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Vestire l'arte: Genova ha ospitato i capolavori di ... - Banca Carige

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<strong>Vestire</strong> l’arte: <strong>Genova</strong> <strong>ha</strong> <strong>ospitato</strong> i <strong>capolavori</strong> <strong>di</strong><br />

Roberto Capucci al Palazzo della Borsa <strong>di</strong> Marialuisa Viglione<br />

Haute couture


L’Alpim - l’associazione ligure per i minori, presieduta<br />

da un magistrato, Giulio Gavotti - <strong>ha</strong> organizzato una delle mostre<br />

più belle in assoluto, anche con il contributo <strong>di</strong> <strong>Banca</strong> <strong>Carige</strong>,<br />

il cui ricavato è andato alla ricerca, all’informazione a sostegno<br />

dei ragazzi in <strong>di</strong>fficoltà.<br />

È stato un grande evento artistico, che<br />

va oltre la cronaca. È “<strong>Vestire</strong> l’arte”,<br />

la mostra che <strong>ha</strong> messo insieme moda<br />

e arte, la più importante, credo, degli<br />

ultimi anni. E non è la prima volta<br />

che succede a <strong>Genova</strong>.<br />

A Palazzo Bianco sono visibili i tessuti<br />

pregiati della collezione del Comune,<br />

lo scorso anno c’era stata l’esposizione<br />

a Palazzo Spinola <strong>di</strong> vestiti vintage<br />

delle famiglie aristocratiche, abiti<br />

in <strong>di</strong>alogo con i <strong>di</strong>pinti <strong>di</strong> Van Dyck,<br />

Rubens, piuttosto che con l’Ecce Homo<br />

<strong>di</strong> Antonello da Messina.<br />

Quest’anno la città <strong>ha</strong> superato se stessa<br />

e <strong>ha</strong> <strong>ospitato</strong> i più begli abiti della<br />

storia della moda nel bel palazzo della<br />

Borsa inizio ’900, stile liberty, circolare,<br />

che dà su piazza De Ferrari.<br />

Nella sala al primo piano, tra statue,<br />

volte, decorazioni déco, colonne in circolo,<br />

erano <strong>di</strong>stribuiti gli 80 <strong>capolavori</strong><br />

<strong>di</strong> Roberto Capucci, tra cui i 12 abiti<br />

del 1995 che l’artista romano costruì<br />

per la Biennale <strong>di</strong> Venezia.<br />

Uno stilista <strong>di</strong> altissimo livello e forse<br />

proprio per questo, lontano dal<br />

marketing, dalla pubblicità e dai me<strong>di</strong>a.<br />

Non <strong>ha</strong> alcun faro puntato, non<br />

accetta il sistema moda, preferisce lavorare<br />

per pochi, per <strong>di</strong>rla alla Schiller:<br />

“se quello che fai o crei non piacerà<br />

alle folle cerca <strong>di</strong> deliziare i pochi.<br />

È un errore voler piacere a tutti”.<br />

La sua arte infatti trascende il tempo.<br />

Ma quale donna non vorrebbe indossare,<br />

almeno in un’occasione, un vestito<br />

<strong>di</strong>segnato da lui? Costruito con maestria,<br />

particolarissimo, ogni suo abito<br />

è a se stante, unico, irripetibile. Racconta<br />

la personalità <strong>di</strong> una donna, non<br />

una identica ad un’altra. “Vedo la donna<br />

come una dea. Per me oggi il bello<br />

non si vede più. È la tv che detta legge<br />

in materia <strong>di</strong> moda. L’immagine da<br />

cui attingere non è più la principessa,<br />

o la madre elegante, una nobildonna.<br />

Si copiano le veline. È una moda un po’<br />

cialtrona” - <strong>di</strong>ce Roberto Capucci, <strong>di</strong>fendendo<br />

l’immagine femminile.<br />

Tra le sue clienti molte principesse, artiste,<br />

aristocratiche. Fu lui a vestire<br />

quella che considera la donna più elegante,<br />

Silvana Mangano, per il film <strong>di</strong><br />

Pasolini “Teorema”. “Aveva qualcosa<br />

<strong>di</strong> magnetico, <strong>di</strong> magico, <strong>di</strong> enigmatico,<br />

