Le intercettazioni telefoniche tra Diritto di cronaca e Privacy - Aiart

quotidiani e la televisione, faceva apparire l'indagato come
di fatto già indubitabilmente colpevole e dunque, secondo
Gargani, l'unico rimedio era evitare la pubblicazione tout
court.
L’idea apparve subito eccessiva e generò un infuocato
dibattito. Si cercò anche di giungere ad una mediazione che
fissava il limite oltre il quale fosse possibile pubblicare le
notizie della sentenza alla fine delle indagini preliminari.
Anche questo traguardo però non trovò tutti d’accordo per
un duplice motivo: da un lato per le evidenti limitazioni al
diritto di cronaca e di libertà di stampa, dall’altro a causa
della recente approvazione del nuovo Codice di procedura
penale del 1989 che estendeva la possibilità di cronaca ai
procedimenti giudiziari.
Era importante per i parlamentari già travolti dallo scandalo
non far sembrare questo intervento legislativo come un
tentativo di arginare il fiume Tangentopoli che li stava
investendo con tutta la sua forza; allo stesso tempo
appariva alquanto contraddittorio il comportamento della
Camera che in presenza di uno scandalo, cambiava i
contenuti di un codice solo pochi anni prima approvato.
Alla proposta Gargani la classe giornalistica rivendicò il
diritto di autogovernarsi: fu così che l’Ordine guidato da
Gianni Faustini e la FNSI presieduta da Vittorio Roidi
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