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Chiara Lella D’Alberton 5°I - appunti artistica- 30.04.2012 - Pagina 1 di 3<br />

Architettura<br />

Razionalista<br />

L’EUR<br />

Pag. 1 di 3<br />

Veduta aerea dell'EUR nel 1953<br />

L’Eur è un complesso urbanistico e architettonico di<br />

Roma. Progettato negli anni trenta del novecento in<br />

previsione dell’esposizione universale del 1942 che a<br />

causa della 2° Guerra Mondiale non ebbe luogo e di<br />

conseguenza una parte del quartiere fu realizzata<br />

successivamente secondo il progetto originale di<br />

Piacentini del 1938 e fu completato solo in occasione<br />

delle olimpiadi del 1960.<br />

Tutto l’impianto urbanistico è stato realizzato attraverso<br />

l’ortogonalità degli assi viari. Questo livello stilistico è<br />

rafforzato dagli edifici che richiamano la monumentalità<br />

dell’urbanistica classica romana ed era assecondato<br />

dagli ideali estetici promossi dal regime. Le<br />

caratteristiche del progetto sono:<br />

- L’impianto urbanistico è impostato su una maglia ortogonale, al centro via Imperiale(oggi via Colombo)<br />

costituisce l’asse di simmetria longitudinale del quartiere. All’interno è presente anche un lago artificiale, il<br />

progetto prevedeva la presenza di elementi naturalistici come viali alberati, zone boschive, cascate d’acqua<br />

al fine di creare un grande effetto scenografico.<br />

- Un grande arco metallico alto 150 metri doveva costituire il fondale prospettico di via imperiale e il<br />

simbolo ideale dell’Eur.<br />

- Il Palazzo dei congressi progettato da Adalberto<br />

Libera, è composto da un corpo basso a pianta<br />

rettangolare coperto da una volta a crociera; un<br />

colonnato rendeva l’accesso trionfale e c’era anche un<br />

auditorium.<br />

- La Piazza imperiale occupava un grande spazio. Al<br />

centro della piazza vi era un obelisco e attorno alla<br />

piazza una serie di edifici caratterizzati da uno stile<br />

monumentale, questi edifici ospitano collezioni<br />

mussali.<br />

- La Piazza delle esedre, opera di un gruppo di architetti,<br />

costituisce l’accesso monumentale al quartiere, era anche<br />

prevista una porta imperiale mai realizzata. Oggi sono<br />

presenti due palazzi semicircolari destinati ad uffici che<br />

dovevano ospitare la mostra universale.


Chiara Lella D’Alberton 5°I - appunti artistica- 30.04.2012 - Pagina 2 di 3<br />

- Il Palazzo della civiltà italiana progettato tra il 37 e il 42 presenta<br />

all’interno una sequenza di archi sovrapposti, quest’aspetto e l’utilizzo del<br />

travertino bianco gli diedero il soprannome di Colosseo quadrato.<br />

- La chiesa dei Santi<br />

Pietro e Paolo, aperta al<br />

culto nel 1955, si erge<br />

in posizione rialzata, vi<br />

si accede attraverso tre lunghe scalinate, è impostata su<br />

una pianta a croce greca ed è sormontata da una cupola<br />

di circa 30 metri di diametro.<br />

- Il teatro all’aperto, mai realizzato. Progettato da<br />

Michelucci che si ispirò al mondo classico.<br />

Stazione di Santa Maria Novella<br />

Tra i partecipanti al concorso bandito nel 1932 per la costruzione<br />

della nuova stazione fiorentina di Santa Maria Novella spicca<br />

Giovanni Michelucci (1891-1990), un giovane professore che,<br />

insieme a cinque suoi promettenti allievi architetti, costituì per<br />

l’occasione il cosiddetto Gruppo Toscano, il quale , in meno di un<br />

mese di entusiastico lavoro di equipe presentò la sua rivoluzionaria<br />

proposta. I concorrenti furono ben 102, e la giuria era composta da<br />

illustri personaggi tra i quali Marinetti e Piacentini. Tutti i progetti<br />

iniziali vennero rifiutati e il concorso fu bandito una seconda volta.<br />

Michelucci ripresentò il progetto senza modificarlo e questa volta<br />

venne approvato. La realizzazione fu estremamente rapida, grazie<br />

anche alle moderne tecnologie adottate da Michelucci e dal suo<br />

gruppo.<br />

L’edificio ha uno sviluppo prevalentemente orizzontale, al fine di non contrapporsi in modo inutilmente<br />

