSITOIDI
ENDOPARASSITOIDI
- LO STADIO DELL’OSPITE OOFAGI, OVO- LARVALI,
PARASSITIZZATO LARVALI
LARVO - PUPALI,
PUPALI
- IL IL RAPPORTO RAPPORTO GREGARI GREGARI MULTIPARASSITISMO
MULTIPARASSITISMO
OSPITE/n° PARASSITOIDI SOLITARI
- LA GAMMA DI OSPITI MONOFAGI OBBLIGATI
OLIGO - POLIFAGI FACOLTATIVI
- L’OSPITE ATTACCATO PRIMARI
SECONDARI IPERPARASSITISMO
TERZIARI ECC. (AUTOPARASSITISMO)

RAPPORTO PARASSITARIO
REGOLAZIONE DELLA FISIOLOGIA DELL’OSPITE
i PARASSITOIDI sono distinti in:
-IDIOBIONTI se attaccano l’ospite nello stato e nel sito ove esso
sarà parassitizzato, senza concedergli ulteriore
sopravvivenza (es.: Trichogramma spp. parassitoidi oofagi)
- KOINOBIONTI, se attaccano l’ospite nello stato e nel sito nei
quali quali la la parassitizzazione parassitizzazione consentirà, consentirà, per per un un periodo periodo
variabile (anche di mesi), la sua sopravvivenza
conformer regulator

IDIOBIONTI
sono in gran parte compresi tra gli ECTOPARASSITOIDI
- SCARSA DIPENDENZA DALL’OSPITE CHE UCCIDONO QUASI
SUBITO (lo sviluppo della larva può essere quasi del
tutto indipendente da quello dell’ospite.)
- TENDENZA ALLA POLIFAGIA (parassitoidi generalist)
-- NUMERO NUMERO DI DI GENERAZIONI GENERAZIONI SUPERIORE SUPERIORE A A QUELLO QUELLO
DELL’OSPITE sfruttando ripetutamente la stessa
generazione e passando poi ad altre specie
- SCELTA DELL’OSPITE SU BASE BIOCENOTICA

ECTOPARASSITOIDI (forma più primitiva di parassitoidismo)
hanno comportamenti simili a quelli dei predatori
con la differenza che normalmente attaccano un solo
ospite che viene paralizzato dalle femmine ovideponenti
- ATTACCANO INSETTI EVOLVENTISI I N MICROAMBIENTI
PROTETTI E PREFERIBILMENTE IN STADI DI SVILUPPO
AVANZATI, dato che l’ospite contaminato non è più in
grado di accrescersi.
- POSSONO ATTACCARE PIU’ VITTIME QUALORA GREGRIE
ENTRO ENTRO MINE, MINE, GALLE, GALLE, O O NIDI NIDI PEDOTROFICI
PEDOTROFICI
- POSSONO SVOLGERE PIU’ GENERAZIONI RISPETTO ALL’OSPITE

KOINOBIONTI
sono quasi esclusivamente ENDOPARASSITOIDI
-FISIOLOGICAMENTE INTEGRATI CON L’OSPITE CHE
LASCIANO MUTARE E CRESCERE
- TENDENZA ALLA OLIGOFAGIA (parassitoidi specialist)
-- NUMERO NUMERO DI DI GENERAZIONI GENERAZIONI UGUALE UGUALE A A QUELLO QUELLO DELL’OSPITE
DELL’OSPITE
- SCELTA DELL’OSPITE SU BASE SISTEMATICA

ENDOPARASSITOIDI evoluzione verso il parassitismo p.d.
la larva vivendo nel lacunoma di un unico ospite ne può subire,
durante le prime età condizionamenti nel ritmo di crescita compresa
l’induzione dello stato di diapausa, con conseguente:
SINCRONIZZAZIONE DEI CICLI FRA I DUE SIMBIONTI
ATTACCANO OSPITI VIVENTI ALL’APERTO
PREFERISCONO PREFERISCONO GLI GLI STADI STADI GIOVANILI GIOVANILI (in (in accrescimento)
accrescimento)
IMENOTTERI TEREBRANTI contaminazione diretta
LARVE “INETTE” la femmina prepara l’ospite iniettando
sostanze atte a deprimere i meccanismi di difesa emocitaria
e il ritmo di crescita
DITTERI CICLORAFI contaminazione indiretta
LARVE ATTIVE E RESISTENTI. La femmina abbandona le uova