<strong>di</strong> inavvicinabile. Eppure eravamo<br />

<strong>di</strong>ventati amici, le davo del tu,<br />

la andai a trovare nella sua <strong>di</strong>mora meravigliosa.<br />

Ed era una donna spirituale,<br />

sopra le righe. Era sopra tutti”. Vestì<br />

anche Marylin Monroe. “Per lei georgette,<br />

abiti color pastello, pesca, rosa<br />

antico, con décolleté, che scendevano<br />

morbi<strong>di</strong>, aderenti. Era il suo stile. Il<br />

suo grande segreto? Era una donna<br />

sensuale, ma non volgare”. Rita Levi<br />

Montalcini in occasione del Nobel indossò<br />

un abito Capucci, anche al Senato<br />

per votare il presidente della Repubblica,<br />

il 10 maggio scorso: “È una<br />

delle donne più intelligenti del mondo.<br />

La vesto come scienziata, secondo<br />

il suo stile, la sua personalità”.<br />

Potrebbe avere il fashion system ai suoi<br />

pie<strong>di</strong>, proprio per la sua genialità eppure<br />

non <strong>ha</strong> mai cercato la fama.<br />

E’ rimasto fedele ai dettami <strong>di</strong> Giovan<br />

Battista Giorgini, l’amico che inventò<br />

la moda italiana a Firenze, che lo spinse<br />

a <strong>di</strong>segnare e a forgiare gli abiti in piena<br />

libertà. E lui in cambio gli de<strong>di</strong>cò<br />

un’opera, <strong>di</strong> 48 colori, righe intarsiate,<br />

per il cinquantenario della Moda Italiana.<br />

I colori per lui sono importantissimi:<br />

“Ho stu<strong>di</strong>ato anni i colori, gli<br />

A fronte e sopra<br />

Roberto Capucci al Palazzo della Borsa<br />

a <strong>Genova</strong>.<br />

Houte couture 55


Allanite<br />

Cinabro<br />

Angelo d’oro<br />

Cinquantenario<br />

Antimonite<br />

Diaspro<br />

56 Houte couture


Houte couture<br />

Ematite<br />

Nove gonne<br />

Fluorite<br />

Oceano<br />

Lapislazzuli<br />

Ossi<strong>di</strong>ana<br />

57


Pirite<br />

Siderite<br />

Primavera<br />

Ventaglio<br />

Sagenite<br />

Violano<br />

58 Houte couture


accostamenti. Come unire un turchese<br />

ad un arancione. Tutti i colori sono<br />

abbinabili, bisogna avere la sensibilità<br />

<strong>di</strong> scegliere la tonalità giusta”.<br />

Negli anni ’50, quando comincia a lavorare<br />

appena ventenne, una giornalista<br />

italiana, inviata all’estero, Oriana<br />

Fallaci, gli portò un’ambasciata <strong>di</strong><br />

Christian Dior, che aveva intervistato<br />

a Parigi. Che avrebbe voluto Capucci<br />

proprio nella città centro del lusso.<br />

E lui lavorerà sotto la Tour Eiffel negli<br />

anni ’60, confrontandosi con l’alta<br />

moda parigina, e inserendosi nel mercato<br />

degli accessori con un profumo all’altezza<br />

del suo nome. Pittore nei colori,<br />

scultore nelle forme, architetto<br />

nella struttura, Capucci è agli antipo<strong>di</strong><br />

del nostro concetto <strong>di</strong> stilista.<br />

Ripensa alla donna come opera d’arte<br />

e crea abiti <strong>di</strong> un’assoluta perfezione<br />

con tanti colori, passando con gran<br />

<strong>di</strong>sinvoltura dalle forme barocche alle<br />

linee essenziali, al “copiare” dalla natura,<br />

alle forme che ricordano un <strong>di</strong>pinto<br />

futurista, piuttosto che cubista,<br />

un nido d’api, piuttosto che farfalle che<br />

prendono il volo o fiori appena sbocciati.<br />

“Ho un amore morboso per la<br />

natura. Il bello è nell’equilibrio dell’universo.<br />

Mi appassionano tutti i fenomeni<br />

naturali, come la meraviglia<br />

delle foglie lucide per la pioggia, che<br />

sembrano laccate. Mi sono anche<br />

ispirato alla bouganville e poi è uscita<br />

fuori un’altra cosa”.<br />

Gli ho chiesto cosa manca alla donna<br />

<strong>di</strong> oggi per essere elegante e mi <strong>ha</strong> risposto:<br />

“Mancano quella personalità,<br />

quella femminilità. Il progetto moda è<br />

molto lontano da questi concetti. Una<br />

donna per essere elegante deve seguire<br />

la sua personalità, il suo stile e non la<br />

moda. Se un colore va <strong>di</strong> moda e vi sta<br />

male, non mettetelo perché ci perdete”.<br />

Ma torniamo alla mostra genovese.<br />

Distribuiti in tre circoli, era una meraviglia<br />

vederli tutti in fila. Grazie al<br />

gioco <strong>di</strong> specchi era possibile vedere a<br />

colpo d’occhio l’abito nell’insieme: davanti<br />

e <strong>di</strong>etro. A introdurre la monografica<br />

nella antisala c’era “Primavera”,<br />

lungo, con top, cintura, giacca e gonna<br />

con strascico. Sul tessuto fiori dai<br />

Houte couture<br />

mille colori applicati e un grosso fiocco<br />

sulla schiena, con bor<strong>di</strong> plissé. Un<br />

capolavoro ispirato forse a Botticelli,<br />

e in tema con la stagione e Euroflora.<br />

A coronamento <strong>di</strong> questo sogno, tra<br />

arte e alta moda, un vestito da sposa,<br />

che poteva andar bene alla corte <strong>di</strong> Lorenzo<br />

De Me<strong>di</strong>ci, con strascico lunghissimo.<br />

E poi un capolavoro, creato<br />

per l’Expo Universale <strong>di</strong> Lisbona<br />

nel 2000, in mostra alla fiera <strong>di</strong> <strong>Genova</strong>,<br />

