CARTOGRAFIA DEL VINO - LAC
CARTOGRAFIA DEL VINO - LAC
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Anno IX numero 28, giugno 2011 - Registrazione Tribunale di Firenze n. 3606 del 28.07.87<br />
“Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - 70% - DCB Firenze” - € 3,50<br />
PERIODICO DI INFOMAZIONE CARTOGRAFICA<br />
<strong>CARTOGRAFIA</strong><br />
<strong>DEL</strong> <strong>VINO</strong><br />
CABREI<br />
CARTE TOPOGRAFICHE<br />
GIUGNO 2011
2<br />
Anno IX numero 28, giugno 2011 - Registrazione Tribunale di Firenze n. 3606 del 28.07.87<br />
“Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - 70% - DCB Firenze” - € 3,50<br />
<br />
<strong>CARTOGRAFIA</strong><br />
<strong>DEL</strong> <strong>VINO</strong><br />
CABREI<br />
CARTE TOPOGRAFICHE<br />
GIUGNO 2011<br />
La Cartografi a 28/2011<br />
periodico di informazione cartografi ca<br />
Rivista di <strong>LAC</strong> srl<br />
www.lacartografi a.it<br />
www.lac-cartografi a.it<br />
Direttore responsabile<br />
Monica Naef<br />
m.naef@lacartografi a.it<br />
Editore<br />
Litografi a Artistica Cartografi ca<br />
Via del Romito,11/13r, 50134 Firenze<br />
tel. 055 483 557, fax 055 483 690<br />
info@lac-cartografi a.it<br />
Redazione<br />
Litografi a Artistica Cartografi ca<br />
Via del Romito,11/13r, 50134 Firenze<br />
tel. 055 483 557, fax 055 483 690<br />
info@lac-cartografi a.it<br />
Comitato scientifi co<br />
Antonio Arrighi, Ingegnere Geografo<br />
Giorgio Bezoari, Politecnico di Milano,<br />
Facoltà di Architettura e società<br />
Lucilia Gregori, Università di Perugia,<br />
Dipartimento di Scienze della Terra<br />
Giovanmaria Lechi, Politecnico di Milano,<br />
Facoltà di Ingegneria<br />
Attilio Selvini, Politecnico di Milano,<br />
Facoltà di Architettura e società<br />
Abbonamenti<br />
Abbonamento annuale (4 numeri l’anno) 14,00 euro da versare:<br />
sul c/c postale n. 20879508<br />
oppure<br />
sul c/c bancario IBAN IT 39 Y 01030 02837 000000820048<br />
intestati a:<br />
<strong>LAC</strong> Srl, via del Romito 11-13 r, 50134 Firenze<br />
con causale: abbonamento La Cartografi a<br />
La rivista si può acquistare anche on-line sul sito www.lac-cartografi a.it<br />
Comitato di referaggio<br />
Evangelos Liveratos,<br />
Aristotie University of Thessaloniki (Grecia),<br />
School of Engineering,<br />
Faculty of Rural and Surveying Engineering<br />
Carlo Monti, Politecnico di Milano,<br />
Facoltà di Ingegneria<br />
Progetto grafi co e impaginazione<br />
Litografi a Artistica Cartografi ca, Firenze<br />
Fotolito<br />
Litografi a Artistica Cartografi ca, Firenze<br />
Stampa<br />
Tipografi a Il Bandino, Bagno a Ripoli<br />
Rivista trimestrale<br />
Registrazione Tribunale di Firenze<br />
n. 3606 del 27-07-87<br />
Stampata nel mese di ottobre 2011<br />
Copyright 2011 by <strong>LAC</strong>.<br />
Tutti i diriddi sono riservati, nessuna<br />
parte della rivista può essere riprodotta,<br />
rielaborta o diffusa senza autorizzazione<br />
scritta dell’editore.<br />
Hanno collaborato:<br />
Serafi no Angelini<br />
Litografi a Artistica Cartografi ca<br />
Antonio Arrighi<br />
Ingegnere Geografo<br />
Marco Barbieri<br />
Litografi a Artistica Cartografi ca<br />
Vittorio Degli Esposti<br />
Alma Mater Studiorum,<br />
Università di Bologna<br />
Lucilia Gregori<br />
Università di Perugia,<br />
Dipartimento di Scienze della Terra<br />
Gilmo Vianello<br />
Alma Mater Studiorum,<br />
Università di Bologna<br />
Livia Vittori Antisari<br />
Alma Mater Studiorum,<br />
Università di Bologna<br />
La foto di copertina e quella di pag. 5 sono<br />
di L. Maggini.<br />
Nell’articolo Dai cabrei all’immagine telerilevata,<br />
le immagini e i disegni riferiti alle<br />
fi gure 1, 2, 3, 4, 6, 7, 8, 9, 10,11, 12, 13<br />
e 14 provengono dall’Archivio dell’Opera<br />
Pia dei Poveri Vergognosi, presso il Palazzo<br />
Rossi Poggi Marsili di Bologna, mentre le<br />
fi gure 15 e 16 fanno parte della Collezione<br />
Gozzadini conservata presso la Biblioteca<br />
Comunale dell’Archiginnasio di Bologna.<br />
Nell’articolo Fondamenti geometrici della<br />
cartografi a, la fi gura 41 è di fonte I.G.M.,<br />
mentre le immagini di cui alle fi gure 43, 44,<br />
45 e 46 sono di fonte I.G.N. Belgique.<br />
Nell’articolo Promuovere l’attività vitivinicola<br />
attraverso la carta geografi ca, le foto di pag.<br />
42, 46 e 47 sono di L. Maggini, mentre<br />
quelle del box a pag. 43 sono di L. Gregori.<br />
Tipografi a<br />
Copertina<br />
Avant Gard Gothic<br />
Palatino<br />
Linotype Univers<br />
Pagine interne<br />
Palatino Linotype<br />
Linotype Univers<br />
Carta<br />
Tutte le pagine da 1 a 48<br />
sono stampate su patinata opaca<br />
da 115 grammi<br />
28
Sommario<br />
Editoriale 4<br />
Dai cabrei all’immagine telerilevata 6<br />
Valutazione della persistenza o della trasformazione del<br />
paesaggio rurale bolognese dal XVII al XX secolo.<br />
VITTORIO DEGLI ESPOSTI, GILMO VIANELLO, LIVIA VITTORI ANTISARI<br />
Fondamenti geometrici della cartografi a 18<br />
(parte 6 a )<br />
Si tratta di una serie di articoli che affrontano gli aspetti<br />
geometrici che presiedono alla formazione della moderna<br />
cartografi a.<br />
La sesta ed ultima parte, esposta nelle pagine che seguono,<br />
è dedicata alle caratteristiche geometriche e informative<br />
delle carte topografi che con particolare riguardo alla<br />
situazione geografi ca di un foglio, al ruolo della scala nella<br />
rappresentazione plano-altimetrica, all’accuratezza, alla<br />
lettura e alla procedura di realizzazione.<br />
ANTONIO ARRIGHI<br />
Promuovere l’att ività vitivinicola att raverso<br />
la carta geografi ca 40<br />
La vitivinicoltura è fortemente legata al territorio. I vigneti nelle<br />
zone di produzione plasmano il paesaggio, fi no a diventare parte<br />
integrante dello stesso. Il marketing del territorio attraverso la<br />
cartografi a tematica rappresenta il mezzo ideale per promuovere<br />
l’attività vitivinicola. In aggiunta alla carta stampata, i nuovi sistemi<br />
di cartografi a in mobilità rappresentano un’ulteriore possibilità di<br />
diffusione ed utilizzo della carta ‘tradizionale’.<br />
MARCO BARBIERI, MONICA NAEF<br />
3
4<br />
Editoriale<br />
di Andrea Bonomo<br />
La VIA del<br />
CAMBIAMENTO<br />
Quando uscì il primo numero della rivista La Cartografi a era il giugno 2003. La volemmo accogliere con un “benvenuta!”<br />
e presentare come il periodico dell’informazione cartografi ca, compito che abbiamo svolto con passione nei successivi<br />
ott o anni. Lunga è stata la strada che quel piccolo fascicolo, inizialmente di 32 pagine, ha già percorso, aff ermandosi negli<br />
ambienti dei tecnici, della ricerca, dell’università, ma anche delle amministrazioni locali e di molte organizzazioni che<br />
operano sul territorio con funzioni diverse, dalla gestione delle risorse turistiche alla protezione civile, al mondo della<br />
scuola e della formazione in genere. Grazie al contributo di lett ori appassionati abbiamo presentato temi di att ualità<br />
(mostre, eventi vari) che confermano, casomai ce ne fosse bisogno, quanto la cartografi a sia argomento trasversale e<br />
supporto imprescindibile per inquadrare la maggior parte delle att ività umane e delle vicende di qualsivoglia natura:<br />
storica, politica, economica, e ovviamente geologica, ma anche artistica e culturale in genere, ben oltre la ‘mera’ carta<br />
stradale che tutt i abbiamo preso in mano qualche volta.<br />
In questi anni abbiamo spesso dato spazio a contributi che sott olineassero questa chiave di lett ura interdisciplinare,<br />
che ci sembra la più consona allo strumento cartografi co, per illustrarne le grandi potenzialità. Avevamo le spalle<br />
coperte da cinquant’anni di appassionato lavoro di una grande e storica casa cartografi a fi orentina, la Litografi a Artistica<br />
Cartografi ca, la cui produzione si è snodata lungo il fi lo del progresso tecnologico, dell’apertura alle realizzazioni<br />
personalizzate, alla ricchezza dei tematismi e alla proposta di strumenti ‘classici’ ma che al giorno d’oggi sembrano quasi<br />
‘nuovi’ come le carte in rilievo. Nuova è sicuramente la tecnica di produzione, oltre che la precisione delle informazioni.<br />
Classica e mai scontata è senz’altro la sfi da di far vivere tradizione e innovazione fi anco a fi anco.<br />
È sulla via del continuo cambiamento che la continuità richiede che presentiamo questo numero: rinnovato nella<br />
veste, precursore di altre novità che avremo il piacere di illustrare e raccontare nei numeri che seguiranno. Certi che<br />
nella ricerca del diffi cile equilibrio tra il lasciare e il trovare, sicuramente ogni cambiamento rappresenta un’opportunità:<br />
stiamo lavorando per coglierla al meglio.<br />
28
6<br />
Dai CABREI<br />
all’IMMAGINE<br />
TELERILEVATA<br />
di Vittorio Degli Esposti, Gilmo Vianello, Livia Vittori Antisari<br />
VALUTAZIONE <strong>DEL</strong>LA PERSISTENZA O <strong>DEL</strong>LA TRASFORMAZIONE<br />
<strong>DEL</strong> PAESAGGIO RURALE BOLOGNESE DAL XVII AL XX SECOLO.<br />
possibile conoscere l’aspett o del paesaggio agricolo<br />
dei secoli passati? Quale poteva essere<br />
l’aspett o del territorio bolognese, prima delle grandi trasformazioni<br />
apportate nel XX secolo?<br />
A queste domande può essere fornita una risposta dalla<br />
lett ura dei cabrei, documenti che ‘disegnano’ il territorio,<br />
a partire dal XVII secolo, quando l’att estazione dello<br />
stato delle cose relativo all’assetto<br />
agricolo viene fornito in forma<br />
grafi ca, oltre che documentale.<br />
Dalla rappresentazione pitt orica<br />
del paesaggio si coglie una sintesi<br />
iconografi ca, che viene semplifi<br />
cata e standardizzata secondo<br />
precisi codici, riportata su carte<br />
illustrate in proporzione alla realtà,<br />
secondo i sistemi di misura<br />
in vigore nei luoghi rappresentati;<br />
ed è proprio questa sintesi<br />
grafi ca che consente di recepire<br />
la ‘forma del paesaggio’, con le<br />
sue componenti naturali ed artifi<br />
cializzate, ivi compresa quella<br />
relativa all’edilizia, sia a destinazione<br />
agricola, sia palaziale e<br />
religiosa (Fig. 1).<br />
Fig.1 – (Trebbo, 1704) Il palazzo con ampio loggiato, gli edifi ci<br />
residenziali e di servizio, tra cui la torre colombaia, focalizzano i<br />
contenuti grafi ci di questo cabreo, tra cui si notano doppi pilastri<br />
posti all’inizio ed anche alla fi ne dei viali alberati. L’assetto a piantata<br />
caratterizza il fondo, tranne la parte ad orto; il nome, “Trebbo”, cioè<br />
trivio o incrocio è chiaramente dimostrato dall’intersezione viaria.<br />
28
Fig. 2 – (S. Giorgio di Piano, 1685). Il paesaggio illustrato nel cabreo<br />
ricorda la situazione dell’assetto agricolo del periodo, generalmente<br />
costituito da latifondo, in cui spesso, oltre agli edifi ci residenziali e di<br />
servizio, compariva il palazzo, residenza temporanea del proprietario;<br />
a questo si aggiungeva un piccolo edifi cio religioso, qui chiamato<br />
“Capelina”, in alto a sinistra, direttamente accessibile dalla strada.<br />
Gli edifi ci sono rappresentati in prospetto, con discreta ingenuità;<br />
nel fondo sottostante compare una “conserva”, manufatto costituito<br />
da un corpo cilindrico in muratura, quasi completamente interrato,<br />
coperto a cupola, anche questa ricoperta di terra. All’intorno vi era<br />
una fi tta alberatura, con la funzione di tenere all’ombra il manufatto,<br />
entro cui si poneva in inverno la neve raccolta all’esterno;<br />
la neve, ghiacciandosi, durava fi no all’estate:<br />
era l’antenato della cella frigorifera.<br />
Il territorio non era, fi no alla prima metà del XX secolo,<br />
invaso da nuova edilizia residenziale suburbana, esplosa<br />
negli ultimi decenni e ancora in divenire; la campagna era<br />
destinata, allora, all’agricoltura ed alle sistemazioni idrauliche<br />
ad essa indispensabili.<br />
Tutt avia è opportuno rammentare che il paesaggio, entità<br />
fi sica conterminata entro specifi ci assett i morfologici<br />
del territorio, non è immutabile: la vasta pianura padana,<br />
un tempo Silva litana, grande estensione di boschi su terre<br />
ampiamente impaludate dalle alluvioni portate dal sistema<br />
di fi umi e torrenti, è stata quasi totalmente trasformata<br />
dalle bonifi che romane apportate col sistema della centuriazione,<br />
ed in seguito nuovamente riconvertita a terreni<br />
vallivi, dopo la caduta dell’impero romano. Al bosco sono<br />
suffi cienti tre decenni per riformarsi.<br />
I primi cabrei di seguito illustrati risalgono alla fi ne del<br />
XVII secolo, e si concludono al primo trentennio del secolo<br />
successivo. Di alcuni di essi non si ha la data, ma se<br />
ne può ipotizzare il momento della stesura deducendolo<br />
dallo stile grafi co in cui sono redatt i; di essi viene presuntivamente<br />
ipotizzato il secolo di datazione, ma la qualità<br />
grafi ca potrebbe infl uire su tale ipotesi. Il disegno di molti<br />
cabrei è decisamente raffi nato, ricco di decorazioni nei<br />
cartigli (Fig. 2) e nelle notazioni dei simboli che illustrano<br />
Cabrei<br />
l’orientamento e le scale grafi che (Fig. 3), ma ve ne sono alcuni<br />
dall’aspett o decisamente rustico, tracciati dalla mano<br />
di periti esperti nel mestiere del rilevatore, ma poco abili<br />
per quanto riguarda la capacità grafi ca (Fig. 4).<br />
Un altro aspett o, di non poco conto, è dato dalle scritt e<br />
che illustrano i contenuti: il perito poteva essere un buon<br />
conoscitore della lingua italiana, oppure qualcuno abituato<br />
ad esprimersi costantemente nella lingua di allora,<br />
il dialett o locale, e poco abituato a tradurla in italiano; la<br />
conoscenza del dialett o diventa così un buon ausilio nella<br />
comprensione di quanto scritt o.<br />
Fig. 3 – (Anonimo, XVIII secolo). La memoria di un ambiente in gran<br />
parte scomparso riemerge nei particolari di questa mappa, in cui<br />
passa in second’ordine il riassetto fondiario, probabilmente in via di<br />
attuazione per la produzione di canapa, ed emerge invece l’ambiente<br />
del mondo contadino, evidenziato dai consueti fabbricati, la casa, la<br />
stalla–fi enile, il forno, il pozzo a bilanciere; a sinistra, l’edifi cio lungo la<br />