PARASSITOIDI:
IMENOTTERI: le femmine adottano tecniche raffinate a
beneficio delle larve inermi.
La soppressione della REAZIONE EMOCITARIA è
condizione necessaria per la sopravvivenza larvale
fattore primario per la scelta della vittima
numerose specie raggruppate in famiglie omogenee
DITTERI; le femmine si limitano a deporre le uova o le larve
sul corpo dell’ospite o nell’ambiente circostante
Le larvette robuste e vivaci sono in grado di:
contrastare i processi di incapsulamento
vincere le resistenze interne
poche specie disperse in famiglie a comportamento vario

ADATTAMENTI AL PARASSITOIDISMO - UOVA.
Deposte nel corpo della vittima (IMENOTTERI TEREBRANTI)
- corion esile (scambi con l’emolinfa dell’ospite,
aumentano di volume da 10 a 100 volte)
Incollate sul corpo dell’ospite (DITTERI LARVEVORIDI)
- corion rigido al dorso e tenero al ventre (MACROTIPICHE)
Incollate Incollate al al substrato substrato (DITTERI)
(DITTERI)
- simili alle macrotipiche (MICROTIPICHE)
Infisse nel tegumento dell’ospite (IMENOTTERI ENCIRTIDI)
- con peduncolo respiratorio
Uova dimorfiche (IMENOTTERI AFELINIDI)
- peduncolate (aploidi) larve maschili ectofaghe
- sessili (diploidi) larve femminili endofaghe

ADATTAMENTI AL PARASSITOIDISMO - LARVE
ECTOFAGHE
IMENOTTERI APOCRITI
primi stadi talora forniti di brevi processi di ancoraggio.
Sono più mobili e ricche di peli delle larve endofaghe
ENDOFAGHE
RESPIRAZIONE:
IMENOTTERI TEREBRANTI chiusura degli stigmi e
tegumento tegumento sottile sottile scambi scambi gassosi gassosi con con l’emolinfa
l’emolinfa
dell’ospite
dell’ospite
DITTERI CICLORRAFI stigmi posteriori in posizione
caudale preadattate a vivere da endozoe
imbuti respiratori tegumentali (spinule per forare l’ospite

ADATTAMENTI AL PARASSITOIDISMO - ADULTI
ORGANI GENITALI
INTERNI: elevato numero di ovarioli ed elevata fecondità
grandi uteri per l’incubazione di molte uova.
ESTERNI:
- IMENOTTERI ovopositore modificato in terebra allungata
(ovideposizione, iniezione secreti, perforazione vegetali)
-DITTERI -DITTERI ovopositore ovopositore di di sostituzione
sostituzione
- LARVEVORIDI ovopositore breve - contaminaz. Indiretta
ovopositore lungo - contaminaz, diretta
ORGANI PERFORANTI SECONDARI in specie che depongono
larve nel lacunoma della vittima
ALTRI ADATTAMENTI: IMENOTTERI DRIINIDI sviluppo ipertelico
dei tarsi delle zampe anteriori delle femmine (blocco vittima)

EFFETTI INDOTTI ALLE VITTIME DA IMENOTTERI
(BRACONIDI CHELONINI) PARASSITOIDI
vanno distinti in:
“REGOLAZIONE VERA E PROPRIA”
INFLUENZE ESERCITATE SOPRATTUTTO A LIVELLO
DELLA FISIOLOGIA DELLA VITTIMA CHE RISULTANO
VANTAGGIOSE VANTAGGIOSE ALLO ALLO SVILUPPO SVILUPPO DELL’ENTOMOFAGO
DELL’ENTOMOFAGO
“STRESS”
EFFETTI INDIFFERENTI AI FINI DEL BUON ESITO
DEL PARASSITISMO