tra milioni <strong>di</strong> fiori da tutto il<br />

mondo. Titolo dell’abito: Oceano, tessuto<br />

plissettato, 37 toni <strong>di</strong> blu.<br />

È <strong>di</strong>fficile raccontare una mostra così<br />

perfetta. I tessuti sono bellissimi, modellati<br />

come per magia. A rendere “unico”<br />

l’abito è l’abilità nel mettere insieme<br />

le idee, nel trasformare la fantasia in<br />

realtà, con varie sfaccettature per ogni<br />

creazione, volute, circoli, conchiglie,<br />

dettagli, colori in decine <strong>di</strong> nuances,<br />

inimmaginabili, tanti e tutti insieme. Eppure<br />

lui ci riesce. Ad un certo punto su<br />

un tubino che scende morbido, ecco la<br />

sorpresa, scopri un grande fiocco sulla<br />

schiena, o inserti colorati, decorazioni<br />

<strong>di</strong> fiori e farfalle, strascichi, con risvolti<br />

a pois, bor<strong>di</strong> cangianti, applicazioni<br />

<strong>di</strong> foglie, maschere come se si dovesse<br />

partecipare a una festa aristocratica in<br />

qualche villa sul Canal Grande.<br />

L’artista romano è ora presente con i<br />

suoi abiti in Palazzi, Istituzioni, Musei.<br />

Nel Victoria and Albert Museum<br />

<strong>di</strong> Londra, nell’elegante palazzo dell’Ambasciata<br />

Italiana a Parigi; a Berlino<br />

alla Sc<strong>ha</strong>uspiel<strong>ha</strong>us, a New York<br />

(Guggenheim), Tokio. Ha esposto a<br />

Parigi insieme a Braque, Picasso, Giacometti,<br />

nel museo <strong>di</strong> Vienna, in Svezia,<br />

al Cairo, Madrid, Dubai e ora è a<br />

Mosca, con 150 abiti. “La Regina <strong>di</strong><br />

Svezia inaugurò la mia mostra a Stoccolma<br />

e rimase lì non i 20 minuti <strong>di</strong><br />

protocollo, ma due ore. Fu per me un<br />

grande onore”.<br />

Abiti che fanno cultura, che appartengono<br />

al mondo dell’arte. Potevano<br />

essere indossati nel Rinascimento, come<br />

oggi o tra mille anni, senza perdere<br />

nulla del fascino che trasmettono.<br />

Pensiamo alle nove gonne rosse, sovrapposte,<br />

tutte in un unico abito<br />

(1950) o agli abiti “a scatola” con cui<br />

vinse l’oscar della moda a New York,<br />

sino a quelli più romantici con linee<br />

circolari, barocche, cerchi, volute.<br />

Vedere la mostra per me è stata una<br />

scoperta: quei modelli mi <strong>ha</strong>nno fatto<br />

sognare. È <strong>di</strong>mostrazione che ci si<br />

può vestire <strong>di</strong> arte, con un’esaltazione<br />

delle potenzialità femminili.<br />

Noi donne abbiamo l’obbligo <strong>di</strong> abbellirci.<br />

E Capucci ce lo ricorda. Certo<br />

non abbiamo la possibilità <strong>di</strong> indossare<br />

un suo abito, ma vedere questa<br />

mostra aiuta il buon gusto e il senso<br />

estetico. Capucci non è mai volgare<br />

e sta al tessuto come uno scultore<br />

al marmo. Dice: “Non ho mai sottostato<br />

alle mode. Espongo quando sono<br />

pronto, non seguendo le date”.<br />

È un genio per la sua grande abilità nell’arte<br />

sartoriale, la potente fantasia, talento<br />

naturale e sapienza, l’equilibrio<br />

<strong>di</strong> forme, tessuti e colori, e la sorpresa<br />

<strong>di</strong> ogni capolavoro. Sa associare con<br />

tutta naturalezza la perfezione tecnica<br />

ad una rilettura della bellezza dell’universo,<br />

che sta anche solo in un dettaglio.<br />

Per lui la donna è importantissima:<br />

“La donna è tutto. Penso a lei come<br />

a una dea da rispettare, adorare,<br />

amare”. Capucci valorizza la femminilità<br />

e continua a insegnare alla donna<br />

che la classe, lo stile sono sempre<br />

importanti. Quando fa lezione nelle<br />

scuole il suo consiglio alle studentesse<br />

è: “Non seguite le masse, siate femminili”.<br />

Oltre che uno dei più gran<strong>di</strong><br />

stilisti mai esistiti è anche molto umile.<br />

Mi <strong>ha</strong> confidato con un’assoluta<br />

modestia: “Dopo 60 anni che lavoro mi<br />

<strong>di</strong>co sempre: sono ancora all’inizio, c’è<br />

ancora molto da fare”.<br />

59

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