via potrebbe essere una casella, destinata alle attività di produzione<br />
e lavorazione della canapa, confermata dalla presenza di un lungo<br />
macero parimenti collegato a questa coltura.<br />
7
8<br />
Cabrei<br />
Fig. 4 – (Pizzano, XVIII secolo). La mappa risulta di limitata qualità sia<br />
per la grafi ca che per la capacità espressiva della terminologia tecnica<br />
usata dal Perito; tuttavia è un documento che ben sintetizza, nella sua<br />
rusticità, la forma del paesaggio collinare in questo periodo storico:<br />
terreni incolti – si cita “ … un’altra pezza di Tera Bedosta sassosa …”<br />
I Periti Agrimensori<br />
Le prime testimonianze in Emilia Romagna sull’esistenza<br />
di Aperticatores et mensuratores terrarum sono dei primissimi<br />
anni del XIV secolo (erano coloro che misuravano<br />
la terra con la pertica, misura di lunghezza riportata su<br />
un’asta graduata). All’inizio delle ordinazioni dei mestieri<br />
non esisteva una regolamentazione della professione di tali<br />
periti, ma solo un regolamento dett ato da accordi e consuetudini<br />
consolidati dal tempo (Morri 1791). Invece a partire<br />
dal XVI secolo la fi gura del Mensurator terrarum assumeva<br />
la confi gurazione professionale dell’Agrimensore (dal latino<br />
Agrimensor, lett eralmente misuratore di terra). I compiti<br />
degli Agrimensori erano vari e complessi (perizie dei<br />
terreni e degli edifi ci, studi idrologici, livellamento e regolazione<br />
della direzione degli alvei fl uviali e dei canali,dei<br />
torrenti e dei fi umi) e richiedevano perciò una formazione<br />
professionale molto precoce che di frequente si svolgeva<br />
nell’ambito della famiglia (Varignana 1974). Nel 1744 ven-<br />
e terreni coltivati in un contesto morfologico decisamente complicato.<br />
Ma si cita anche una preziosa risorsa per l’agricoltura: una “fonte”<br />
ovvero una risorgiva, proprio dove è disegnata la parte di terreno<br />
lavorato.<br />
nero pubblicate in Bologna le “Provisioni, ed Ordinazioni<br />
sopra li Periti, e Mercedi di quelli” con lo scopo di defi nire le<br />
competenze del perito ed evitare quindi abusi dovuti ad<br />
imperizia o a mancanza di titolo per eseguire perizie, stime,<br />
misure e progett azione di edifi ci. In tale documento<br />
venivano indicate quatt ro distinte categorie professionali e<br />
le loro specifi che competenze: Periti idrostatici o idrometrici,<br />
Periti Architett i, Periti Agricoltori e Periti Agrimensori.<br />
In tale documento veniva ribadito che il Perito Agrimensore<br />
dovesse possedere cognizioni teoriche e pratiche<br />
di matematica e di geometria ed essere in grado con gli<br />
strumenti dell’epoca di eseguire misure lineari, angolari<br />
e di superfi cie (De Marinoni 1775; Fig. 5). Dal punto di<br />
vista cartografi co doveva altresì possedere la competenza<br />
di riportare in pianta alla scala adeguata la superfi cie del<br />
terreno misurato evidenziando, con opportuna simbologia<br />
e grafi a, le caratt eristiche morfologiche, la disposizione<br />
delle colture, la collocazione degli edifi ci (Fig. 6).<br />
28
Cabrei<br />
Fig. 5 – Perito rilevatore con squadro agrimensore montato su piano e<br />
treppiede per il tracciamento di allineamenti angolari determinati.<br />
Illustrazione tratta da De re ichonometrica, di Gian Giacomo de<br />
Marinoni (1775).<br />
Fig. 6 – (Castel de Britti, 1715). Il cabreo documenta un’ampia<br />
porzione di territorio pedecollinare, con una parte costituita da un<br />
ben defi nito assetto agricolo ed un’altra parte dove viene evidenziato<br />
lo stato naturale dei luoghi, con la denominazione di ‘lavina’ che<br />
evidenzia la morfologia calanchiva del sito; un altro aspetto della<br />
particolarità morfologica si evince dalla raffi gurazione di affi oramenti<br />
gessosi, resi come collinette ai margini di una piantata. Guardando<br />
attentamente si rileva la presenza di una “fonte”, ovvero di una<br />
risorgiva. Più in basso, pur mancando la defi nizione, potrebbe<br />
esservi una “ghiacciaia”, posta tra alberi. Notevole è il disegno dello<br />
strumento di rilevamento, uno squadro agrimensorio, sul quale è<br />
disegnata la scala grafi ca, oltre alla bussola che segna il Nord.<br />
9
10<br />
Cabrei<br />
I cabrei: rappresentazione del sistema rurale dal<br />
XVII al XIX secolo<br />
La rappresentazione fi gurata delle proprietà agricola<br />
ed urbana del territorio emiliano, e di quello bolognese in<br />
particolare, venne eseguita in maniera sistematica e frequente<br />
su commissione di enti ecclesiastici e pubblici e di<br />
famiglie nobiliari o abbienti a partire dalla metà del XVII<br />
secolo.<br />
Tali documenti, meglio conosciuti come cabrei, hanno<br />
interessato sopratt utt o i territori di pianura, molto meno<br />
quelli di collina e di montagna e non coprono l’intero territorio<br />
bolognese; tutt avia costituiscono nel loro insieme il<br />
primo catasto privato dei possedimenti rurali che associa<br />
elementi di disegno planimetrico e di natura prospett ica<br />
con un gusto pitt orico e decorativo che risente dell’espres-<br />
Fig. 7 – (Anzola Emilia, 1791). Alcuni caratteri del paesaggio agricolo<br />
riescono a confermare la propria esistenza nel corso dei secoli,<br />
anche se in luoghi diversi: è il caso illustrato in questo cabreo, in cui<br />
sono indicati cinque Morelli, partizioni agricole tuttora esistenti nel<br />
territorio delle Partecipanze Agrarie Centopievesi, che risalgono ai<br />
tempi di costituzione delle medesime. Ancora una volta l’assetto dei<br />
sione dei diversi autori. Rappresentano quindi una fonte<br />
storica insostituibile per lo studio della sistemazione fondiaria<br />
e dell’edifi cato rurale tra il XVII ed il XVIII secolo<br />
ed il punto di partenza per la nascita dei moderni catasti.<br />
“Da questi documenti risulta una descrizione della terra<br />
restituita nella sua accezione più vera, frutt o di un rilievo<br />
minuto e capillare; ma insieme si evince una ricerca di<br />
qualità, talora persino di preziosità grafi ca che non cede<br />
mai all’esatt ezza tecnica dell’indagine” (Varignana 1977).<br />
L’etimologia della voce ‘cabreo’ deriva dallo spagnolo<br />
‘cabrero’ e dal latino medievale ‘caput breve’ o ‘capi brevium’,<br />
da cui ‘cabreum’; si indicava in origine la raccolta fatt a redigere<br />
da Alfonso XI (1311–1350) per enumerare i privilegi e<br />
le prerogative della monarchia nella Castiglia medievale.<br />
In seguito, i cabrei rappresentarono gli inventari dei beni<br />
campi – o dei Morelli – segue l’orientamento del sistema centuriale.<br />
Quasi al centro della proprietà è collocato il Palazzo, prospetticamente<br />
inquadrato al termine di un lunghissimo viale alberato; nella corte vi<br />
sono, oltre agli edifi ci per il personale agricolo, l’Aia, l’orto e il brolo.<br />
Non mancano i fi lari di gelsi per la sericoltura.<br />
28
delle grandi amministrazioni pubbliche o private e l’insieme<br />
dei documenti che li formavano: dalle mappe generali<br />
e delle singole particelle, agli elenchi dei beni mobili e immobili,<br />
dei diritt i, delle servitù e del valore della proprietà.<br />
I cabrei venivano commissionati da enti ecclesiastici,<br />
da famiglie nobiliari o da enti pubblici (comuni) sia per<br />
chiarire i confi ni dei propri possedimenti ed i rapporti giuridici<br />
con le proprietà confi nanti, sia per impedire dispersioni<br />
ed usurpazioni dei beni inventariati.<br />
La realizzazione dei cabrei era affi data agli agrimensori<br />
(capomastri, architett i, e poi dal Sett ecento anche geometri)<br />
che provvedevano a rilevare esatt amente i confi ni di<br />
ogni bene e l’estensione di ogni proprietà, att raverso misurazioni<br />
eff ett uate con le antiche unità di misura italiane<br />
usate in loco (pertica bolognese, pertica quadrata, piede,<br />
Fig. 8 – (Castagnolo Maggiore, 1791). L’interesse particolare di<br />
questo cabreo consiste nel fatto che illustra le intenzioni per una<br />
modifi cazione dell’assetto agricolo del luogo: si tratta di una mappa–<br />
progetto, destinata alla trasformazione del luogo tradizionale in uno<br />
‘moderno’, con allargamento e regolarizzazione geometrica dei campi<br />
a piantata, demolizione di edifi ci esistenti e costruzione di nuovi,<br />
Cabrei<br />
ecc.). Alcuni cabrei venivano redatt i per att o pubblico con<br />
affi damento ad un notaio che si serviva per le rilevazioni<br />
topografi che di un perito agrimensore per lo più di nomina<br />
reale, chiamato regio compassatore.<br />
Tale sistemazione è caratt erizzata dalla suddivisione<br />
di vaste aree coltivabili a mezzo di stradoni ortogonali tra<br />
loro in campi (quadri), ulteriormente suddivisi mediante<br />
viott ole e scoline (Fig. 7). La superfi cie dei campi è modellata<br />
in modo da fare sgrondare le acque delle scoline raccordate<br />
poi alla capezzagna, mentre gli stradoni sono di<br />
regola sopraelevati sul piano di campagna per consentire<br />
il transito anche in occasione di piogge abbondanti (Fig. 8).<br />
La rappresentazione planimetrica delle proprietà agricole<br />
venne eseguita con frequenza nei secoli XVII e XVIII<br />
con la documentazione dei beni esistenti, migliorie al si-<br />
inopinatamente al centro della proprietà, inserimento di un macero;<br />
evidentemente la coltivazione della canapa soppianta in misura<br />
sempre maggiore altre, più tradizionali colture: “ … il medesimo<br />
Predio ridotto ad un nuovo comparto più felice alla Lavoraggione,<br />
ed in miglior forma, e sistema”. Non si perde l’orientamento antico,<br />
comunque derivato dalla centuriazione.<br />
11
12<br />
Cabrei<br />
stema di conduzione, per divisioni ereditarie e delineazione<br />
precisa dei confi ni (Fig. 9).<br />
La raffi gurazione catastale a cura dello Stato si avrà<br />
solo nel 1780 con il catasto Boncompagni, e se si considera<br />
la generale carenza di fondi catastali sino al Sett ecento, i<br />
cabrei costituiscono una delle più corpose ed omogenee<br />
serie archivistiche di cui si disponga per documentare<br />
l’evoluzione del paesaggio rurale ed urbano e per lo studio<br />
della storia del territorio.<br />
Fig. 9 – (S. Donino, 1795). In questo cabreo viene illustrato<br />
dettagliatamente l’assetto del grande complesso padronale, con il<br />
palazzo e gli altri edifi ci a diversa destinazione, e gli ampi spazi esterni<br />
in cui compaiono un giardino all’italiana, un orto-giardino con vasca,<br />
un secondo orto, un oratorio di recente edifi cazione. A sottolineare<br />
l’importanza formale e sociale del luogo, vengono citati nel cartiglio<br />
un “camerone d’agrumi”, una “stalla per cavalli”, una “bugaderia”, e<br />
la prima cappellina annessa al palazzo. Gli edifi ci sono resi in pianta,<br />
segno dell’evoluzione della notazione grafi ca rispetto al passato;<br />
si nota anche, nella cucina del palazzo, un pozzo interno, come si<br />
conveniva realizzare nelle dimore signorili.<br />
Nella pagina seguente, dall’alto:<br />
Fig. 10 – (Malabergo Castellina, 1803). La mappa del 1803, redatta<br />
dal Perito Giuseppe Michelini, illustra una parte della tenuta per lo più<br />
coltivata a risaie, con evidenziato il condotto principale che attraversa<br />
il podere con annessi i canali e gli scoli a scopo irriguo. Vi sono anche<br />
terreni a seminativo arborato, anche se il disegno non li evidenzia, ed<br />
è presente la vite e la piantata a gelsi. Questa mappa viene redatta<br />
allo scopo di aggiornare la situazione dell’edifi cato: si prevede la<br />
costruzione di un nuovo edifi cio in prossimità di una stalla per bovini<br />
ed equini che viene nominata “Cascina vecchia”.<br />
Fig. 11 – (Mulino del Paltrone, 1730) Nel paesaggio illustrato nel<br />
cabreo emerge, in particolare, il complesso sistema idraulico di questa<br />
parte della pianura bolognese; il Torrente Samoggia crea un’ansa –<br />
ora non più esistente – che lambisce con un andamento sinuoso le<br />
diverse proprietà fondiarie, organizzate secondo un regolare sistema<br />
geometrico, di chiara derivazione centuriale, a cui appartiene anche<br />
il Fosso Marzapesce, che scorre sia sul cardo sia sul decumano. Un<br />
palazzo e alcuni gruppi di edifi ci colonici si collocano ai bordi delle<br />
aree coltivate, come avveniva per gli insediamenti di epoca romana;<br />
l’acqua non serviva soltanto a scopo irriguo ma, nel paesaggio<br />
antropico, era anche fonte di energia: oltre alle macine del Mulino del<br />
Paltrone azionava anche il maglio di una fabbreria e le seghe di una<br />
falegnameria, in un complesso edilizio artigianale e produttivo.<br />
28
Cabrei<br />
13
14<br />
Cabrei<br />
Analisi di confronto tra mappe storiche e immagini<br />
attuali da aereo o satellite<br />
Le mappe dei cabrei hanno mostrato ampia diff usione<br />
su gran parte dei territori della pianura della provincia di<br />
Bologna e limitatamente nelle zone collinari. In relazione<br />
ad interventi antropici o mutazioni naturali succedutisi<br />
nel tempo, si sono potute riscontrare situazioni eterogenee<br />
in termini di persistenza complessiva degli elementi territoriali.<br />
Il confronto tra l’interpretazione dell’att uale condizione<br />
territoriale eff ett uata su immagini aeree e satellitari<br />
e la rappresentazione storica dei cabrei è resa possibile da<br />
idonei software GIS. In ogni mappa aree caratt erizzate da<br />
livelli diversi di cambiamento possono venire digitalizzate<br />
in layer poligonali diversamente rappresentate: tale elaborazione,<br />
oltre a fornire dati numerici (areali) signifi cativi<br />
rende possibile un’immediata percezione visiva delle<br />
mutazioni intervenute sul territorio. I confronti tra mappe<br />
dei cabrei e immagini telerilevate possono essere ricondotti,<br />
in funzione dei layer considerati, a diff erente grado di<br />
corrispondenza: alta (fi gura 12), media (fi gura 13) e bassa<br />
(fi gura 14) (Solmi et al. 2010).<br />
Fig. 12 – Esempio di persistenza del paesaggio rurale.<br />
Località: Predio Gazza (Castenaso, BO).<br />
Il Perito che ha redatto il documento nel 1743 ha voluto chiarire in<br />
modo esaustivo i caratteri della parte edifi cata del fondo, disegnando<br />
“Un Palazzo e chiesa per comodo de Padroni, Casa sepparata per li<br />