EFFETTI INDOTTI DA PARASSITOIDI IMENOTTERI NEI LORO OSPITI
ALTERAZIONI MORFOLOGICHE, ISTOLOGICHE, ANATOMICHE
EFFETTI SU GONADI E RIPRODUZIONE
EMOLINFA, CONTENUTO IN GLICOGENO
ENZIMI
NUTRIZIONE E PESO
RESPIRAZIONE
SVILUPPO SVILUPPO (ARRESTO, (ARRESTO, ALLUNGAM. ALLUNGAM. ACCELERAZ.)
ACCELERAZ.)
APPARATO ENDOCRINO
PARALIZZAZIONE
COMPORTAMENTO
SUSCETTIVITA’ ALLE INFEZIONI
MORTE PREMATURA

DOMINANZA ORMONALE DEGLI OSPITI SUI PARASSITOIDI
L’accrescimento di molti parassitoidi è regolato dagli ormoni dei
loro ospiti soprattutto nel corso delle prime due età
DIPENDENZA ORMONALE DEL PARASSITOIDE varia secondo:
- LA SPECIE DEL PARASSITOIDE
- LO STADIO DELLA VITTIMA IN CUI SI CONCLUDE LO SVILUPPO
DIAPAUSA BREVE I età larvale (consente di procastinare la
morte morte dell’ospite dell’ospite che che può può accrescersi)
accrescersi)
DIAPAUSA LUNGA fasi iniziali della II età. (consente di
sincronizzare i cicli biologici dei simbionti)
ORMONI COINVOLTI:
- NEOTENINA ARRESTO DI SVILUPPO (in alte dosi)
- ECDISONE FATTORE ATTIVANTE

Aspetti teorici dell’applicazione
della “lotta biologica classica”
• La lotta biologica si basa sul concetto di stabilità delle
biocenosi la quale dipende direttamente dalla
biodiversità dell’ecosistema considerato
• Caso per caso è necessario optare tra le cosiddette
introduzioni “multiple” e l’introduzione della presunta
“migliore specie”
• E’ meglio introdurre un entomofago polifago anziché uno
stenofago o specifico
• I fitofagi che causano danni indiretti alla produzione
meglio si prestano a programmi di lotta biologica
• Soli pochi casi di programmi di lotta biologica hanno
avuto successo completo

WISOKI, 1998. Solo il 5% dei casi di controllo degli
organismi dannosi è basato su tecniche di lotta
biologica
WILSON, 1970.
220 casi di pieno successo contro
110 specie di organismi nocivi in 60 paesi
GREATHEAD GREATHEAD & & GREATHEAD, GREATHEAD, 1992. 1992.
540 specie di insetti dannosi controllati
1200 introduzioni di entomofagi.
VAN DRIESCHE & BELLOW, 1996
2741 casi di organismi dannosi
860 casi di introduzione di ausiliari
216 casi di controllo efficace
393 specie di parassitoidi impiegate.

PERCENTUALI DI SUCCESSO COMPLETO IN PROGRAMMI DI LOTTA BIOLOGICA
(AESCHLIMANN & KARL, 1987)
AUTORI AVVERSITA’ CASI % SUCCESSI
DE BACH, 1964 INSETTI 225 29,3
LAING &JUNGI, 1976 INSETTI 327 31,5
“ “ “ “ “ “ MALERBE MALERBE 57 57 22,8 22,8
HALL et al. 1980 ARTROPODI 602 16,0
PIMENTEL, 1980 MALERBE+ INVERT. 650 10,0
VAN LENTEREN 1983 MOLLUSCHI+ARTR. 260 24,2
JULIEN, 1984 MALERBE 174 29,0

Analisi di 148 casi di fallite introduzioni di entomofagi :
(STILING, 1993)
Fattori climatici……………………………………… 24,3%
Mancanza di ospiti alternativi e
ceppi di entomofagi non idonei…………………… 14,9%
Mancata sincronizzazione fra i cicli biologici … 9,5%
Iperparassitoidismo Iperparassitoidismo e e parassitoidismo parassitoidismo ………… ………… 8,1% 8,1%
Predazione…………………………………………….... 6,8%
Attività umana (trattamenti insetticidi )………… 36,4%

