Le intercettazioni telefoniche tra Diritto di cronaca e Privacy - Aiart

ad isolare il fatto-notizia dal soggettivismo del giornalista.
La seconda categoria è quella caratterizzata da un
premeditato difetto di chiarezza. È uno strumento subdolo
col quale il giornalista, nel narrare il fatto reale, attribuisce
al soggetto un fatto diverso o ulteriore, perché la
rappresentazione chiara, espressa, inequivoca del fatto
diverso o ulteriore lo porterebbe ad una violazione diretta
del requisito della verità. La violazione non appare prima
facie, ma può essere individuata solo attraverso
un’operazione che definisca prima il fatto diverso, poi la sua
falsità o non riconducibilità al soggetto.
La stessa Corte di Cassazione ha affermato che lo sleale
difetto di chiarezza sussiste quando il giornalista ricorre ad
uno dei seguenti espedienti, indici della mancanza di
continenza e raffiguranti altrettante forme di offesa
indirette:
1) il cosiddetto sottinteso sapiente, che consiste nell’uso di
determinate espressioni nella consapevolezza che il pubblico
dei lettori le intenderà o in maniera diversa o, addirittura,
contraria al loro significato letterale, e, comunque, in senso
fortemente sfavorevole ed offensivo nei confronti della
persona che si vuole mettere in cattiva luce. Un classico
esempio è rappresentato dal racchiudere determinate parole
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