Lavoratori con Colombara, Stalle e Teggie pure apartate col Pozzo,<br />
Forno Pollaro e Porzile, Cortile, Ara, Orto et altre …”; il disegno<br />
rappresenta i fabbricati in pianta, già nello stile che verrà ripreso nel<br />
Catasto Napoleonico ed in quello Gregoriano, nel XIX secolo. Inoltre,<br />
per maggior completezza, ha incluso anche i “Prospetti delli Edeffi zi<br />
di questo Predio”, al di sotto del disegno planimetrico.<br />
28
Fig. 13 – Esempio di trasformazione parziale. Località: Fiesso Predio<br />
Pioppa (Castenaso, BO). “Ad rivum fl exum”, ossia “là dove il fi ume<br />
piega il suo corso”: questo è il nome antico del luogo, ed in effetti<br />
il cabreo del 1817 mostra un’ansa del Torrente Idice, con i campi<br />
coltivati a canapa continuamente erosi dalla corrente, nonostante<br />
le arginature in pietrame poste in opera in anni precedenti, e qui<br />
chiamate “Lavoro vecchio”. Il luogo cambia, depositi di materiali<br />
lasciati dalla corrente, “Dosso di ghiaja e sabbia”, si accumulano<br />
all’interno di un’altra ansa del torrente; nuove arginature piantumate<br />
a pioppi sono create per contenere, senza grandi risultati, l’erosione.<br />
Fig. 14 – Esempio di trasformazione totale. La mappa storica<br />
rappresenta una possessione compresa nell’area suburbana di<br />
Bologna, altamente antropizzata. Il confronto con la situazione<br />
attuale evidenzia una quasi totale mutazione per cause naturali e/o<br />
antropiche. Ne sono testimonianza lo spostamento degli alvei dei<br />
corsi d’acqua e la loro riduzione in relazione all’espansione urbana,<br />
la comparsa di nuovi nuclei abitati e di aree industriali in zone<br />
precedentemente rurali o naturali e di conseguenza edifi ci del passato<br />
demoliti o in avanzato degrado (località Bertalia, Bologna).<br />
Cabrei<br />
Un “Roverone”, un olmo ed un “Pioppone bianco” sono punti di<br />
riferimento per le misurazioni. Sulla strada pubblica si innesta uno<br />
stradello che segue il corso del torrente e conduce ad una “pedagna”,<br />
ovvero una passerella in legno che attraversa il corso d’acqua.<br />
All’incrocio con la strada principale vi è l’immancabile pilastrino<br />
con una immagine sacra, elemento tipico della viabilità storica<br />
che, avendo una precisa dedica e quindi un nome, unisce il ricordo<br />
religioso all’informazione stradale per il passeggero.<br />
Ora il luogo è nuovamente cambiato, ed il corso del torrente ha perso<br />
le anse, seguendo un andamento più rettilineo.<br />
15
16<br />
Cabrei<br />
Conclusioni<br />
Le rappresentazioni del territorio realizzate a fi ni catastali<br />
e di inventario inserite nei cabrei costituiscono una<br />
fonte storiografi ca per lo studio delle trasformazioni del<br />
paesaggio, oltre che dei cambiamenti dell’economia rurale<br />
e delle tecniche agricole.<br />
Risultano parzialmente oggett ive in funzione delle<br />
modalità interpretative geo–iconografi che ed icnografi che<br />
assunte dai periti del tempo. Peculiarità queste ultime che<br />
sono andate sempre più perdendosi con l’avvento della<br />
moderna cartografi a, interessata sopratt utt o alla precisione<br />
metrica, ai sistemi proiett ivi e alla rappresentazione topografi<br />
ca, così che il disegno si è trasformato gradualmente<br />
in simbologia grafi ca, con un uso sempre più limitato del<br />
colore per evidenti necessità di riproduzione tipografi ca.<br />
A partire dalla seconda metà del XX secolo lo sviluppo<br />
del telerilevamento aereo e satellitare ha permesso una osservazione<br />
via via più dett agliata della reale superfi cie del<br />
territorio. In tal modo la fotografi a recente di un paesaggio<br />
agrario bene si presta al confronto con la iconografi a del<br />
Fig. 15 – (Mongardino – XVII secolo). Molte sono le proprietà<br />
fondiarie illustrate nel cabreo; a fronte di un’accurata calligrafi a vi è<br />
un disegno abbastanza approssimato, con la descrizione delle colture,<br />
passato. Così il paesaggio agrario, che è espressione del<br />
contesto economico, culturale e tecnologico, nel tentativo<br />
di ricostruirne l’evoluzione si mostra globalmente integrato<br />
con la vita e l’opera dell’uomo.<br />
Le mappe dei cabrei, quindi, per la ricchezza dei contenuti,<br />
la qualità della rappresentazione dei luoghi e l’oggett<br />
ività topografi ca delle misure, messe a confronto con<br />
le più recenti cartografi e topografi che ed immagini aeree<br />
o satellitari, costituiscono nel loro insieme uno strumento<br />
unico per valutare il grado di trasformazione che il territorio<br />
ha subito dal XVII secolo ad oggi e al tempo stesso<br />
ritrovare quegli elementi di persistenza nel tempo che per<br />
la loro rarità assumono il signifi cato di beni culturali.<br />
tra le quali si notano castagneti ed un fi lare detto “Moredo”, ovvero<br />
alberi di gelso da foglia, per l’allevamento del baco da seta, frequenti<br />
ovunque fi no al secolo successivo.<br />
28
Fig. 16 – (Monte S. Pietro – XVII secolo) – Simile al precedente, il<br />
cabreo è redatto per una trattativa di vendita di alcune delle parti<br />
illustrate; viene evidenziato un aspetto caratteristico di questo<br />
Bibliografi a<br />
CAZZOLA F. (1974), Il paesaggio agrario emiliano. In “L’Emilia–Romagna” pp. 131–<br />
152, TETI Editore, Milano<br />
DE MARINONI G. (1775), De re ichnometrica, Vienna<br />
DEGLI ESPOSTI V., MEZZINI E., SOLMI M., TODERI G., VIANELLO G., VITTORI ANTISARI L.<br />
(2009), Rappresentazione del paesaggio rurale: il passato nel presente.<br />
In “Immagini del mondo rurale nello spazio e nel tempo: trasformazione<br />
dei territori rurali bolognesi ed imolesi di pianura e di collina dal 1700 ad<br />
oggi”, Accademia Nazionale di Agricoltura, Ministero per i Beni e le Attività<br />
Culturali<br />
FERRARI R., PEZZOLI S. (1983), Materiali per un’iconoteca dei documenti storici<br />
dell’ambiente costruito e naturale dell’Emilia Romagna. In “I confi ni perduti<br />
Inventario dei centri storici: analisi e metodo”, IBC dossier, 18:19–84,<br />
Editrice CLUEB Bologna<br />
MORRI G. (1791), Il perito in Romagna ossia il perito agrimensoree stimatore. Faenza<br />
PANCALDI L. (1847), Raccolta ridotta a dizionario di varie misure antiche e moderne<br />
coi loro rapporti alle misure metriche ed a quelle di Bologna. Bologna<br />
SOLMI M., BRUSA M., GHERARDI M., VIANELLO G. (2010), Cabrei historical maps<br />
and remote sensing technologies to understand landscape evolution and<br />
preserve rural invariants and typicalities (Bologna province, Italy). 5th<br />
International Workshop on Digital Approaches in Cartographic Heritage,<br />
22–24 February, Wien<br />
VARIGNANA F., cura di, (1974), I disegni II. Mappe agricole e urbane del territorio<br />
bolognese dei secoli XVII e XVIII. Le collezioni d’arte della Cassa di Risparmio<br />
in Bologna, Ed. Alfa, Bologna<br />
VARIGNANA F. (1977), Il paesaggio agrario e la sua rappresentazione. In “Cultura<br />
Popolare dell’Emilia Romagna. Strutture rurali e vita contadina”. Federazione<br />
delle Casse di Risparmi dell’Emilia Romagna, Silvana Editoriale d’Arte, Milano<br />
VIANELLO G., a cura di, (2009), Immagini del mondo rurale nello spazio e nel<br />
tempo: trasformazione dei territori rurali bolognesi ed imolesi di pianura e di<br />
collina dal 1700 ad oggi. Accademia Nazionale di Agricoltura, Ministero per<br />
i Beni e le Attività Culturali. ISBN: 978.88.904624.0.5<br />
Cabrei<br />
paesaggio collinare: è indicata e disegnata una “Rovina e lavina”,<br />
ovvero un dissesto idrogeologico, tuttora tipico del territorio. Alla data<br />
attuale sono ancora visibili i segni del dissesto.<br />
17
18<br />
FONDAMENTI<br />
GEOMETRICI<br />
della<br />
<strong>CARTOGRAFIA</strong><br />
6 a PARTE<br />
di Antonio Arrighi<br />
SI TRATTA DI UNA SERIE DI ARTICOLI CHE AFFRONTANO<br />
GLI ASPETTI GEOMETRICI CHE PRESIEDONO ALLA FORMAZIONE<br />
<strong>DEL</strong>LA MODERNA <strong>CARTOGRAFIA</strong>.<br />
LA SESTA ED ULTIMA PARTE, ESPOSTA NELLE PAGINE<br />
CHE SEGUONO, È DEDICATA ALLE CARATTERISTICHE<br />
GEOMETRICHE E INFORMATIVE<br />
<strong>DEL</strong>LE CARTE TOPOGRAFICHE<br />
CON PARTICOLARE RIGUARDO ALLA SITUAZIONE GEOGRAFICA<br />
DI UN FOGLIO, AL RUOLO <strong>DEL</strong>LA SCALA NELLA<br />
RAPPRESENTAZIONE PLANO-ALTIMETRICA,<br />
ALL’ACCURATEZZA, ALLA LETTURA<br />
E ALLA PROCEDURA DI REALIZZAZIONE.<br />
28
Cosa è una carta topografi ca?<br />
Qualunque rappresentazione cartografi ca, informalmente<br />
nota come ‘carta’, sia su supporto cartaceo sia su<br />
schermo elett ronico, costituisce il migliore strumento di<br />
catalogazione e di osservazione degli oggett i distribuiti<br />
sulla superfi cie terrestre. D’altra parte, poiché la rappresentazione<br />
cartografi ca è una interpretazione della realtà<br />
territoriale, essa costituisce un modello [ridott o (scala),<br />
approssimato (proiezione) e simbolico (segni convenzionali)]<br />
che, in quanto tale, non è in grado di mostrare tutt i<br />
gli elementi eff ett ivamente presenti sul territorio. È per<br />
questa ragione che vengono realizzati diversi tipi di carte,<br />
ognuno dei quali enfatizza un aspett o particolare del territorio,<br />
al fi ne di soddisfare esigenze particolari: si possono<br />
ricordare a questo proposito le carte stradali, le carte dei<br />
suoli, le carte politiche, le carte del mondo, ecc. … .<br />
Fra le carte più utilizzate si annoverano le carte topografi<br />
che che si distinguono dalle altre tipologie per il fatt o<br />
che descrivono non solo gli oggett i che giacciono sul terre-<br />
Carte topografi che<br />
no, ma anche la conformazione e l’elevazione del terreno<br />
medesimo oltre a consentire l’individuazione, per mezzo<br />
di un reticolato geografi co e/o cartesiano, della posizione<br />
planimetrica degli oggett i rappresentati.<br />
Quindi le carte topografi che raffi gurano l’andamento<br />
tridimensionale della superfi cie terrestre su una superfi -<br />
cie bidimensionale e pertanto costituiscono la sintesi delle<br />
due superfi ci di riferimento terrestri, ossia del geoide per<br />
le posizioni in quota e dell’ellissoide per le posizioni in<br />
piano.<br />
Le carte topografi che, di norma, rappresentano le caratt<br />
eristiche territoriali sia naturali, come le montagne, le<br />
valli, le pianure, i laghi, i fi umi e la vegetazione, sia antropiche,<br />
come le strade, le ferrovie, gli edifi ci, le linee elett riche<br />
e riportano inoltre il nome dei luoghi raffi gurati.<br />
In termini di scala, almeno per quanto concerne l’Italia,<br />
appartengono alla categoria topografi ca le carte di scala<br />
compresa tra 1:10000 e 1:100000 [Fig. 1].<br />
Fig. 1 – Stralcio esemplifi cativo di carta topografi ca alla scala 1:25000.<br />
19
20<br />
Carte topografi che<br />
Taglio geografi co e cartesiano<br />
Ogni paese, in base alla propria tradizione cartografi ca<br />
nonché alla sua conformazione ed estensione territoriale, ha<br />
adott ato un sistema particolare di cartografi a topografi ca che<br />
costituisce una suddivisione sistematica del territorio in fogli<br />
topografi ci a diff erente scala. Questo al fi ne di soddisfare<br />
varie esigenze di dett aglio geoinformativo e di consentire la<br />
consultazione dei documenti cartografi ci in modo agevole.<br />
Esistono a questo proposito due modalità operative di<br />
suddivisione del territorio:<br />
• il taglio geografi co<br />
• il taglio cartesiano.<br />
Il taglio geografi co [Fig. 2] delimita i bordi di una carta<br />
topografi ca con delle linee curve che sono la proiezione<br />
sul piano della carta dei meridiani e dei paralleli; l’aspett o<br />
di questo tipo di delimitazione varia al variare della proiezione<br />
cartografi ca adott ata.<br />
Il taglio cartesiano [Fig. 3], per contro, delimita i bordi<br />
di una carta topografi ca con dei segmenti di rett a che sono<br />
paralleli al sistema di riferimento cartesiano e l’aspett o è<br />
quindi indipendente dalla proiezione cartografi ca.<br />
Come già accennato nella seconda parte di questa trattazione<br />
(cfr. La Cartografi a n° 22, sett embre 2009, pag. 28 e<br />
segg.), il taglio geografi co comporta elementi cartografi ci<br />
di dimensioni e area crescenti, quando si procede da Nord<br />
verso Sud, anche se costituisce la suddivisione più naturale<br />
di una superfi cie in origine di caratt ere curvilineo,<br />
mentre quello cartesiano dà luogo ad elementi cartografi ci<br />
uniformi sia nelle dimensioni lineari che areali ed agevola<br />
Fig. 2 – Taglio geografi co. Fig. 3 – Taglio cartesiano.<br />
zona cartografata<br />
proezione del reticolo cartografi co<br />
dei meridiani e paralleli<br />
N<br />
Taglio Geografi co<br />
E<br />
l’esecuzione dei calcoli cartografi ci e delle determinazioni<br />
di posizione.<br />
Per altro, giova osservare che, indipendentemente dal<br />
tipo di suddivisione adott ata, è tipicamente in uso la convenzione<br />
secondo cui quatt ro carte di una determinata<br />
scala vengono impiegate per rappresentare la stessa area<br />
su una carta alla scala immediatamente inferiore.<br />
In Italia la cartografi a topografi ca a media, grande e<br />
grandissima scala è realizzata secondo il sistema di suddivisione<br />
geografi co e in parte in base al criterio poco sopra<br />
indicato: per esempio i fogli alla scala 1:50000 (di dimensioni<br />
long. x lat. = 20’ x 12’) sono suddivisi in quatt ro sezioni<br />
alla scala 1:25000 (10’ x 6’), da sedici elementi 1:10000<br />
(5’ x 3’), da 64 sott o-elementi 1:5000 (2,5’ x 1,5’); per quanto<br />
concerne le carte a grande scala la suddivisione è invece<br />
concepita in modo che ogni elemento 1:10000 e 1:5000 sia<br />
composto, rispett ivamente da 25 mappe 1:2000 (0,5’ x 0,3’)<br />
e da 25 mappe 1:1000 (0,25’ x 0,15’) [Fig. 4].<br />
Ruolo della scala nella rappresentazione<br />
plano-altimetrica<br />
Per comprendere compiutamente il concett o di scala<br />
cartografi ca occorre vedere la proiezione che ha dato origine<br />
alla carta come un processo in due fasi:<br />
• primo, si assume che la superfi cie terrestre sia stata<br />
proiett ata sulla superfi cie di riferimento (SR) (sfera<br />
o ellissoide, a seconda dell’accuratezza della rappresentazione<br />
