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CARTOGRAFIA DEL VINO - LAC

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16<br />

Cabrei<br />

Conclusioni<br />

Le rappresentazioni del territorio realizzate a fi ni catastali<br />

e di inventario inserite nei cabrei costituiscono una<br />

fonte storiografi ca per lo studio delle trasformazioni del<br />

paesaggio, oltre che dei cambiamenti dell’economia rurale<br />

e delle tecniche agricole.<br />

Risultano parzialmente oggett ive in funzione delle<br />

modalità interpretative geo–iconografi che ed icnografi che<br />

assunte dai periti del tempo. Peculiarità queste ultime che<br />

sono andate sempre più perdendosi con l’avvento della<br />

moderna cartografi a, interessata sopratt utt o alla precisione<br />

metrica, ai sistemi proiett ivi e alla rappresentazione topografi<br />

ca, così che il disegno si è trasformato gradualmente<br />

in simbologia grafi ca, con un uso sempre più limitato del<br />

colore per evidenti necessità di riproduzione tipografi ca.<br />

A partire dalla seconda metà del XX secolo lo sviluppo<br />

del telerilevamento aereo e satellitare ha permesso una osservazione<br />

via via più dett agliata della reale superfi cie del<br />

territorio. In tal modo la fotografi a recente di un paesaggio<br />

agrario bene si presta al confronto con la iconografi a del<br />

Fig. 15 – (Mongardino – XVII secolo). Molte sono le proprietà<br />

fondiarie illustrate nel cabreo; a fronte di un’accurata calligrafi a vi è<br />

un disegno abbastanza approssimato, con la descrizione delle colture,<br />

passato. Così il paesaggio agrario, che è espressione del<br />

contesto economico, culturale e tecnologico, nel tentativo<br />

di ricostruirne l’evoluzione si mostra globalmente integrato<br />

con la vita e l’opera dell’uomo.<br />

Le mappe dei cabrei, quindi, per la ricchezza dei contenuti,<br />

la qualità della rappresentazione dei luoghi e l’oggett<br />

ività topografi ca delle misure, messe a confronto con<br />

le più recenti cartografi e topografi che ed immagini aeree<br />

o satellitari, costituiscono nel loro insieme uno strumento<br />

unico per valutare il grado di trasformazione che il territorio<br />

ha subito dal XVII secolo ad oggi e al tempo stesso<br />

ritrovare quegli elementi di persistenza nel tempo che per<br />

la loro rarità assumono il signifi cato di beni culturali.<br />

tra le quali si notano castagneti ed un fi lare detto “Moredo”, ovvero<br />

alberi di gelso da foglia, per l’allevamento del baco da seta, frequenti<br />

ovunque fi no al secolo successivo.<br />

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