Le intercettazioni telefoniche tra Diritto di cronaca e Privacy - Aiart

Una prima stesura del codice da parte dell’Ordine venne
respinta provocando un lungo dibattito durato diversi mesi
che ha tirato in ballo non solo gli organi competenti ma
anche l’opinione pubblica preoccupata della possibilità di
incappare in misure di censura fortemente limitativa della
libertà d’informazione: l’Autorità non condivise in
quell’occasione la decisione dell’Ordine di imporre le norme
deontologiche come regole interne, la cui violazione sarebbe
stata sanzionabile solo sul piano disciplinare.
L’intento del Garante invece era quello di valorizzare il
nuovo “Codice” al rango di fonte giuridica, anche se
secondaria, da applicare a tutti coloro che esercitino attività
di informazione. Dopo la prima bocciatura, nella primavera
successiva , l’Ordine presentò una nuova versione del testo
di legge che venne poi pubblicato sulla gazzetta ufficiale
nell’agosto del 1998 con entrata in vigore 15 giorni dopo. Di
certo si è trattato di uno strumento del tutto originale, assai
diverso dagli ordinari codici deontologici: un apposito codice
di comportamento, “sollecitato dalla stessa legge, il quale,
da un lato, è chiamato ad esprimere la posizione e le scelte
della categoria dei giornalisti in merito ai rapporti tra
esigenze dell’informazione e tutela della privacy, d’altro lato
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