cartografi ca) ridott a alla dimensione (scala<br />
nominale-SN) scelta per la carta;<br />
zona cartografata<br />
linee parallele al sistema di riferimento<br />
N<br />
E 1<br />
E 2<br />
N2 N1 Taglio Cartesiano<br />
E<br />
28
12’<br />
0<br />
000<br />
0000 foglio 1:50000<br />
000 sezione 1:25000<br />
0000<br />
20’<br />
x mappa 1:2000<br />
oppure 1:1000<br />
00 elemento 1:10000<br />
0 sub-elemento 1:5000<br />
Fig. 4 – Suddivisione sistematica della cartografi a italiana.<br />
• secondo, si ipotizza di trasformare matematicamente,<br />
punto per punto, la superfi cie curva di riferimento<br />
su quella piana del foglio di carta.<br />
Il ‘globo’ di riferimento (SR) è quindi caratt erizzato da<br />
una frazione rappresentativa dett a scala principale (SP =<br />
SN) che può essere derivata dividendo il raggio terrestre<br />
Fig. 5 – Scala nominale e fattore di scala.<br />
Terra<br />
00<br />
X<br />
Carte topografi che<br />
(RT) per il raggio del globo (RG) rappresentativo:<br />
SP = RT/RG.<br />
Su quest’ultima superfi cie la scala eff ett iva (SE) coincide,<br />
in ogni punto, con la scala nominale.<br />
Con il termine fatt ore di scala (FS) si intende invece il<br />
rapporto tra la scala eff ett iva e la scala principale:<br />
FS = SE/SN.<br />
Come noto (cfr. La Cartografi a n° 26, novembre 2010,<br />
pag. 6 e segg.) quando SR (in toto o in parte) è trasformata<br />
nella superfi cie piana della carta, SE risulta più grande o<br />
più piccola di SP in vari punti della carta medesima, in<br />
quanto SR e il piano non sono applicabili senza deformazioni;<br />
ne segue che SE varia da punto a punto sul piano<br />
della carta e, in generale, al variare della direzione intorno<br />
al punto (Indicatrice di Tissot): quindi, SE = SN·FS = SP·FS<br />
[Fig. 5].<br />
Pertanto la scala della carta (SC = SN = SP), che rappresenta<br />
la dimensione di un oggett o disegnato sulla carta in<br />
confronto a quella eff ett iva sul terreno, è data da:<br />
SC = distanza sulla carta/distanza sul terreno.<br />
Essa rappresenta quindi un valore medio in raff ronto<br />
a quella puntuale (scala eff ett iva SE) variabile con la posizione<br />
e con la direzione.<br />
Sferoide<br />
Scala nominale 1:25000<br />
Carta<br />
Fattore di scala 0,9996<br />
Scala effettiva 1:25010<br />
21
22<br />
Carte topografi che<br />
La scala della carta può, per altro, essere espressa:<br />
• in maniera verbale → scala verbale = “un cm sulla<br />
carta corrisponde ad un km sul terreno o anche 1cm<br />
= 1km”,<br />
• in maniera grafi ca [Fig. 6], che resta valida se ingrandita<br />
o ridott a,<br />
• in maniera numerica, sott o forma di rapporto adimensionale<br />
→ 1/50000, 1:25000, ecc. … .<br />
Fig. 6 – Le varie espressioni della scala cartografi ca.<br />
Di norma si parla anche di carte a grande e a piccola scala<br />
[Fig. 7]. Una carta a grande scala è caratt erizzata dal<br />
fatt o che mostra una elevata quantità di dett agli perché<br />
il suo rapporto di scala (ad es. 1:25000) è più grande di<br />
quello di una carta, ad esempio, 1/250000 che, a parità<br />
di superfi cie cartacea impiegata per la rappresentazione,<br />
Fig. 7 – Carte a grande e piccola scala.<br />
Scala Verbale<br />
1 cm = 940 Km<br />
Scala Grafica<br />
0 940 1880<br />
1 cm = 370 Km<br />
0 370 740<br />
1 cm = 160 Km<br />
0 160 320<br />
1 cm = 13 Km<br />
0 13 26<br />
PICCOLA SCALA<br />
Rapporto di<br />
scala<br />
1<br />
94.000.000<br />
1<br />
37.000.000<br />
1<br />
16.000.000<br />
1<br />
1.300.000<br />
GRANDE SCALA<br />
contiene per contro il disegno di un’estensione di territorio<br />
maggiore. Invece, le carte comprese tra le scale citate<br />
(1/25000÷1/250000) si dicono carte a scala intermedia:<br />
1/50000, 1/100000, ecc. … . Pertanto, più è grande il numero<br />
dopo 1: o 1/ più piccola è la scala della carta.<br />
Poiché una carta topografi ca è composta da:<br />
1) dati planimetrici (insieme di simboli e di contorni<br />
di oggett i),<br />
2) dati altimetrici (variazioni di altitudine mostrate<br />
per mezzo di curve di livello o isoipse),<br />
3) dati alfanumerici (toponomastica e quote di<br />
punti singolari),<br />
la diminuzione di scala della rappresentazione ha infl<br />
uenza sulla quantità, conformazione, dimensione, distribuzione,<br />
posizione dei tre tipi di dati sopra ricordati; in altre<br />
parole, la riduzione di scala costringe a ‘generalizzare’<br />
il contenuto planimetrico della carta.<br />
Per esempio, più la scala diviene piccola più la quantità<br />
di simboli aumenta, i contorni si semplifi cano, i dett agli<br />
scompaiono, gli oggett i vengono spostati (dalla loro posizione<br />
originaria), selezionati, accorpati, ingranditi, …, per<br />
migliorarne la visibilità [Fig. 8], inoltre i dati alfanumerici<br />
vengono eliminati o riposizionati in maniera tale da<br />
Grande scala: rappresenta una<br />
piccola area con molto dettaglio<br />
Piccola scala: rappresenta una<br />
grande area con dettaglio ridotto<br />
L’entità del dettaglio è<br />
inversamente proporzionale<br />
al denominatore della scala<br />
28
Smussamento/<br />
Squadratura<br />
Fig. 8 – Esempio di generalizzazione cartografi ca.<br />
agevolare la lett ura della carta; per la medesima ragione,<br />
l’equidistanza delle curve di livello aumenta conformemente<br />
al valore del denominatore della scala (1:5000→<br />
equidistanza 5m, 1:10000 → equidistanza 10m, 1:25000 →<br />
equidistanza 25m, …) [Fig. 9].<br />
Quindi la generalizzazione cartografi ca è la riduzione del<br />
dett aglio, o la semplifi cazione della realtà, che consiste, tipicamente,<br />
in sei fasi:<br />
a) semplifi cazione<br />
b) selezione<br />
c) classifi cazione<br />
d) esagerazione<br />
e) spostamento<br />
f) simbolizzazione.<br />
1:25000<br />
Aggregazione Enfatizzazione<br />
Selezione/Eliminazione<br />
60<br />
50<br />
40<br />
30<br />
20<br />
10<br />
L.M.M.<br />
10<br />
20<br />
30<br />
40<br />
50<br />
Carte topografi che<br />
Spostamento e dilatazione<br />
1:50000<br />
Fig. 9 – Altimetria tramite isoipse.<br />
[m]<br />
Curve di livello vicine (fi tte)<br />
indicano una forte pendenza<br />
Curve di livello distanziate (rade)<br />
indicano una pendenza dolce<br />
I punti quota indicano l’altezza di<br />
un punto topografi co tra due<br />
curve di livello e sono espressi<br />
sotto forma numerica<br />
(ad esempio, “68”)<br />
L.M.M.<br />
(Livello Medio del Mare)<br />
23
24<br />
Carte topografi che<br />
a. la semplifi cazione si riferisce alla riduzione dimensionale<br />
delle geometrie: infatt i tutt i gli oggett i sono dotati di tre<br />
dimensioni [lunghezza, larghezza, altezza (anche se in<br />
cartografi a la terza dimensione viene persa in quanto<br />
la rappresentazione è generalmente piatt a)], per cui,<br />
quando la scala diviene più piccola, l’oggett o si abbassa<br />
di grado dimensionale o, come si dice in linguaggio<br />
tecnico, collassa [Fig. 10].<br />
Questo fenomeno si manifesta, ad esempio, quando un<br />
centro abitato areale diventa un simbolo puntuale oppure<br />
quando un corso d’acqua areale diviene lineare;<br />
b. la selezione si basa invece sulle operazioni di aggregazione<br />
(fusione di diversi elementi, per lo più areali)<br />
[Fig. 11], di eliminazione [cancellazione di determinati<br />
elementi puntuali, lineari, areali, tramite operazioni di<br />
rimozione o di tipicizzazione (rimozione + spostamento)<br />
per ricreare la distribuzione originaria (Fig. 12)], di<br />
smoothing (rimozione di dett agli di forme sia lineari sia<br />
areali; in altre parole questa operazione comporta la riduzione<br />
delle spigolosità, per cui la forma interessata<br />
da questo intervento diviene smussata) [Fig. 13];<br />
c. la classifi cazione rappresenta l’operazione di riclassifi -<br />
cazione degli oggett i in una nuova classe appartenenza<br />
secondo raggruppamenti di natura nominale o discreta<br />
(classifi cazione secondo criteri tipologici o qualitativi),<br />
Dall’alto in basso, da sinistra a destra:<br />
Fig. 10 – Trasformazione per collassamento.<br />
Fig. 11 – Trasformazione per aggregazione.<br />
Fig. 12 – Trasformazione per eliminazione (a-rimozione, b-tipicizzazione).<br />
Fig. 13 – Trasformazione per smoothing.<br />
di natura ordinale (classifi cazione secondo criteri di<br />
rango o gerarchici e quindi secondo valutazioni relative<br />
non numeriche), di natura per intervallo o razionale<br />
(classifi cazione secondo criteri gerarchici di ordine numerico)<br />
[Fig. 14];<br />
d. l’esagerazione costituisce l’operazione di accentuazione<br />
e enfatizzazione della conformazione o della taglia<br />
di un oggett o per renderlo più leggibile alla scala a cui<br />
viene rappresentato [Fig. 15];<br />
e. lo spostamento comporta il movimento dell’oggett o che<br />
ha subito, in particolare, l’operazione di esagerazione,<br />
per cui la nuova geometria comporta, in generale, confl<br />
itt i di caratt ere geometrico con gli oggett i circostanti<br />
ed occorre pertanto ripristinare le relazioni spaziali originarie<br />
per agevolare la visualizzazione [Fig. 16].<br />
f. la simbolizzazione, infi ne, si riferisce alla rappresentazione<br />
grafi ca (simbologia = segni convezionali) dell’informazione<br />
geografi ca che si basa sul principio delle<br />
variabili visuali e fa riferimento alle classi nominali,<br />
ordinali e per intervallo o razionali dei segni convenzionali<br />
medesimi [Figg. 17, 18, 19, 20].<br />
Esiste un livello di dett aglio pratico associato ad ogni<br />
rapporto di scala. Statisticamente risulta che è possibile<br />
identifi care una ‘unità di risoluzione minima’ (grafi cismo<br />
convenzionale) corrispondente a 0,2mm; tutt avia questo<br />
a-rimozione<br />
b-tipicizzazione<br />
28
valore è del tutt o teorico perché non tiene conto delle deformazione<br />
del supporto cartaceo, per cui è più opportuno<br />
parlare di ‘grafi cismo pratico’ che è dell’ordine degli<br />
0,5mm.<br />
Questo valore corrisponde, per le scale più comuni, ad<br />
una quantità eff ett iva pari a:<br />
• 1:5000 → 2,5m<br />
• 1:10000 → 5m<br />
• 1:25000 → 12,5m<br />
• 1:50000 → 25m<br />
• 1:100000 → 50m.<br />
Questo signifi ca che i dati rilevati ad una determinata<br />
scala non sono trasferibili ‘tout court’ ad una scala completamente<br />
diff erente: ne segue che i dati informativi per<br />
una grande scala sono troppo dett agliati per una scala più<br />
piccola, mentre quelli per una piccola scala sono troppo<br />
generalizzati per una scala più grande. D’altra parte si può<br />
osservare che se è possibile passare da una grande scala<br />
ad una scala più piccola riducendo il livello di dett aglio<br />
Fig. 14 – Trasformazione per classifi cazione<br />
Fig. 15 – Trasformazione per esagerazione<br />
(a - accentuazione, b - enfatizzazione).<br />
a-accentuazione<br />
b-enfatizzazione<br />
Fig. 16 – Trasformazione per spostamento.<br />
Carte topografi che<br />
tramite l’operazione di generalizzazione, non è possibile<br />
eff ett uare il percorso inverso perché si dovrebbe eff ett uare<br />
un’operazione opposta alla generalizzazione, ossia di particolarizzazione,<br />
senza possedere gli elementi informativi<br />
per poterlo fare.<br />
Da osservare che la combinazione scala cartografi cagrafi<br />
cismo permett e di realizzare cartografi a ‘praticamente’<br />
priva di deformazione.<br />
Fig. 17 – Variabili visuali.<br />
Forma Dimensione Orientamento<br />
Motivo (tessitura) ColoreI ntensità di colore<br />
Fig. 18 – Dati nominali.<br />
Punto<br />
Linea<br />
Area<br />
Fig. 19 – Dati ordinali.<br />
Punto<br />
Linea<br />
Area<br />
aeroporto città miniera capitale<br />
fiume strada confine conduttura<br />
frutteto deserto bosco acqua<br />
aeroporti<br />
intercontinentale<br />
internazionale<br />
nazionale<br />
prod. di petrolio<br />
elevata<br />
media<br />
bassa<br />
densità<br />
popolazione<br />
viabilità idrografia confini<br />
autostrada<br />
strada statale<br />
strada locale<br />
qualità suolo costo della vita aree industriali<br />
buona<br />
discreta<br />
scadente<br />
fiume<br />
torrente<br />
ruscello<br />
elevato<br />
medio<br />
basso<br />
alta<br />
media<br />
bassa<br />
nazionale<br />
regionale<br />
provinciale<br />
principali<br />
secondarie<br />
25
26<br />
Carte topografi che<br />
PUNTO<br />
LINEA<br />
AREA<br />
Risultati elezioni<br />
(% dei voti)<br />
Portata viabilità<br />
> 10 t<br />
5 - 10 t<br />
Precipitazioni<br />
25<br />
20<br />
15<br />
10<br />
Fig. 20 – Dati razionali.<br />
0 cm<br />
Produzione<br />
minerali<br />
Portata fluviale (m 3 /h)<br />
Infatt i, questa condizione si verifi ca nell’ambito del<br />
foglio cartografi co se le deformazioni lineari sono minori<br />
dell’entità del grafi cismo.<br />
In altre parole, se la scala nominale (SN) della carta<br />
è 1/S e D è la lunghezza della dimensione maggiore<br />
dell’elemento cartografi co considerato, ossia la diagonale,<br />
mentre k è il fatt ore di scala FS, allora deve risultare<br />
che la lunghezza eff ett iva meno la lunghezza nominale<br />
deve essere minore o uguale all’entità del grafi cismo<br />
a scala reale:<br />
D·k·S - D·S ≤ (0,2·10 -1 ) · S [cm]<br />
Da questa condizione è possibile determinare, in funzione<br />
del fatt ore di scala, il limite massimo della dimensione<br />
D dell’elemento cartografi co, in modo da contenere la<br />
deformazione lineare entro il grafi cismo:<br />
D ≤ |(0,2·10 -1 )/( k-1) [cm]<br />
50 - 80<br />
10 - 49<br />
1 - 9<br />
Per esempio: nel caso di 0,9996 ≤ k ≤ 1,0004, D ha dimensione<br />
limite di 50,00 cm in corrispondenza dei valori<br />
estremi di k e quindi l’elemento cartografi co avrebbe dimensioni<br />
di circa 35 x 35 cmq.; per il grafi cismo pratico<br />
la dimensioni ammissibili diventano invece 88 x 88 cmq..<br />
Pertanto la ‘tavolett a’ IGM, che ha dimensioni di circa<br />
40x40 cmq. per una diagonale intorno ai 56 cm, può<br />
essere considerata un elemento cartografi co equidistante,<br />
ma poiché è conforme, per la peculiarità della pro-<br />
0<br />
1500 60<br />
1000<br />
500<br />
Altitudine<br />
400 metri<br />
300<br />
200<br />
100<br />
0 l.m.m.<br />
Aree popolate<br />
(migliaia di abitanti)<br />
Altitudine (m)<br />
40<br />
20<br />