Principali cause di fallimento di introduzioni di entomofagi dovute
all’attività umana ( STILING, 1993)
Trattamenti insetticidi nelle aree di lancio
Deriva degli insetticidi da aree vicine
EFFETTI DEI TRATTAMENTI INSETTICIDI SULLE POPOLAZIONI DI
ENTOMOFAGI:
MORTALITA’ IMMEDIATA
MORTALITA’ MORTALITA’ RITARDATA RITARDATA (effetti (effetti residuali)
residuali)
altri altri effetti effetti residuali:
residuali:
ridotta fertilità
ridotta longevità
mancanza di fitofagi ospiti
repellenza
ridotti tassi riproduttivi

L'attuazione di un programma
di controllo biologico classico
prevede una serie di
fasi fasi d'intervento d'intervento che che possono possono
richiedere più anni per essere
realizzate

PRIMA FASE
1. Identificazione del fitofago e del
suo centro di origine;
2. 2. Identificazione Identificazione dei dei suoi suoi potenziali
potenziali
nemici naturali presenti nelle
stesse regioni originarie;
3. Rinvenimento e introduzione
degli entomofagi;

SECONDA FASE
4. Valutazione degli entomofagi in
laboratorio di quarantena;
5. 5. Allevamento Allevamento dei dei parassitoidi parassitoidi in in
insettario;
insettario;
6. Insediamento dei parassitoidi;
7. Valutazione dell'efficacia dei
parassitoidi.

Presupposti applicativi di un programma di
manipolazione di un entomofago
• l'entomofago è considerato potenzialmente efficace anche
se periodicamente inefficace a causa di avverse condizioni
ambientali o scarsa adattabilità
• altri metodi risultano inaccettabili per ragioni economiche,
tossicologiche ed ecologiche
• la la lotta lotta chimica chimica è è necessaria necessaria solo solo per per pochi pochi fitofagi fitofagi
dell'agroecosistema considerato, mentre la restante parte
dei fitofagi nocivi risulta ben controllata naturalmente
• il fitofago ospite non è facilmente o sufficientemente
controllato, oppure sarebbe troppo oneroso da controllare
con altri sistemi

Fattori che possono interferire sull’efficacia
di un entomofago introdotto
• HABITAT
– fattori climatici avversi
– piante ospiti inidonee
– scarse scarse risorse risorse alimentari alimentari (melata, (melata, polline, polline,
acqua)
– elevata competizione interspecifica
– presenza di residui tossici
– pratiche colturali inidonee

Fattori che possono interferire sull’efficacia
di un entomofago introdotto
• OSPITE
– voltinismo (andamento delle generazioni) non
sincronizzato
– resistenza resistenza all'entomofago all'entomofago indotta indotta dalla dalla pianta pianta
ospite
– biotipo non suscettibile all'attacco
– mancanza o rarefazione periodica di stadi
parassitizzabili o predabili

Fattori che possono interferire
sull’efficacia di un entomofago introdotto
• ENTOMOFAGO
– diapausa ovarica, migrazione e
aggregazione
– basso livello riproduttivo
– difficoltà di riprodursi a bassa densità

CONOSCENZE SULLA SPECIE
ENTOMOFAGA
ACCOPPIAMENTO
FECONDITA’
LONGEVITA’
SEX RATIO
RAPPORTO CON L’OSPITE
SUPERPARASSITISMO
SUPERPARASSITISMO
CANNIBALISMO
PREFERENZA

ALLEVAMENTO ENTOMOFAGI
SCOPI:
- DISPONIBILITA’ PER INTRODUZIONI IN CAMPO
- STUDI BIO- ETOLOGICI
- FORNITURA CEPPI ALLEVAMENTI MASSALI
CONOSCENZE SU:
BIO- BIO- ETOLOGIA ETOLOGIA ENTOMOFAGO
ENTOMOFAGO
CARATTERISTICHE FITOFAGO OSPITE
VEGETALE OSPITE
TIPI DI SUBSTRATO ALLEVAMENTO
CONDIZIONI AMBIENTALI ALLEVAMENTO

CARATTERISTICHE DELLA SPECIE FITOFAGA OSPITE
ACCETTABILITA’ DA PARTE DELL’ENTOMOFAGO
FACILMENTE ALLEVABILE IN INSETTARIO
ALTA FECONDITA’ E BREVE CICLO BIOLOGICO
ASSENZA DI SECREZIONI NOCIVE
POLIFAGIA
POLIFAGIA
RESISTENZA AGLI ENTOMOPATOGENI

