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Figura 6. L’HDTV nel salotto (foto SAGEM).<br />
i sistemi HD MUSE e HD MAC.<br />
Ma se <strong>il</strong> successo tecnologico è <strong>in</strong>discusso,<br />
non si può dire che attraverso questa moltiplicazione<br />
di percorsi possib<strong>il</strong>i si arrivi a def<strong>in</strong>ire<br />
una strategia di sv<strong>il</strong>uppo. O meglio, una ne viene<br />
favorita, <strong>in</strong> modo surrettizio: poiché nessuno<br />
dei due sistemi, giapponese ed europeo, ha la<br />
forza di imporsi come standard <strong>in</strong>ternazionale,<br />
la scelta europea di un proprio sistema f<strong>in</strong>isce<br />
per favorire obiettivamente la scelta USA, determ<strong>in</strong>ando<br />
la f<strong>in</strong>e <strong>del</strong> progetto di HD analogico per<br />
priv<strong>il</strong>egiare l’anticipo <strong>del</strong> digitale sostenuto dagli<br />
USA. Un anticipo rivelatosi per altro più diffic<strong>il</strong>e<br />
<strong>del</strong> previsto. C’è <strong>in</strong>fatti chi ritiene che se si <strong>in</strong>tende<br />
come momento di <strong>in</strong>izio <strong>del</strong> digitale non le<br />
dimostrazioni degli anni ’90, ma la sua partenza<br />
effettiva prevista per <strong>il</strong> 2010 vi sarebbe stato lo<br />
spazio per una f<strong>in</strong>estra per l’HD analogica. Certo<br />
è che <strong>il</strong> Giappone perde la sua scommessa<br />
di mercato, rimanendo chiuso con la sua HD<br />
analogica nei conf<strong>in</strong>i nazionali. Ma non v<strong>in</strong>ce certo<br />
l’Europa che nel frattempo ha anche abbandonato<br />
<strong>il</strong> tentativo di televisione migliorata.<br />
In def<strong>in</strong>itiva, vediamo <strong>il</strong> primo capitolo di questa<br />
odissea <strong>del</strong>l’HD chiudersi su un’Europa che<br />
perde un’occasione e rimane <strong>in</strong>dietro nel processo<br />
<strong>in</strong>novativo che avrebbe <strong>in</strong>vece potuto guidare.<br />
La cosa non è senza conseguenze: <strong>in</strong>fatti ancora<br />
una volta – trascorsi i 10 anni <strong>del</strong>la “pausa lettura”<br />
– quando si apre un secondo capitolo, esso<br />
GLI ALBORI DELL’ALTA DEFINIZIONE<br />
si apre su un’Europa che gioca di rimessa, mentre<br />
Giappone e Usa trovano un punto comune nella<br />
premessa che <strong>il</strong> digitale ha mutato la catena<br />
<strong>del</strong>lo sv<strong>il</strong>uppo <strong>del</strong>l’HD e la sua funzionalità.<br />
Nuovo mo<strong>del</strong>lo di sv<strong>il</strong>uppo<br />
Nel nuovo m<strong>il</strong>lennio, tutto è ormai def<strong>in</strong>itivamente<br />
<strong>in</strong>centrato sul digitale. Si va <strong>del</strong><strong>in</strong>eando un<br />
nuovo mo<strong>del</strong>lo di sv<strong>il</strong>uppo articolato su diversi<br />
steps: fra di essi – è questa la differenza con la<br />
situazione precedente – c’è anche l’HD, non più<br />
vista come soluzione antagonista. In altre parole,<br />
mentre l’HD prima “disturbava” <strong>il</strong> previsto passaggio<br />
dall’analogico al digitale, oggi la stessa<br />
tecnologia di ieri – vista sotto una nuova luce –<br />
diventa funzionale allo sv<strong>il</strong>uppo digitale.<br />
Per altro, a monte <strong>del</strong>la ripresa <strong>del</strong>l’HD sta<br />
un’altra scelta strategica di lunga durata: non<br />
priv<strong>il</strong>egiare solamente l’aspetto quantitativo <strong>del</strong><br />
mercato ma affiancarvi quello qualitativo. L’HD<br />
è funzionale a questa scelta perché sottol<strong>in</strong>ea<br />
una differenza: la sua caratteristica di miglioramento<br />
qualitativo <strong>del</strong>l’immag<strong>in</strong>e diventa una forte<br />
valenza di mercato che identifica una nicchia,<br />
un target medio-alto di utenti che si avvic<strong>in</strong>ano<br />
al digitale, anche attraverso l’HD.<br />
Questa nuova strada verso l’HD viene percorsa<br />
immediatamente da Giappone, Usa e Australia<br />
a partire dall’<strong>in</strong>izio <strong>del</strong> nuovo m<strong>il</strong>lennio. L’Europa,<br />
<strong>in</strong>vece riprende timidamente <strong>il</strong> lavoro sull’HD,<br />
con <strong>il</strong> rischio di rimanere <strong>in</strong>trappolata nel<br />
solito circolo non virtuoso fra broadcaster e <strong>in</strong>dustria,<br />
che si rimpallano lo start <strong>del</strong> mercato, con<br />
la motivazione che se non ci sono gli apparati<br />
tecnologici i programmi non si fanno e che, viceversa,<br />
se non ci sono programmi adatti la produzione<br />
<strong>del</strong>l’hardware non può partire.<br />
Il rischio è di imbattersi ancora una volta negli<br />
egoismi dei settori <strong>in</strong>teressati. Uso la parola <strong>in</strong><br />
senso tecnico e non etico: egoistica, o meglio,<br />
egocentrica è quella scelta che <strong>del</strong>imita le <strong>in</strong>iziative<br />
di “ricerca e sv<strong>il</strong>uppo” di broadcaster ed<br />
<strong>in</strong>dustrie, conf<strong>in</strong>andole a quelle strettamente connesse<br />
con <strong>il</strong> proprio “core bus<strong>in</strong>ess”, trascurando<br />
l’<strong>in</strong>terconnessione crescente che è ormai<br />
segno dist<strong>in</strong>tivo <strong>del</strong> sistema.<br />
A livello di Unione Europea manca un progetto<br />
organico e, laddove c’è, manca la scelta consapevole<br />
e precisa di un Piano Paese che punti<br />
sullo sv<strong>il</strong>uppo <strong>del</strong>la qualità piuttosto che <strong>del</strong>la<br />
72 I quaderni di