Densità popolazione<br />
(persone/kmq)<br />
50 - 80<br />
10 - 49<br />
1 - 9<br />
iezione su cui si fonda la sua geometria, risulta anche<br />
equivalente.<br />
Accuratezza delle carte topografi che<br />
Quando su una carta topografi ca si determina la posizione<br />
in planimetria e in quota di punti di interesse, i<br />
valori stimati sono sempre aff ett i da incertezza.<br />
Tale incertezza dipende da diversi tipi di errore, introdott<br />
i nella fase di compilazione della carta, che condizionano<br />
la qualità della carta medesima; tali errori devono<br />
sott ostare a determinati valori (norme di accett abilità) funzione<br />
della scala della carta.<br />
Le norme di qualità delle carte topografi che sono relative<br />
all’accett abilità orizzontale (planimetria) e a quella<br />
verticale (altimetria). Da parte sua il termine accett abilità<br />
si riferisce alla verifi ca di tutt i i tipi di errore introdott i durante<br />
la realizzazione della carta topografi ca:<br />
a) gli errori grossolani;<br />
b) gli errori costanti;<br />
c) gli errori sistematici;<br />
d) gli errori aleatori o casuali.<br />
a) Gli errori grossolani (in statistica sono denominati anche<br />
‘sbagli’), spesso att ribuibili all’operatore dell’apparecchio<br />
di misura, infl uenzano la posizione dei punti<br />
sulla carta in modo tale che la posizione medesima risulta<br />
più o meno discosta da quella vera sul terreno;<br />
esatt amente di quanto non è, tutt avia, possibile saperlo<br />
(errori imprevedibili). D’altra parte, sott o certe condizioni,<br />
in occasione del controllo di qualità, è possibile<br />
rivelarli perché in genere sono di entità elevata.<br />
b) Gli errori costanti (bias o deviazioni), come indicato<br />
dal nome, deviano appunto la posizione dei punti dalla<br />
posizione vera sempre nello stesso modo (segno ed<br />
entità); questi errori sono tutt avia rilevabili con diffi -<br />
coltà, anche se, spesso, essendo imputabili all’apparecchio<br />
di misura, sono eliminabili con la taratura dello<br />
strumento.<br />
c) Gli errori sistematici si manifestano nelle misure per<br />
eff ett o di leggi matematiche o fi siche defi nite che, tutt avia,<br />
possono non essere note; in determinati casi, però,<br />
la conoscenza del campo di misura in cui si opera permett<br />
e di individuare la legge medesima, che consente,<br />
di conseguenza, la correzione delle misure eff ett uate.<br />
28
d) Gli errori aleatori si manifestano per una serie di ragioni<br />
dovute al caso e, quindi, il modo in cui essi agiscono<br />
sui valori stimati è imprevedibile; in genere sono<br />
di piccola entità e si ammett e che, in un campione di<br />
misure, la loro occorrenza segua la legge della distribuzione<br />
normale con valore medio uguale a zero. L’errore<br />
tipo degli errori casuali, chiamato tipicamente scarto<br />
quadratico medio (s.q.m. = σ), costituisce la base per<br />
quantifi care l’incertezza delle misure eff ett uate su una<br />
carta topografi ca [Fig. 21].<br />
Se si fa riferimento alla fi gura 22, il 68,3% degli errori<br />
aleatori è situato nell’intervallo ±1σ e la quasi totalità dei<br />
medesimi errori è invece compreso tra ±3σ. Quando gli<br />
errori cadono più lontano, tra ±3σ e ±4σ, vengono spesso<br />
considerati come errori grossolani: infatt i, la probabilità<br />
che si verifi chino errori più grandi di ±3σ è meno dell’1%.<br />
All’entità dello s.q.m. è associata la precisione della<br />
carta topografi ca. Ne segue, che più lo s.q.m. è piccolo<br />
più la carta è precisa. D’altra parte, il fatt o che la carta sia<br />
precisa non garantisce tutt avia che sia esatt a, a causa della<br />
presenza di eventuali bias, come è indicato nella fi gura<br />
Osservazioni precise ed accurate<br />
Fig. 21 – Precisione e accuratezza.<br />
Nome<br />
Scarto quadratico medio (s.q.m.= σ)<br />
Scarto probabile (lineare)<br />
Scarto tipo (lineare)<br />
Errore<br />
Tabella 1<br />
(1)<br />
Osservazioni precise, ma non accurate<br />
(2)<br />
Osservazioni né precise, né accurate<br />
(3)<br />
23, dove la carta (1) è più precisa della carta (2) perché<br />
s.q.m. (1) < s.q.m. (2), anche se entrambe sono esatt e perché<br />
tutt e e due caratt erizzate da M = 0. Per contro, la carta<br />
(3) è più precisa della (1) e della (2), ma è inesatt a poiché<br />
M ≠ 0 a causa della presenza di un certo bias.<br />
È possibile defi nire, in funzione della legge di distribuzione<br />
normale (legge di Gauss), una serie di valori che<br />
sono utilizzati nell’ambito di norme di qualità (Tabella 1).<br />
Spesso si fa riferimento allo scarto tipo, per cui la norma<br />
di verifi ca della qualità potrebbe recitare: la coordinata x<br />
(o y, o la quota) del 90% dei punti misurati sulla carta non<br />
deve discostarsi dalla posizione vera (terreno) più di 5m.<br />
Pertanto, secondo quanto recita la tabella 1, deve essere<br />
rispett ata la condizione 1,6449 · σ ≤ 5m. e quindi σ ≤<br />
3,04 m. In altre parole, lo s.q.m. dei valori osservati non<br />
deve superare 3,04m.. Nel caso in cui la misura presenti<br />
un residuo maggiore di 3σ deve considerarsi sbagliata ed<br />
eliminabile dalla serie dei valori campionati.<br />
Fig. 22 – Distribuzione statistica degli errori casuali.<br />
(3)<br />
Fig. 23 – Differenti distribuzioni di errori.<br />
Probabilità<br />
(% sul n° di osservazioni)<br />
M≠0 M=0<br />
BIAS<br />
Carte topografi che<br />
MEDIA = 0<br />
68,3%<br />
95,4%<br />
99,7%<br />
Calcolo<br />
68,27 1,0 · σ<br />
50 0,6745 · σ<br />
90 1,6449 · σ<br />
> 99,73 > 3,0 · σ<br />
(1)<br />
(2)<br />
27
28<br />
Carte topografi che<br />
Incertezza planimetrica<br />
Per valutare la qualità di una carta topografi ca si procede,<br />
di norma, nel seguente modo:<br />
1. si localizza sulla carta una serie di punti secondo procedure<br />
ben defi nite (n° di punti, distribuzione, ecc. …);<br />
tali punti devono essere ‘ben defi niti’ [ossia, devono essere<br />
facilmente visibili o localizzabili sul terreno come,<br />
ad esempio, punti di riferimento, monumenti che fi ssano<br />
i limiti di proprietà, le intersezioni stradali, spigoli<br />
di grandi edifi ci oppure il centro di piccole costruzioni,<br />
ecc. …; per quanto concerne la carta devono essere<br />
tracciati con una certa precisione, che abitualmente<br />
deve essere di ordine submillimetrico (ad esempio, un<br />
quarto o mezzo millimetro)];<br />
2. si rilevano le coordinate di questi punti che vengono<br />
confrontate con quelle degli stessi punti misurate sul<br />
terreno con un metodo più accurato di quello utilizzato<br />
per la realizzazione della carta;<br />
3. si analizzano le diff erenze tra le coordinate carta e le<br />
coordinate terreno (residui) in modo da defi nire lo<br />
s.q.m. sui due assi coordinati, come è evidente dalla<br />
fi gura di tabella 2;<br />
Tabella 2 – Confronto tra le coordinate di un punto sulla carta e sul terreno.<br />
Scarto in x per un punto i dx i = [x carta -x validazione ] i<br />
Scarto in x per un punto i dy i = [y carta -y validazione ] i<br />
Differenza di posizione D i = [(dx i ) 2 +(dy i ) 2 ] 1/2<br />
i<br />
4. si determina lo scarto quadratico medio nelle direzioni<br />
x e y, di un campione di n punti validati, per mezzo<br />
delle formule seguenti:<br />
dove<br />
sqm x =s x =±<br />
∑ n<br />
i=1<br />
n–1<br />
(dx –dx ) i m 2<br />
, sqm =s =±<br />
y y<br />
∑ n<br />
dx dy i<br />
i<br />
dx = i=1 , dy = i=1<br />
m n<br />
m<br />
n<br />
5. si può determinare anche lo scarto quadratico medio<br />
complessivo di posizione (dett o anche scarto radiale<br />
o vett oriale) secondo la formula sott o riportata, assumendo<br />
che σ e σ siano indipendenti:<br />
x y<br />
∑ n<br />
s=± s 2<br />
x +s2<br />
y<br />
∑ n<br />
i=1<br />
n–1<br />
(dy i –dy m ) 2<br />
È interessante citare anche il criterio, più restritt ivo, seguito<br />
in America per valutare la qualità delle carte topografi<br />
che; infatt i viene calcolato un parametro (nell’ipotesi<br />
che gli scarti sui due assi siano uguali), denominato 'Scarto<br />
Tipo Circolare' (STC), e una serie di altri parametri di<br />
cui alla tabella 3.<br />
Defi nizione Formula Schema grafi co<br />
Tabella 3<br />
Nome Simbolo<br />
Probabilità circolare<br />
(% n° osservazioni)<br />
Calcolo<br />
Scarto Tipo Circolare STC 39,35 1,0·STC<br />
Scarto Probabile<br />
Circolare<br />
Scarto Circolare<br />
Quadratico Medio<br />
Scarto Circolare<br />
Cartografi co Standard<br />
Scarto 3,5 σ c<br />
SPC 50 1,1774 · STC<br />
SCQM 63,21 1,4142 · STC<br />
SCCS 90 2,1460 · STC<br />
3,5 σ c 99,78 3,5 · STC<br />
y carta<br />
y validazione<br />
y<br />
dy<br />
3,5 s c<br />
xvalidazione xcarta 1,1774 s c<br />
1,4142 s c<br />
s y<br />
P validazione<br />
s c<br />
s x<br />
D<br />
dx<br />
2,1460 s c<br />
P carta<br />
x<br />
28
Questo scarto è legato a σ dalla formula seguente, valida<br />
nel caso in cui il n° dei punti di validazione sia ≥ 30:<br />
Ad esempio, SPC signifi ca che una misura aff ett a da solo<br />
errore casuale ha la probabilità del 50% di non discostarsi di<br />
più di 1,1774·σ dal valore vero.<br />
c<br />
Pertanto, nel caso della carta topografi ca alla scala<br />
1:50000, la condizione di validazione potrebbe essere quella<br />
di rispett are uno scostamento planimetrico dal valore terreno<br />
nel limite del grafi cismo pratico (25m) per il 90% delle<br />
misure eff ett uate su punti ben defi niti e non assoggett ati ad<br />
interventi grafi ci di generalizzazione, per cui 2,1460σ ≤ 25 c<br />
m. e quindi σ ≤ 11,65 m. per il campione delle osservazioni.<br />
c<br />
Incertezza altimetrica<br />
Per quanto concerne l’accuratezza altimetrica, l’errore<br />
lineare viene determinato confrontando, come in precedenza,<br />
le quote prelevate da una serie di punti sulla carta<br />
con quelle dei punti corrispondenti sul terreno determinate<br />
con metodo topografi co. L’accuratezza verticale è<br />
espressa in termini di scarto tipo lineare. In modo analogo<br />
a quanto esposto in precedenza si può scrivere:<br />
s z =±<br />
∑ n<br />
i=1<br />
n–1<br />
STC = s c = ± s<br />
2<br />
(dz i –dz m ) 2<br />
dzi con dz = i=1<br />
m n<br />
Le osservazioni riguardano punti ben defi niti la cui<br />
quota è determinata per interpolazione dalle curve di livello<br />
oppure stimata per via fotogrammetrica in fase di<br />
rilevamento dell’elemento cartografi co.<br />
Distanza rettilinea Distanza curvilinea<br />
∑ n<br />
Per esempio, nel caso di una carta alla scala 1:25000 i residui<br />
sui punti quota (1) non devono superare i 3m., mentre quelli<br />
sui punti ben defi niti tra le curve di livello (2) devono essere<br />
contenuti entro gli 8m.. In tali circostanze l’accuratezza verticale<br />
espressa in termini di scarto tipo lineare viene: 1,6449 · σ (1) ≤ 3m.,<br />
z<br />
1,6449 · σ (2) ≤ 8m. e conseguentemente σ(1) ≤ 1,82m., σ(2) ≤ 4,86m.<br />
z z z<br />
Lettura delle carte topografi che<br />
Gli elementi fondamentali per la corrett a lett ura di una carta<br />
topografi ca sono:<br />
• la scala della carta,<br />
• la data di edizione o di aggiornamento,<br />
• la direzione del Nord (geografi co, rete, magnetico),<br />
• le curve di livello e i punti quotati,<br />
Carte topografi che<br />
• il sistema di riferimento geodetico e il sistema di<br />
proiezione,<br />
• la legenda (simboli, colori, toponomastica).<br />
La scala<br />
Di norma è situata, in forma grafi ca e di rapporto, nella parte<br />
in basso della carta; è indispensabile per tradurre le distanze<br />
misurate sulla carte nelle corrispondenti distanza sul terreno.<br />
Infatt i basta moltiplicare la misura eff ett uata per il denominatore<br />
della scala tenendo conto delle unità di misura utilizzate: per<br />
esempio, se si usa un righello, la distanza sulla carta può essere<br />
misurata in cm per cui, se la scala è 1:50000 risulta 1cm = 50000cm<br />
= 500m, la distanza sul terreno in metri è pari alla distanza sulla<br />
carta moltiplicata per 500. Nel caso in cui la distanza da misurare<br />
non sia rett ilinea, è opportuno utilizzare un curvimetro (ma<br />
anche uno spago, un pezzo di carta, ecc. …, insomma qualunque<br />
cosa possa adatt arsi alla sinuosità della distanza da misurare)<br />
e moltiplicare ancora una volta la distanza misurata per il<br />
denominatore della scala [Fig. 24].<br />
Da osservare che la distanza misurata sulla carta è una distanza<br />
orizzontale ovvero riferita alla superfi cie di riferimento<br />
(distanza topografi ca); la distanza reale sul terreno (distanza fi -<br />
sica) è, in generale, più lunga perché inclinata in quanto spesso i<br />
punti considerati sono a quota diff erente [Fig. 25].<br />
Fig. 24 – Distanza rettilinea e curvilinea. Fig. 25 – Distanza fi sica (reale) e topografi ca (orizzontale).<br />
A<br />
distanza reale<br />
A1 B1 distanza topografi ca o planimetrica<br />
B<br />
29
30<br />
Carte topografi che<br />
La data di edizione o di aggiornamento<br />
Consente di valutare l’affi dabilità della carta: infatt i, se<br />
si dispone di una carta non aggiornata all’epoca dell’utilizzo,<br />
i dati in essa contenuti possono non rispecchiare fedelmente<br />
la situazione sul terreno e questo signifi ca che il<br />
documento cartografi co in questione non è accurato dal<br />
punto di informativo.<br />
La direzione del Nord<br />
Le carte topografi che sono orientate tipicamente con<br />
il Nord rivolto verso la parte alta del foglio cartografi co.<br />
Inoltre, a margine della carta sono disegnate tre frecce che<br />
mostrano la direzione del Nord Geografi co (indicato con<br />
N, è il punto dell’emisfero sett entrionale dove convergono<br />
i meridiani), del Nord Rete (indicato con N , è il Nord del<br />
r<br />
sistema di coordinate piane della carta) e del Nord Magnetico<br />
(indicato con N , è il Nord indicato dall’ago della<br />
m<br />
bussola) in corrispondenza del centro della carta [Fig. 26].<br />
Le relazioni tra le direzioni angolari rispett o ai suddett i<br />
riferimenti sono riportate invece nelle fi gure 27 e 28.<br />
Da osservare che l’infl uenza della declinazione magnetica<br />
e della sua variazione annuale è particolarmente importante<br />
nel caso della navigazione terrestre di precisione;<br />