CARATTERISTICHE DEL VEGETALE OSPITE
ADATTABILITA’ ALLE CONDIZIONI DELL’INSETTARIO
DISPONIBILE A BASSO COSTO
TIPI DI SUBSTRATO DI ALLEVAMENTO
NATURALE
DI SOSTITUZIONE O DA INSETTARIO (ZUCCHE, TUBERI )
ARTIFICIALE
CONDIZIONI AMBIENTALI ALLEVAMENTO
TEMPERATURA (23-27 °C)
UMIDITA’ RELATIVA (60-70%)
FOTOPERIODO (ORE LUCE- BUIO)

IMPIEGO DI ENTOMOFAGI ALLEVATI IN INSETTARIO
INSUCCESSI NELLA LOTTA BIOLOGICA CLASSICA IMPUTABILI A
SCARSA QUALITA’ DEL MATERIALE IMPIEGATO A CAUSA DI:
- ECCESSIVO PERIODO DI STOCCAGGIO
- STRESS DA TRASPORTO
- BASSE PRESTAZIONI BIOLOGICHE IN CAMPO
COMPETIZIONE COMMERCIALE MIRATA A
RIDURRE RIDURRE I I COSTI COSTI DI DI PRODUZIONE PRODUZIONE DEGLI DEGLI ENTOMOFAGI
ENTOMOFAGI
RIFLESSI SULLA
QUALITA’ DEGLI ENTOMOFAGI POSTI IN COMMERCIO

CONTROLLO DI QUALITA’
SCOPO: STABILIRE SE UN ENTOMOFAGO ALLEVATO IN
INSETTARIO E’ IN GRADO DI CONTROLLARE
EFFICACEMENTE IL FITOFAGO BERSAGLIO
(VAN LENTEREN, 1991)
INSETTARI INDUSTRIALI
- RIDUZIONE COSTI DI PRODUZIONE
RICORSO A : OSPITI DI SOSTITUZIONE, DIETE ARTIFICIALI
- TECNICHE DI ALLEVAMENTO MASSALE
OPERANO PRESSIONI SELETTIVE DEGLI ENTOMOFAGI
POSSONO POSSONO CONDURRE CONDURRE -DOPO -DOPO VARIE VARIE GENERAZIONI- GENERAZIONI- A A
SOSTANZIALI MUTAMENTI DELL’ ETOLOGIA
DELL’ENTOMOFAGO CON POSSIBILI RIPERCUSSIONI
NEGATIVE SULLA SUA ATTIVITA’ PARASSITARIA

SISTEMI DI CONTROLLO DI QUALITA’
- TUTELA DELL’ALLEVATORE
- GARANZIA PER L’UTILIZZATORE
PROCEDURE INTERNE DI CONTROLLO RIGUARDANO
NUMERO MINIMO DI ESEMPLARI/CONFEZIONE
ASSENZA DI ORGANISMI DI SPECIE DIVERSA
ASSENZA ASSOLUTA DI FITOFAGI
VERIFICA DI PRESTAZIONI BIOLOGICHE SPECIFICHE
% % DI DI SFARFALLAMENTO
SFARFALLAMENTO
SEX SEX RATIO RATIO
FECONDITA’ FEMMINE
ESIGENZA DI UNIFORMARE LE METODOLOGIE DI CONTROLLO

REALIZZAZIONI DI LOTTA BIOLOGICA IN AMBIENTI FORESTALI ITALIANI
FITOFAGI ENTOMOFAGI ANNO
Traumatocampa pityocampa Formica rufa 1950
Traumatocampa pityocampa Baryscapus servadeii 1977
Ooencyrtus pityocampae 1991
Lymantria dispar Ooencyrtus kuwanae 1994
Euproctis chrysorroea Telenomus turkarkantas 1983
Calosoma sicophanta 1988
Gonipterus scutellatus Anaphes nitens 1978
Metcalfa pruinosa Neodryinus typhlocybae 1994
Ophelinus masckelli Closterocerus chamaleon 2009
Matsucoccus feytaudi Elatophilus nigricornis, E.pini 1991
Dryocosmus kuriphilus Torymus sinensis 2004