antagonistico con l’abside gotica di Santa Maria Novella. Questa scelta urbanistica di rispetto delle preesistenze<br />

storico-architettoniche è uno dei primi pregi del progetto di Michelucci e contraddice in modo netto e polemico il<br />

gusto, tipico di tutti i regimi dittatoriali, di costruire opere faraoniche. La forma semplice e squadrata della<br />

costruzione è generata direttamente dalle funzioni che è chiamata a svolgere. Poiché si tratta di una stazione di<br />

testa, nella quale cioè i convogli arrivano in un senso e ripartono ne senso opposto, l’elemento centrale intorno al<br />

quale si organizza l’intera struttura architettonica è costituito dal fascio dei sedici binari paralleli. Da questa precisa<br />

gerarchia delle funzioni deriva l’organizzazione degli spazi, imperniata soprattutto sullo studio e l’ottimizzazione<br />

dei percorsi. L’uscita, infatti, sarà sul lato destro (cioè vicino ai binari di arrivo), mentre l’entrata, con il relativo<br />

salone delle biglietterie, non sarà centrale, ma leggermente spostata verso sinistra (cioè più prossima al lato delle<br />

partenze, e non troppo distante dai binari di transito). Una lunga galleria di testa, infine, percorre la stazione<br />

perpendicolarmente ai binari. Essa costituisce il principale elemento di raccordo e di distribuzione e su di essa si<br />

affacciano il ristorante, il deposito bagagli (vicino al lato arrivi), le sale d’aspetto (vicino al lato partenze), e tutti gli<br />

altri servizi necessari, ciascuno ubicato in rapporto alla sua funzione e alla più rapida identificabilità possibile.<br />

Le problematiche più evidenti per la progettazione e realizzazione del complesso erano rappresentate dal fatto di<br />

dover realizzare una stazione terminale e anche una struttura pubblica che doveva contenere dei servizi per i<br />

passeggeri ma che svolgesse anche una funzione di propaganda a favore del nazismo. Occorreva renderla<br />

funzionale e agevole a tutti, cercando nel contempo di risolvere il rapporto morfologico con in contesto artistico e<br />

architettonico preesistente pensando quindi all’impatto che la nuova struttura avrebbe avuto sul tessuto urbanistico<br />

adiacente, una situazione architettonica comprendente edifici medievali.<br />

La stazione ferroviaria di Santa Maria Novella rappresenta il più alto punto di sviluppo dell’architettura razionalista<br />

italiana.<br />

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Chiara Lella D’Alberton 5°I - appunti artistica- 30.04.2012 - Pagina 3 di 3<br />

La chiesa di San Giovanni Battista di<br />

Firenze, Michelucci<br />

La chiesa di San Giovanni Battista, costruita presso lo<br />

svincolo di Firenze Nord, sorge dove l’Autostrada del Sole<br />

interseca la Firenze Mare, alla periferia della città. Si tratta,<br />

come si può ben comprendere, di una collocazione abbastanza<br />

insolita, ma proprio per questo ricca di significati. Dedicata<br />

alla memoria degli operai caduti nella realizzazione<br />

dell’autostrada, essa è volutamente posta in un luogo<br />

squallido, come quasi tutte le aree di sosta autostradali. In<br />

questo modo Michelucci cerca di riqualificare il luogo stesso,<br />

trasformandolo da anonimo punto di passaggio, a nuova meta di interesse. Questo tentativo può essere inquadrato<br />

in una visione architettonica di tipo neorealista, tendente cioè a recuperare un rapporto nuovo e sincero sia con la<br />

realtà ambientale, sia con quella sociale. Come rivestimento il progetto di Michelucci prevedeva una muratura in<br />

pietre a vista, realizzata secondo la secolare tradizione di capomastri. Anzi, egli lascia spesso liberi i suoi operai di<br />

realizzare i muri secondo le consuetudini delle rispettive regioni di provenienza. In conseguenza a ciò la tessitura<br />

delle pietre è spesso diversa e irregolare, in quanto ci racconta la storia di chi vi ha lavorato. Ecco allora che<br />

l’organismo architettonico sembra quasi nascere dal suolo, adattandosi alle lievi ondulazioni del terreno. Anche se<br />

la compresenza di materiali moderni e tradizionali non sempre è risolta con la stesa coerenza della quale<br />