infatt i, un errore di 1° su una distanza rett ilinea orizzontale<br />
di 3km comporta uno spostamento dalla posizione corrett<br />
a di oltre 50m.<br />
Le curve di livello e i punti quotati<br />
Le curve di livello sono curve immaginarie (non esistono<br />
sul terreno) che risolvono brillantemente la rappresentazione<br />
della terza dimensione sulla superfi cie bidimensionale<br />
della carta; matematicamente sono defi nite come il<br />
luogo geometrico di tutt i i punti aventi la medesima quota;<br />
dal punto di vista grafi co presentano la particolarità di<br />
non incrociarsi.<br />
I parametri che le caratt erizzano sono due: l’equidistanza<br />
(dislivello costante tra una curva e la successiva) e l’intervallo<br />
(distanza planimetrica variabile tra una curva e la<br />
successiva); poiché l’equidistanza è costante, la variabilità<br />
dell’intervallo è funzione della pendenza della superfi cie<br />
topografi ca, nel senso che al diminuire dell’intervallo la<br />
pendenza aumenta e viceversa.<br />
Le curve dirett rici sono tipicamente associate ad una<br />
quota (espressa in metri rispett o al livello medio del mare)<br />
indicata da un valore numerico le cui cifre sono orientate<br />
in funzione della pendenza (la base del numero è rivolta<br />
verso il terreno più basso) e disegnate con tratt o continuo<br />
d = declinazione magnetica [varia con la posizione e nel tempo;<br />
(+) se orientale rispetto a N,<br />
(-) se a occidente rispetto a N]<br />
Y = convergenza del meridiano<br />
N = Nord geografi co<br />
N = Nord magnetico<br />
N m m<br />
N = Nord rete<br />
r<br />
d = -2° 10,1’<br />
y = +1° 23’<br />
Declinazione magnetica al 1° gennaio 2000;<br />
variazione D d = +05,3’.<br />
Nel 2010 la declinazione magnetica risulta:<br />
d = -2° 10,1’ + 05,3’ = -2° 04,8’<br />
Fig. 26 – N, Nr, Nm.<br />
d = declinazione magnetica [varia con la posizione e nel tempo;<br />
(+) se orientale rispetto a N,<br />
(-) se a occidente rispetto a N] N<br />
(AP) = anomalia = [AP] -y<br />
[AP] = azimut<br />
Y = convergenza del meridiano<br />
N = Nord geografi co<br />
Nr N = Nord magnetico<br />
m<br />
N = Nord rete<br />
r<br />
[AP] = azimut magnetico<br />
m<br />
Nm [AP] = [AP] m + (-d) = [AP] m - d<br />
d<br />
Fig. 27 – Determinazione dell’azimut geografi co da azimut magnetico<br />
occidentale.<br />
A<br />
A<br />
Y<br />
[AP]<br />
Y<br />
d<br />
(AP)<br />
[AP] m<br />
d = declinazione magnetica [varia con la posizione e nel tempo;<br />
(+) se orientale rispetto a N,<br />
(-) se a occidente rispetto a N]<br />
(AP) = anomalia = [AP] -y<br />
[AP] = azimut<br />
N = Nord geografi co<br />
N<br />
Nm Nr N = Nord magnetico<br />
m<br />
N = Nord rete<br />
r<br />
[AP] = azimut magnetico<br />
m<br />
d<br />
[AP] = [AP] m + (+d) = [AP] m + d<br />
[AP]<br />
(AP)<br />
N<br />
Y<br />
[AP] m<br />
Fig. 28 – Determinazione dell’azimut geografi co da azimut magnetico<br />
orientale.<br />
più grosso di quelle intermedie, mentre le ausiliarie (aventi<br />
equidistanza, in genere, dimezzata rispett o a quella delle<br />
curve ordinarie, sono impiegate quando l’informazione<br />
altimetrica fornita dagli altri tipi di curve è insuffi ciente<br />
a descrivere morfologie povere di variazioni altimetriche,<br />
N r<br />
P<br />
P<br />
28
oppure nel caso di altimetrie singolari) sono rappresentate<br />
con linea tratt eggiata [Figg. 29, 30].<br />
L’altimetria del terreno comprende anche i punti quotati,<br />
che devono rispondere a tre esigenze:<br />
• agevolare la lett ura delle curve di livello;<br />
• defi nire l’altimetria in quelle parti non rappresentate<br />
dalle curve di livello in relazione alla pendenza<br />
(sommità, selle, cambiamenti di pendenza, …);<br />
• servire da punti di partenza ad operazioni altimetriche<br />
sul terreno.<br />
Curve intermedie<br />
Forte pendenza<br />
Fig. 30 – Direttrici, intermedie, ausiliarie.<br />
Curve direttrici<br />
pendenza graduale<br />
Sommità<br />
Carte topografi che<br />
Le curve di livello e i punti quotati permett ono di determinare:<br />
1. la quota di un punto generico per interpolazione secondo<br />
il criterio del gradiente (ossia, nella direzione perpendicolare<br />
alla curva di livello che passa per il punto<br />
di interesse e conseguentemente lungo la minima distanza<br />
tra due curve di livello successive), nell’ipotesi<br />
che la pendenza locale sia uniforme,<br />
2. la pendenza del terreno.<br />
I metodi risolutivi dei due problemi prospett ati vengono<br />
riportati in fi gura 31.<br />
Fig. 29 – Curve di livello. Fig. 31 – Quota per interpolazione e determinazione della pendenza.<br />
169<br />
Direttrice<br />
145<br />
103<br />
113<br />
Curve di livello<br />
Fontanella<br />
Intermedia<br />
147<br />
Violini<br />
103<br />
157<br />
161<br />
Ausiliaria<br />
C. Casari<br />
90,00<br />
90,00 m<br />
95,00<br />
p%<br />
50 m<br />
gradiente<br />
q=?<br />
150 m<br />
D = 50 D = 5 x 50 ≈ 1,67 m.<br />
5 150 150<br />
q = 90,00 + 1,67 = 91,67 m.<br />
q% =<br />
(<br />
5<br />
) = (0,033) = 3,3%<br />
150<br />
95,00 m<br />
Le carte topografi che vengono utilizzate anche per<br />
estrarre profi li longitudinali del terreno utili a visualizzare<br />
le conformazioni altimetriche locali e ad estrarre diff erenti<br />
parametri morfometrici come concavità, raggi di curvatura,<br />
pendenze, ecc. … che hanno applicazione in geologia,<br />
geomorfologia, idrologia, ecc. … .<br />
I profi li longitudinali sono utilizzati anche per valutare<br />
la visibilità di un punto da un altro; si tratt a di un tipo di<br />
informazione che trova applicazione in vari sett ori come,<br />
ad esempio, quelli della sicurezza e delle telecomunicazioni.<br />
Come si costruisce il profi lo è intuitivo dalla fi gura 32,<br />
da cui si evince che il punto A non è visibile dal punto 1,<br />
mentre lo sono B e 2. Da tenere presente che per agevolare<br />
la lett ura del profi lo altimetrico la scala delle altezze è di<br />
norma esaltata rispett o a quella planimetrica.<br />
D<br />
31
32<br />
Carte topografi che<br />
Il sistema di riferimento geodetico<br />
e il sistema di proiezione<br />
Questi due elementi sono fondamentali per fi ssare<br />
le coordinate sulla carta: infatt i, il primo costituisce<br />
l’appoggio del sistema di coordinate geografi che ed il<br />
secondo il metodo per riportarle sul piano, ossia sulla<br />
carta, e defi nire il corrispondente sistema di coordinate<br />
cartesiane.<br />
Di norma sulle carte topografi che è sovrastampato un<br />
sistema di linee rett e Nord-Sud uniformemente distribuite<br />
in direzione Ovest-Est e, viceversa, un sistema di linee rette<br />
Ovest-Est uniformemente distribuite in direzione Nord-<br />
Sud. Queste due famiglie di linee rett e ortogonali costituiscono<br />
una quadrett atura, tipicamente chilometrica, dove<br />
i valori delle coordinate, espresse in metri, sono crescenti<br />
verso Nord e verso Est.<br />
In questo sistema di coordinate piane, l’asse delle ascisse<br />
è relativo alle coordinate Est (E), mentre quello delle<br />
ordinate rappresenta le coordinate Nord (N).<br />
Fig. 33 – Lettura di coordinate (E,N).<br />
Scala nominale 1:25.0000<br />
4550000 m<br />
4549000 m<br />
N<br />
444000 m<br />
40 mm lunghezza nominale<br />
13,1<br />
E=444000+ x1000=444000+0,323x1000=444323 m<br />
40,5<br />
Fig. 32 – Profi lo longitudinale.<br />
445000 m<br />
40 mm lunghezza nominale<br />
E<br />
20,2<br />
N=4549000+ x1000=4549000+0,825x1000=4549825 m<br />
40,3<br />
Da osservare che il metodo per interpolazione consente di tenere conto dell’eventuale deformazione cartacea.<br />
420<br />
400<br />
380<br />
360<br />
340<br />
320<br />
300<br />
280<br />
260<br />
240<br />
220<br />
Fine ine<br />
2<br />
Visibile<br />
B<br />
Linea di vista<br />
A<br />
Non visibile<br />
Quadro<br />
chilometrico<br />
Inizio<br />
Quindi per individuare la posizione (E,N) di un punto<br />
di interesse si procede secondo il metodo di interpolazione<br />
descritt o in fi gura 33.<br />
1<br />
28
Proiezione policonica<br />
Lambert<br />
Mercatore Trasversa Universale<br />
(U.T.M.)<br />
Gauss-Kruger<br />
Altre proiezioni<br />
Più sistemi di proiezione simultanei<br />
Fig. 34 – Differenti tipi di proiezioni utilizzate nel mondo.<br />
Dalla fi gura 34 si evince che praticamente tutt e le terre<br />
emerse sono rappresentate in proiezione conforme e circa<br />
il 90% di queste nella proiezione di Mercatore Traversa<br />
(colori arancio e giallo).<br />
La ragione di ciò va ricondott a al fatt o che la proprietà<br />
delle proiezioni conformi di conservare gli angoli intorno<br />
ad un punto sulla superfi cie terrestre è essenziale in campo<br />
geodetico (fi no a un passato molto recente) e topografi co e<br />
nella navigazione terrestre (determinazione della direzione<br />
da seguire). Per questa ragione ogni nazione ha adott ato una<br />
o più rappresentazioni conformi specifi che. D’altra parte,<br />
conservare localmente i valori angolari dopo la proiezione, e<br />
quindi la forma degli oggett i, non vuol dire preservare anche<br />
distanze ed aree. Per la cartografi a di territori estesi, come<br />
un’intera nazione, al fi ne di minimizzare queste distorsioni<br />
e di non dover ricorrere costantemente a delle correzioni di<br />
scala nelle misure di distanza e di area, sono state inventate<br />
delle proiezioni sistematiche per parti dell’ellissoide. Quello<br />
più impiegato è il sistema U.T.M. (Universal Transverse Mercator<br />
/ Sistema di Mercatore Trasverso Universale).<br />
Il sistema UTM è una proiezione multipla che applica<br />
alla maggior parte del globo, su 60 fusi, la proiezione di<br />
Mercatore trasversa [Figg. 35, 36].<br />
Si tratt a di una proiezione conforme (i meridiani e i paralleli<br />
si incontrano a 90°) con fatt ore di scala costante lungo il<br />
meridiano centrale. Poiché è caratt erizzata da forti deformazioni<br />
quando ci si allontana in longitudine dal meridiano di<br />
tangenza e spostandosi in latitudine verso i poli, l’ampiezza<br />
Carte topografi che<br />
Fig. 35 – Applicazione sistematica della proiezione di Mercatore trasversa.<br />
Greenwich<br />
84°<br />
3 6<br />
9 12 15 18 21 24 27 30 33 36 39 42 45 48 51 54 57 60<br />
EQUATORE<br />
6°<br />
Fig. 36 – I sessanta fusi UTM.<br />
80°<br />
33
34<br />
Carte topografi che<br />
SF > 1<br />
SF = 1<br />
Fig. 37 – Proiezione di Mercatore trasversa secante.<br />
SF < 1<br />
dei fusi è contenuta in 6° in longitudine, al meridiano centrale<br />
è applicato un fatt ore di contrazione di scala (0,9996), e l’estensione<br />
in latitudine è limitata a 84° Nord e 80° Sud [Fig. 37].<br />
La determinazione delle coordinate piane di un punto<br />
è un procedimento per fasi successive. Il primo passo consiste<br />
nella determinazione del fuso di appartenenza della<br />
posizione cercata (questa indicazione è rintracciabile a margine<br />
o all’interno della carta topografi ca utilizzata), quindi<br />
occorre stabilire se la posizione è a Nord o a Sud dell’equatore<br />
(infatt i, le coordinate UTM hanno valore sia nell’emisfero<br />
sett entrionale che meridionale). A questo punto la posizione<br />
viene fi ssata individuando le coordinate cartesiane<br />
E (Est- ascissa) ed N (Nord-ordinata) per interpolazione<br />
come descritt o in precedenza. Occorre osservare che l’origine<br />
delle coordinate piane è situata fuori del fuso in modo<br />
da tratt are solo coordinate positive. Per tale ragione al meridiano<br />
centrale è att ribuito un valore convenzionale di ascissa<br />
pari a 500000m (falsa origine), mentre per quanto concerne<br />
le ordinate, nell’emisfero boreale hanno valore zero<br />
all’equatore e crescono procedendo verso il polo Nord, per<br />
contro nell’emisfero australe decrescono procedendo verso<br />
Sud a partire dal valore 10000000m (falsa origine) in corrispondenza<br />
dell’equatore. Inoltre, per un uso del sistema di<br />
coordinate piane UTM senza una relativa soluzione di continuità,<br />
in corrispondenza delle zone marginali dei fusi, il<br />
sistema medesimo è caratt erizzato da una sovrapposizione<br />
dei fusi adiacenti di 30’ in longitudine che corrispondono<br />
Asse polare<br />
Meridiano<br />
centrale<br />
SF = 0,9996<br />
Limite pratico<br />
della proiezione<br />
SF = 1,0004<br />
Asse<br />
cilindrico<br />
Origine coordinate<br />
cartesiane<br />
E = 500000m,<br />
N = 0; 10000000m<br />
all’equatore ad una distanza di circa 55.000m; conseguentemente<br />
gli elementi cartografi ci che ricadono in tale zona<br />
di sovrapposizione riportano ai margini coordinate doppie<br />
relative ai due fusi adiacenti [Fig. 38, 39].<br />
Per semplifi care la sequenza di coordinate UTM, si<br />
può applicare il metodo MGRS che facilita la scritt ura<br />
della sequenza di coordinate: infatt i, in questo caso, ogni<br />
fuso è suddiviso in fasce di latitudine dell’ampiezza di 8°<br />
a cui è att ribuita una lett era [Fig. 40]; a loro volta queste<br />
zone di 6° x 8° sono suddivise in quadrati di 100 km di<br />
lato a cui sono assegnate due lett ere, secondo uno schema<br />
che assicura di distinguere ogni quadrato da quelli<br />
circostanti, di cui la prima sostituisce le cifre fi no alle<br />
centinaia di chilometri della coordinata Est UTM, mentre<br />
la seconda eff ett ua la medesima sostituzione per la<br />
coordinata Nord.<br />
Quindi la sequenza di coordinate MGRS è composta<br />
da [Fig. 41]:<br />
• designazione di zona (32T),<br />
• identifi cazione del quadrato di 100km di lato (NP),<br />
• localizzazione numerica<br />
(7316091760: 73160mE, 91760mN).<br />
Per quanto concerne la localizzazione numerica occorre<br />
osservare che può essere composta da 0, 2, 4, 6, 8, 10<br />
cifre a seconda che la precisione delle coordinate sia corrispondente<br />
alle centinaia di migliaia, decine di migliaia,<br />
migliaia, centinaia, decine o unità di metri.<br />
28
6° di longitudine 668 km<br />
Meridiano centrale Fuso n – 500.000m Est<br />
Fig. 38 – Struttura del Fuso UTM.<br />
Fig. 39 – La sequenza delle coordinate UTM.<br />
_~<br />
Fuso<br />
n-1<br />
Nord<br />
Origine<br />
Fuso n<br />
Nord<br />
Origine<br />
Fuso n<br />
Sud<br />
Sequenza delle coordinate UTM:<br />
Emisfero<br />
Fuso<br />
Coordinata Est Coordinata Nord<br />
Metri Metri<br />
33N 0487375mE,4154860mN<br />
Est<br />
Cifra dei metri<br />
Cifra dei decametri<br />
Cifra degli ettometri<br />
Cifra dei 103 m<br />
Cifra dei 104 m<br />
Cifra dei 105 m<br />
Cifra dei 106 m<br />
Nord<br />
Fuso<br />
n-1<br />
Sud<br />
Fuso<br />
n<br />
Nord<br />
Fuso<br />
n<br />
Sud<br />
Fuso<br />
n+1<br />
Nord<br />
Fuso<br />
n+1<br />
Sud<br />
Polo Nord, 90° latitudine Nord<br />
10.000.000m Nord<br />
84° latitudine Nord - Limite settentrionale<br />
del Fuso UTM emisfero Nord<br />
Carte topografi che<br />
00.000.000m Nord - Limite meridionale<br />
del Fuso UTM emisfero Nord<br />
Equatore (0° latitudine Nord e Sud)<br />
10.000.000m Nord - Limite settentrionale<br />
del Fuso UTM emisfero Sud<br />
80° latitudine Sud - Limite meridionale<br />
del Fuso UTM emisfero Sud<br />
Sovrapposizione = 30’<br />
Polo Sud, 90° latitudine Sud<br />
00.000.000m Sud<br />
(0486000,4154000)<br />
(0487375,4154860)<br />
35
36<br />
Carte topografi che<br />
Letter fasce di latitudine<br />
Fig. 40 – Zone MGRS.<br />
In MGRS la sequenza di<br />
coordinate di fi gura 39 diviene:<br />
33S VB 8737554860<br />
Fig. 41 – I quadrati di 100 km di lato relativi all’Italia.<br />
Numeri fusi UTM<br />
Equatore<br />
Meridiano di Greenwich<br />
Grigliato Zone MGRS<br />
28
Naturalmente queste coordinate piane possono essere<br />
convertite nelle corrispondenti coordinate geografi che,<br />
purché sia considerato l’appropriato datum geodetico:<br />
in Italia, ad esempio, coesistono i due sistemi geodeticocartografi<br />
ci UTM - ED50 e UTM - ETRS89, oltre a quello<br />
nazionale Gauss-Boaga - Roma40 [cfr. La Cartografi a n° 27,<br />
marzo 2011, pag. 6 e segg.].<br />
A proposito dei sistemi di riferimento geodetici, va<br />
notato che, nel caso dell’utilizzazione di una carta topografi<br />
ca abbinata ad un ricevitore GPS, è sempre necessario<br />
stabilire la corrispondenza tra il sistema di riferimento<br />
usato per costruire la carta e quello utilizzato per il GPS;<br />
da tenere presente che il mancato allineamento dei sistemi<br />
riferimento, cartografi co e GPS, può comportare errori di<br />
posizionamento anche dell’ordine delle centinaia di metri.<br />
La legenda<br />
A grande scala la maggior parte degli elementi planimetrici<br />
(edifi ci, viabilità, ecc. …) sono disegnati ‘in proiezione’<br />
(la forma e le dimensioni reali sono conservate alla<br />
scala di rappresentazione). Per una migliore diff erenziazione<br />
si varia lo stile del tratt o (continuo, tratt eggiato) o<br />
il suo spessore; anche il diverso colore costituisce un elemento<br />
di diff erenziazione.<br />
Carte topografi che<br />
Più la scala diviene piccola, più forte è la generalizzazione<br />
del contenuto planimetrico e maggiore è il ricorso<br />
alla simbolizzazione (segni convenzionali) degli oggett i.<br />
Questa tecnica di rappresentazione convenzionale riguarda<br />
i particolari puntuali, lineari e areali.<br />
In genere i segni convenzionali sono concepiti in modo<br />
da farne intuire immediatamente il signifi cato, ma non<br />
sempre questo è possibile, quindi è necessario corredare la<br />
carta di uno strumento di lett ura inequivocabile che rappresenta<br />
in pratica un vocabolario di traduzione del signifi<br />
cato: si tratt a della legenda, di cui è riportato un esempio<br />
in fi gura 42.<br />
Metodo di produzione<br />
Le carte topografi che rilevate vengono realizzate a partire<br />
da foto aeree stereoscopiche (oggigiorno per lo più<br />
numeriche) scatt ate ad una scala defi nita da quella della<br />
carta da produrre. Ad esempio, per una carta topografi ca<br />
alla scala 1:25000 si utilizzano fotogrammi aerei alla scala<br />
1/30000 ÷ 1/40000.<br />
La procedura tipicamente applicata è quella della stereorestituzione<br />
fotogrammetrica per mezzo di strumenti<br />
di restituzione digitali.<br />
Fig. 42 – Legenda cartografi ca.<br />
37
38<br />
Carte topografi che<br />
Le fasi operative del processo produtt ivo si riassumono<br />
nei punti che seguono:<br />
• ripresa aerea stereoscopica [Fig. 43] per permett ere<br />
la restituzione della dimensione altimetrica; la quota<br />
di volo relativa al terreno e le caratt eristiche della<br />
camera fotogrammetrica sono fi ssate in funzione<br />
della scala fotogramma stabilita dalle specifi che<br />
tecniche per la compilazione di una carta topografi -<br />
ca ad una certa scala; poiché per coprire il territorio<br />
interessato da un elemento cartografi co è necessario<br />
scatt are una serie di fotogrammi, la sovrapposizione<br />
stereoscopica dei fotogrammi medesimi<br />
viene realizzata sia in senso longitudinale (lungo la<br />
strisciata, 60%) che trasversale (fra strisciate adiacenti,<br />
20%), in modo da assicurare senza soluzione<br />
di continuità la copertura stereoscopica dell’area da<br />
cartografare;<br />
• localizzazione di una serie di punti di controllo fotografi<br />
ci (visibili sui fotogrammi) e defi nizione delle<br />
loro coordinate plano/altimetriche per mezzo del<br />
rilievo dirett o numerico (impiego di stazioni totali,<br />
livelli, ricevitori di radiosegnali GPS);<br />
• grazie a questi punti di controllo è possibile ricostruire<br />
la posizione e l’assett o della camera fotogrammetrica<br />
in corrispondenza di ciascuno scatt o fotografi co,<br />
in relazione al sistema di coordinate cartografi che utilizzate<br />
per la rappresentazione della superfi cie terrestre,<br />
e determinare specifi catamente le coordinate dei<br />
punti di appoggio necessari alla georeferenziazione<br />
dei modelli stereoscopici da restituire (operazione di<br />
triangolazione aerea che si eff ett ua applicando speciali<br />
software dedicati) [Fig. 44];<br />
• piazzamento di ciascuna coppia stereoscopica allo<br />
strumento di restituzione sulla base dei risultati della<br />
triangolazione aerea; in tali condizioni è possibile<br />
rilevare le caratt eristiche planimetriche di interesse<br />
oltre alle curve di livello e ai punti quota per la rappresentazione<br />
altimetrica [Fig. 45];<br />
• verifi ca della fotointerpretazione e completamento<br />
informativo (toponomastica, opere non visibili sui<br />
fotogrammi, ecc. …) sul terreno [Fig. 46]; a seguire la<br />
compilazione cartografi ca.<br />
y Km<br />
x Km<br />
X Km<br />
Blocco aerofotogrammetrico<br />
Punto planimetrico<br />
Punto altimetrico<br />
Fig. 43 – La presa aerofotogrammetria.<br />
Camera aerofotogrammetrica<br />
Errata corrige<br />
“Fondamenti geometrici della cartografi a”,<br />
parte 5^, La Cartografi a n° 27, Marzo 2011<br />
Figura 4, pag. 9:<br />
ERRATA<br />
a = amplifi cazione della scala nominale<br />
b = riduzione della s. n.<br />
CORRIGE<br />
a = riduzione della s. n.<br />
b = incremento della s. n.<br />
Sovrapposizione<br />
stereoscopica<br />
Y Km<br />
Copertura aerofotografi ca<br />
28
Topografi a<br />
Fig. 44 – Inquadramento geometrico del blocco di fotogrammi e triangolazione aerea.<br />
Fig. 45 – La stereorestituzione.<br />
Bibliografi a<br />
Coordinate<br />
Rilevamento GPS<br />
Punti<br />
fotografi ci<br />
Foto<br />
aeree<br />
Punti di controllo per<br />
Triangolazione Aerea<br />
Stereorestituzione<br />
Minuta di<br />
restituzione<br />
ARRIGHI A. (1994), L’effetto dell’introduzione di un fattore di riduzione scala nella<br />
rappresentazione di Gauss, Bollettino di Geodesia e scienze affi ni, IGM,<br />
Firenze<br />
ASCE 1996, Photogrammetric mapping, Handbook manual, New York<br />
DEPNER J.S. (2010) Aug 12 edition, The Universal Transverse Mercator (UTM)<br />
Grid, System and Topographic Maps, Copyright 2008-2010 Joe S. Depner<br />
GORTANI I., PERICOLI A. (2000), La topografi a, Vol. 2-3, Del Bianco, Udine<br />
Carte topografi che<br />
Livellazione elettronica<br />
Punti di appoggio<br />
Ricognizione Topografi ca<br />
Fig. 46 – Verifi ca e completamento sul terreno.<br />
Con Tablet-PC<br />
Tradizionale<br />
KISSAM P. (1981), Surveying for Civil Engineers, McGraw-Hill, New York<br />
INGHILLERI G. (1974), Topografi a Generale, UTET, Torino<br />
ROBINSON A. H. et altri (1995), Elements of cartography, John Wiley, New York<br />
SCHOFIELD W. (1993), Engineering Surveying, Butterworth-Heinemann Ltd., Oxford<br />
WOLF P.R., BRINKER R.C. (1994), Elementary surveying, Harper Collins, New York<br />
39
40<br />
PROMUOVERE<br />
l’ATTIVITÀ<br />
VITIVINICOLA<br />
ATTRAVERSO<br />
la CARTA<br />
GEOGRAFICA<br />
di Marco Barbieri, Monica Naef<br />
LA VITIVINICOLTURA È FORTEMENTE LEGATA AL TERRITORIO.<br />
I VIGNETI NELLE ZONE DI PRODUZIONE<br />
PLASMANO IL PAESAGGIO,<br />
FINO A DIVENTARE PARTE INTEGRANTE <strong>DEL</strong>LO STESSO.<br />
IL MARKETING <strong>DEL</strong> TERRITORIO ATTRAVERSO<br />
LA <strong>CARTOGRAFIA</strong> TEMATICA RAPPRESENTA IL MEZZO IDEALE<br />
PER PROMUOVERE L’ATTIVITÀ VITIVINICOLA.<br />
IN AGGIUNTA ALLA CARTA STAMPATA, I NUOVI SISTEMI<br />
DI <strong>CARTOGRAFIA</strong> IN MOBILITÀ RAPPRESENTANO<br />
UN’ULTERIORE POSSIBILITÀ DI DIFFUSIONE<br />
ED UTILIZZO <strong>DEL</strong>LA CARTA ‘TRADIZIONALE’.<br />
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a vitivinicoltura è una delle att ività umane che<br />
ha legami più strett i con il territorio. I vigneti nelle zone<br />
di produzione diventano parte integrante del paesaggio,<br />
fi no a plasmarne i caratt eri originari, diventando elemento<br />
caratt eristico, testimonianza del lavoro e dell’ingegno<br />
dell’uomo, in ogni caso di straordinaria bellezza. Un<br />
esempio per tutt i: sorseggiando un Barolo, prodott o nelle<br />
Langhe, come non pensare alle colline, ai borghi, ai castelli<br />
immersi nei vigneti che li circondano?<br />
Un’altra cosa lega il vino al territorio: degustando un<br />
vino è possibile risalire al frutt o che gli ha dato il sapore,<br />
all’anno in cui è maturato ed infi ne, ma non per importanza,<br />
al luogo di produzione, e alle caratt eristiche di quel suolo.<br />
Promuovere il territorio<br />
Da sempre la cartografi a è lo strumento di rappresentazione<br />
del territorio per eccellenza. Nel momento in cui il<br />
territorio diviene una risorsa da promuovere, con le sue caratt<br />
eristiche paesaggistiche, le sue emergenze turistico-cul-<br />
Cartografi a del vino<br />
turali e le att ività economiche ad esso collegate, la carta diviene<br />
strumento di marketing territoriale. Una buona carta<br />
ha la capacità di presentare in modo sintetico l’off erta turistica,<br />
culturale, naturalistica ecc... dell’area che raffi gura, di<br />
selezionare e mett erne in evidenza i tematismi di interesse.<br />
La cartografi a è un ott imo investimento ‘pubblicitario’<br />
per un territorio perché, a diff erenza di molti altri, è qualcosa<br />
che rimane, molto più a lungo di un pieghevole, di un<br />
annuncio, ma anche di un articolo sulla stampa di sett ore. La<br />
carta è qualcosa di cui tutt i noi raccogliamo vari esemplari<br />
che conserviamo con att enzione, è sempre a disposizione e<br />
diffi cilmente ce ne disfi amo; tendiamo, piutt osto, a riprenderla<br />
in mano a distanza di tempo, per ritrovare, ricordare,<br />
raccontare, tornare... Una carta, se ben fatt a, sa cogliere e<br />
restituire all’osservatore qualcosa che appartiene allo spirito<br />
e all’emozione del territorio che rappresenta, può essere<br />
uno strumento di grande suggestione, ma al tempo stesso di<br />
immediata lett ura e alla portata di tutt i e, inutile ricordarlo,<br />
estremamente utile per fruire al meglio del territorio stesso<br />
e pianifi care corrett amente spostamenti e att ività.<br />
www.collisenesi.it<br />
E-mail: collisenesi@virgilio.it<br />
Consorzio Chianti Colli Senesi<br />
c/o CCIAA P.zza Matteotti, 30 • 53100 Siena<br />
Tel. 0577 202584 - Fax 0577 43186<br />
Carta del Territorio<br />
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Cartografi a del vino<br />
Cartografi a e vini<br />
Tra le risorse del territorio, negli ultimi anni stanno assumendo<br />
sempre maggiore importanza i prodott i enogastronomici,<br />
intesi come parte integrante della cultura del<br />
luogo. Promuovere un territorio signifi ca quindi presentarne<br />
i prodott i tipici, insieme a tutt e le altre emergenze tradizionali.<br />
Vendere il prodott o tipico e vendere il territorio<br />
diventano due aspett i inscindibili. Questi due aspett i sono<br />
ancora più strett amente legati se il prodott o in questione<br />
è il vino, per quel rapporto particolare tra vino e suolo,<br />
tra vino e paesaggio, tra vino e cultura di cui si accennava<br />
all’inizio. Il vino diventa inoltre una chiave di lett ura trasversale<br />
che consente anche ai profani di comprendere, con<br />
un po’ di approfondimento, aspett i legati a varie discipline,<br />
ad esempio alla geologia (cfr. La Cartografi a n. 14, sett embre<br />
2007, pag. 14 e segg.). Lo strumento cartografi co si presta al<br />
meglio alla rappresentazione e diff usione di questi contenuti<br />
anche tra il pubblico dei non addett i ai lavori.<br />
Una cartografi a di qualità, ricca di tutt i gli elementi<br />
topografi ci necessari e dei contenuti tematici appropriati,<br />
riesce quindi a soddisfare le esigenze di approfondimento<br />
e di sintesi grazie alla rappresentazione visiva e alla sua<br />
immediata fruibilità. Si gira con la carta in mano (sia essa<br />
tradizionalmente ‘di carta’ o caricata su un dispositivo<br />
mobile), con nient’altro, poiché essa regala allo stesso tempo<br />
una chiara visione di insieme e una notevole ricchezza<br />
di particolari signifi cativi.<br />
Turismo del vino e turismo in senso lato, quindi culturale,<br />
naturalistico o di piacere sono strett amente legati.<br />
Invitare a visitare il territorio, a scoprirne ogni aspett o,<br />
natura, paesaggio, cultura, att ività umane, signifi ca promuovere<br />
il vino in esso prodott o. È facile poi passare dalla<br />
carta... al bicchiere.<br />
Nella carta sono evidenziati i caratt eri salienti del paesaggio<br />
– vegetazione, rete idrografi ca, morfologia, elementi<br />
antropici – e tutt i i toponimi; sono inoltre localizzati<br />
i punti turistici e culturali di maggiore spicco.<br />
La carta in questo senso rappresenta uno strumento<br />
utilissimo per programmare una visita, per individuare<br />