Michelucci si era dimostrato capace nella stazione di Santa Maria Novella, l’effetto generale che ne deriva è di<br />

sostanziale unità.<br />

Architettura contemporanea<br />

Contesto storico:<br />

In seguito alla Seconda guerra mondiale, che aveva lasciato dietro di sé un mondo sconvolto e allibito, il problema<br />

prioritario divenne la ricostruzione: creare le condizioni per una nuova vita e trovare anche un equilibrio<br />

internazionale duraturo. All’indomani della liberazione, per scrollarsi definitivamente di dosso l’incubo del passato,<br />

si attuano ovunque grandiosi programmi di ricostruzione. Dalle macerie delle città distrutte dalla follia della guerra<br />

prendono rapidamente forma nuovi quartieri e agglomerati urbani ed in ciascuno si risveglia una gran voglia di<br />

vivere. Lo scacchiere europeo e mondiale era caratterizzato da una situazione di netto bipolarismo perché si<br />

contrapponevano due grandi potenze uscite vincitrici dalla guerra: USA e Urss. La loro rivalità si estendeva in ogni<br />

ambito: in quello politico, in quello culturale, in quello sociale e in quello economico. Ciò generava un<br />

delicatissimo gioco di potere che convenzionalmente verrà definito Guerra Fredda per indicare una situazione di<br />

conflittualità latente senza scontri militari in nome della quale Stati Uniti e Unione Sovietica tentano di giustificare<br />

di fronte all’opinione pubblica mondiale un riarmo nucleare senza precedenti. Il blocco dell’est riuniva il patto di<br />

Varsavia che si contrapponeva al capitalismo borghese non egualitario. Il blocco faceva capo all’URSS. Gli organi<br />

rappresentativi del blocco avversario erano l’ONU e la NATO, nata in questo contesto con la funzione di legare i<br />

principali paesi dell’occidente industrializzato in un patto di reciproca intesa militare e politica. All’interno di<br />

questo gioco precario ciascuna delle potenze sostenne le nazioni del proprio blocco e con il cosiddetto piano<br />

Marshall, un programma di aiuti economici per sostenere la ripresa post guerra, gli USA accelerarono al massimo<br />

la ripresa economica europea. Tale azione però ebbe almeno due importanti valenze. La prima, di tipo economico,<br />

consistette nel riavviare i processi produttivi e commerciali europei al fine di poter disporre di nuovi mercati a<br />

livello internazionale. La seconda, di natura più strettamente politica, ebbe il fine di imporre agli alleati occidentali<br />

quella che, ormai, si era dimostrata essere la supremazia mondiale degli Stati Uniti. Grazie a questo sostegno la<br />

nostra penisola in un lasso di tempo breve riuscì ad avere una crescita economica senza precedenti che negli anni<br />

60 prese il nome di “miracolo italiano”. Grazie anche all’apertura delle frontiere, ai commerci internazionali e<br />

all’afflusso dei capitali esteri. Il ruolo trainante della crescita spettò al settore pubblico che finanziò ingenti opere.<br />

Non va sottovalutato il contributo privato grazie alla vitalità di una nuova classe imprenditoriale. L’Italia era un<br />

paese sostanzialmente agricolo ma in questa crescita fu l’industria la protagonista. Tali dinamiche economiche<br />

determinarono un consistente flusso di migrazioni dal sud verso le zone più progredite del nord e l’urbanistica delle<br />

città mutò perché dovette rispondere al drastico aumento della popolazione. Naturalmente la rinascita del paese e<br />

l’importanza acquisita dalla classe operaia sollevarono presto nuove questioni sociali legate in particolare alle<br />

condizioni spesso disumane sul lavoro, ai livelli salariali e all’acquisizione dei diritti fondamentali dei lavoratori.<br />

Ciò esplose in lotte sindacali alla fine degli anni 60.<br />

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