luoghi e itinerari, per orientarsi e muoversi sul territorio.<br />
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I paesaggi del vino<br />
di Lucilia Gregori<br />
Si è svolto a Perugia, nel mese di maggio 2011, il 6° Convegno Internazionale “I<br />
paesaggi del vino. Landscapes of earth and rock” che segue, con la cadenza annuale e/o<br />
biennale, una serie di convegni che, a partire dalla prima manifestazione del 2004, riunisce<br />
ricercatori, scienziati, accademici e anche operatori del settore viticolo-enologico sul<br />
tema non solo del vino, ma sulla conoscenza e comunicazione delle non del tutto note<br />
relazioni tra geologia e vino.<br />
Tale evento rappresenta un indotto scientifi co non ancora suffi cientemente condiviso<br />
nell’acquisizione del ruolo del substrato geologico, dei suoi caratteri litologici, dei<br />
processi morfogenetici che hanno messo in posto sequenze litologiche che sono poi<br />
diventati suoli e quindi terroirs. La consapevolezza dei fattori geo-strutturali e delle diverse<br />
condizioni climatico-ambientali che, attraverso un passato anche di milioni di anni,<br />
hanno regolato le dinamiche evolutive dei suoli, confi gura un argomento poco noto e<br />
forse disatteso nella conoscenza, nella gestione e comunicazione dei luoghi del vino.<br />
Cartografi a del vino<br />
6° Convegno Internazionale “I Paesaggi del vino”<br />
Dipartimento di Scienze della Terra - Università degli Studi di Perugia<br />
I PAESAGGI <strong>DEL</strong> <strong>VINO</strong> 6<br />
Questi, talora sono eccellenze geologiche, culturali ricche di valori aggiunti che entrano<br />
a far parte di quel terroir/territoire il cui concetto va oltre la natura dei terreni e<br />
Informazioni: lucilia@unipg.it<br />
Landscapes of earth and rock<br />
comprende l’ambiente nel suo insieme, come ecosistema di elementi biotici e abiotici,<br />
naturali e antropici.<br />
La fi losofi a dei convegni “I paesaggi del vino” tende quindi a comprendere le ‘ragioni del vino’ che sono, di fatto, ragioni geologiche<br />
essenzialmente, che si arricchiscono di valori artistico-letterari e/o storico-archeologici, coniugati con parametri tecnici in un costruttivo<br />
indotto economico-culturale.<br />
In questo stimolante ambito trasversale, vengono coinvolti operatori del settore, imprenditori, agronomi, enologi, economisti e anche<br />
ricercatori accademici come geologi, geomorfologi, pedologi che possono contribuire alla comprensione della ragione geologica del vino.<br />
Non secondaria, l’informazione giornalistica affi ancata da quella non tradizionale di artisti, pittori, poeti, ecc. I convegni vogliono, infi ne,<br />
interagire anche con chi guarda con diversa prospettiva il mondo del vino: ingegneri, architetti, operatori di design, agenti del settore<br />
economico-commerciale che si occupano di confezionare il contenitore fi sico, a grande e piccola scala, o valutare le ricadute economiche<br />
e culturali dei ‘paesaggi del vino’, per uno sfaccettato spaccato disciplinare che avvalori l’offerta culturale del vino.<br />
Quest’anno, il tema del convegno ha riguardato i paesaggi di suolo e di pietra, dal territorio al substrato litologico inteso in tutte le<br />
sue possibili variazioni sul tema: l’evoluzione dei terroirs, la conoscenza delle rocce per comprendere meglio l’evoluzione pedologica dei<br />
suoli, le possibili relazioni tra substrato geologico e processi morfogenetici, la vulnerabilità delle aree vitate, e anche i paesaggi urbani<br />
ove il litotipo, nei monumenti, reca spesso il segno tangibile della cultura enologica.<br />
Tale articolata fi liera culturale che sembra banale e doverosa per geologi e pedologi,<br />
forse non lo è abbastanza per chi gestisce oggi questo settore.<br />
Nello specifi co, la conoscenza delle ragioni geologiche del vino è cosa non nota, non<br />
comunicata e sconosciuta ai più. Il ruolo del geologo nel sistema vigna è fondamentale,<br />
e fare sistema culturale signifi ca non trascurare nessuna delle variabili di questo<br />
complesso equilibrio che lega ambiente naturale, ricerca scientifi ca e comunicazione di<br />
diverso target culturale e sociale.<br />
Le conoscenze del vino vanno condivise e i mezzi per parlare di vino sono tanti: reali<br />
e tangibili, immaginari e suggestivi, artistici e tecnici al fi ne di trasmettere le informazioni<br />
culturali dei luoghi del vino.<br />
I ‘paesaggi del vino’, però, nel loro aspetto più sinergico e trasversale, sono solitamente<br />
disattesi con tutti i loro valori s.l. o specifi ci, come i contenuti delle Scienze della<br />
Terra. Il futuro e la fortuna del vino, infatti, si giocheranno sul piano culturale e dei suoi<br />
numerosi valori aggiunti e, pertanto, la conoscenza geologica del vino è un passaggio<br />
obbligato dal quale non ci si può esimere, al fi ne di accogliere e integrare contributi<br />
disciplinari diversi e fare promozione geo-turistica e culturale dei luoghi del vino!<br />
WINESCAPES 2011 Perugia 20 – 22 Maggio<br />
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Cartografi a del vino<br />
Le strade del Gallo Nero<br />
Carta del Chianti Classico<br />
Fresca di stampa è uscita la nuovissima Carta del Chianti Classico, realizzata da <strong>LAC</strong> in collaborazione con il Consorzio di Produzione,<br />
da subito in duplice versione:<br />
• LE STRADE <strong>DEL</strong> GALLO NERO – Carta della zona di produzione del Vino Chianti Classico DOCG<br />
• CHIANTI CLASSICO È – Carta della zona di produzione creata appositamente per promuovere l’evento “Chianti Classico è”<br />
svoltosi dall’1 al 12 giugno 2011 in tutto il territorio. È attualmente in fase di allestimento la carta dell’Olio DOP Chianti Classico.<br />
Comune alle tre pubblicazioni è naturalmente la carta del territorio, con base topografi ca di dettaglio (scala 1:80.000) derivata per<br />
generalizzazione dalla carta escursionistica <strong>LAC</strong> in scala 1:50.000.<br />
Dettaglio e precisione, cura nel disegno dei particolari, chiarezza espositiva di ogni informazione sono le caratteristiche della carta.<br />
Sono rappresentati con dovizia di particolari:<br />
¾ per la base topografi ca:<br />
• gli agglomerati urbani, dai centri abitati principali fi no alla casa isolata;<br />
• la rete dei trasporti fi no al dettaglio della carrareccia;<br />
• la rete idrografi ca e le aree coperte dai boschi;<br />
• una ricca toponomastica;<br />
¾ per il tema vino:<br />
• le aziende produttrici con un piccolo quadratino e nome di colore rosso; le aziende sono riportate in elenco sul retro della carta<br />
con informazioni varie e coordinate per una rapida localizzazione in carta;<br />
• l’area di produzione del Chianti Classico DOCG.<br />
La pubblicazione “Chianti Classico è” rappresenta un perfetto esempio di utilizzo di una carta del territorio per scopi di marketing e<br />
comunicazione, avendo per l’appunto la fi nalità di pubblicizzare le occasioni per scoprire il territorio OFFERTE DALLA MANIFESTAZIONE.<br />
Localizzati nel tempo e nello spazio sono gli eventi culturali ed enogastronomici legati al mondo del vino, dal “Gallo Nero & street<br />
food”, al “Seminario sul Chianti Classico di Castellina in Chianti”.<br />
La carta è acquistabile in rete presso il sito internet www.chianticlassico.com e reperibile sul territorio presso le aziende del Consorzio<br />
e punti vendita dedicati al vino.<br />
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Per ciò che riguarda il vino è utile rappresentare in carta:<br />
• le aree di vinifi cazione, indicando le varie zone di produzione<br />
(DOCG, DOC, IGT, ecc.);<br />
• le aree eff ett ivamente coperte dai vigneti;<br />
• la localizzazione delle aziende produtt rici, delle cantine,<br />
delle sedi dei consorzi vinicoli, ecc.<br />
Att raverso l’inserimento di contenuti testuali e iconografi<br />
ci integrativi, la carta diventa inoltre una pubblicazione<br />
divulgativa a tutt i gli eff ett i, con la garanzia, come si<br />
diceva, di una vita media molto più lunga rispett o ad un<br />
comune dépliant o brochure informativi.<br />
Una carta, tante possibilità<br />
La Litografi a Artistica Cartografi ca, storica azienda<br />
cartografi ca fi orentina, si è specializzata negli ultimi anni<br />
nella produzione di cartografi a per i consorzi vinicoli (cfr.<br />
La Cartografi a n. 16, marzo 2008, pag. 42 e segg.).<br />
La carta come supporto per il marketing territoriale è<br />
uno strumento estremamente versatile. Può essere distribuita<br />
nella classica versione piegata, comoda da portare<br />
con sé in viaggio. Può essere confezionata in un tubo di<br />
plastica o cartone nella versione stesa, per essere successivamente<br />
appesa come poster nella propria abitazione,<br />
Carta dei Grandi Cru del Soave, un esempio di come la cartografi a possa comunicare i valori di un territorio.<br />
Cartografi a del vino<br />
nell’azienda di produzione, ed utilizzata, magari in versione<br />
ingrandita, nelle fi ere e manifestazioni.<br />
Può essere inserita in guide o piccoli atlanti tematici,<br />
quindi distribuita in forma di volumett o tascabile o libro<br />
rilegato da consultare nel salott o di casa.<br />
Può essere utilizzata, come nel recente caso del Chianti,<br />
per pubblicizzare eventi culturali ed enogastronomici<br />
legati al mondo del vino, inserendo le informazioni nel<br />
contesto territoriale, oltre che temporale.<br />
Può essere infi ne utilizzata per la realizzazione di una<br />
carta in rilievo o plastico cartografi co, strumento ideale<br />
per rappresentare i rapporti tra forme del territorio ed attività<br />
vitivinicola.<br />
Cartografi a in mobilità<br />
Le modalità di pubblicazione della carta non sono più<br />
confi nate alla sola carta stampata. Oggi è possibile visualizzare<br />
la carta sui dispositivi mobili di ultima generazione,<br />
con funzioni di geo-localizzazione, con possibilità quindi<br />
di visualizzare la propria posizione sulla mappa e di inserire<br />
punti di interesse personali. Questo rende la carta un documento<br />
unico e prezioso per l’utilizzatore, che se ne serve<br />
per andare in giro e prendere appunti localizzati. Un modo<br />
per conservare ricordi legati al territorio che si visita.<br />
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46<br />
Cartografi a del vino<br />
Carta in rilievo dei vini delle Langhe<br />
In collaborazione con Albeisa – Unione Produttori Vini Albesi, <strong>LAC</strong> ha recentemente realizzato la carta in rilievo dei vini delle Langhe.<br />
La cartografi a in rilievo è la soluzione ideale per chi vuole descrivere i rapporti tra morfologia del territorio e produzione vitivinicola.<br />
Mediante una tecnologia digitale e meccanica viene realizzato un calco in gesso estremamente fedele alla realtà, una vera e propria<br />
copia tridimensionale del territorio ridotta in scala. La carta, stampata in off-set su supporto in PVC di 0,4 mm di spessore, viene impressa<br />
a caldo sulla matrice in gesso, così da creare numerose copie del plastico.<br />
Nella carta dei vini delle Langhe sono rappresentate, oltre alla dettagliata base topografi ca in scala 1:85.000:<br />
• il limite della zona delle Langhe;<br />
• il limite delle zone di produzione del Barolo, del Barbaresco e del Roero;<br />
• le aree coperte dai vigneti e dai boschi;<br />
• al margine della carta, in 4 piccole cartine schematiche, le aree di produzione dei vini Nebbiolo, Dolcetto, Barbera e Moscato.<br />
Per informazioni su come reperire la carta:<br />
email: info@albeisa.com<br />
Tel. 0173 440 063<br />
(giorni lavorativi 8:30 – 12:30)<br />
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Cartografi a di qualità nell’era digitale<br />
Cartografi a del vino<br />
Nell’ultimo decennio la cartografi a digitale ha avuto un boom di utenti che, spinti dalle innovazioni tecnologiche nei settori della<br />
navigazione, dall’avvento di servizi cartografi ci sul web e dall’introduzione dei meccanismi di localizzazione all’interno degli attuali telefoni<br />
cellulari, richiedono cartografi e digitali, aggiornate e di qualità. Di fronte a questa richiesta, se, da un lato, la qualità tecnologica<br />
mostrata da servizi e strumenti è ottima, dall’altro esiste ancora una costante limitazione legata alla qualità e completezza dei dati che<br />
questi utilizzano.<br />
<strong>LAC</strong> ha una forte tradizione radicata nel mondo della cartografi a stampata di qualità. Attraverso l’adattamento e la traduzione dei<br />
contenuti esistenti in formati adatti alle nuove categorie di utenza, le carte <strong>LAC</strong> riescono a coprire la domanda costantemente in crescita<br />
di prodotti digitali che rifl ettano la qualità della tradizione.<br />
Ma vediamo nel dettaglio le varie funzioni attualmente implementate:<br />
• accesso e caricamento della carta via wireless o rete cellulare in qualsiasi momento;<br />
• visualizzazione ed interazione con le mappe salvate senza la necessità di una connessione di rete (offl ine);<br />
• visualizzazione rapida della carta con semplici gesti (pizzicare e doppio tap per lo zoom, trascinare per lo spostamento);<br />
• localizzazione della propria posizione in carta, grazie al GPS integrato;<br />
• visualizzazione delle coordinate geografi che in latitudine/longitudine;<br />
• orientamento della carta secondo il Nord;<br />
• inserimento di punti di interesse personali con diversi colori, con nome, descrizione ed altre informazioni a piacere;<br />
• esportazione dei punti di interesse personali in vari formati (CSV, KML*, GPX);<br />
• lista dei punti di interesse personali, con la possibilità di selezionare e localizzare rapidamente il punto richiesto;<br />
• visualizzazione delle coordinate della propria posizione e di ogni punto di interesse nell’applicazione Google Maps;<br />
• visualizzazione della vista corrente nell’applicazione Google Maps.<br />
*Il fi le KML può essere aperto con Google Earth, Google Maps e Google Mobile.<br />
La Carta “Cantine aperte in Toscana” del Movimento Turismo del Vino, nella versione stampata e digitale su iPad.<br />
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via del romito, 11/13 r<br />
50134 fi renze, italy<br />
tel. +39 055 483 557<br />
fax +39 055 483 690<br />
info@lac-cartografi a.it<br />
www.lac-cartografi a.it