La minaccia NBCR - Istituto Affari Internazionali

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Figura 3 - Schema dell’attentato alla metropolitana di Tokyo: Fonte: D.W. Brackett, “Holy Terror: Armageddon in Tokyo”, NY: Weatherhill, Inc., 1996, 130-141. - 63 -

2.3 La contaminazione radiologica Gli incidenti radiologici possono accadere ovunque i materiali radioattivi siano usati, immagazzinati o trasportati: quindi, non deve sorprendere che il pericolo radiologico si concretizzi nei luoghi più impensati, quali un negozio di ferrivecchi brasiliano o un ristorante giapponese di Londra. 2.3.1 - Il caso di Goiânia Nel 1985 durante il trasloco dei materiali di un istituto privato di radioterapia a Goiânia in Brasile, un’unità di radioterapia a base di Cesio 137 venne lasciata nell’edificio appena abbandonato senza avvertire le competenti autorità 140 . Successivamente l’edificio svuotato venne parzialmente demolito e, nel settembre 1987, due persone s’introdussero all’interno e asportarono parte dell’apparecchiatura radiologica intendendo rivenderne il metallo. La parte rubata era proprio la capsula contenente 20 grammi di Cesio 137 che, durante i successivi tentativi di manomissione fatti all’interno della propria abitazione dai due individui esecutori del furto, il 18 settembre 1987 si ruppe contaminando rapidamente l’ambiente circostante. L’involucro metallico venne poi rivenduto a un ferrivecchi il quale si accorse che l’oggetto assumeva una luce bluastra una volta messo nell’oscurità. Diverse persone rimasero affascinate dal fenomeno e amici e parenti del ferrivecchi accorsero per vederlo. Il ferrivecchi decise perciò di distribuire frammenti dell’involucro delle dimensioni di un chicco di riso a chi ne avesse fatto richiesta. Addirittura, la polvere provocata dall’opera di frammentazione venne spalmata da diverse persone sulla pelle come fosse un prodotto cosmetico. Dopo cinque giorni, alcune persone venute a contatto con l’involucro o i frammenti dello stesso, iniziarono ad accusare disturbi gastrointestinali. Inizialmente i sintomi non furono associati alla contaminazione da radiazioni; fu solo quando uno dei colpiti mise in relazione il “chicco” radioattivo con il peggioramento della propria salute e si recò alla vigilanza sanitaria portandolo con sé che l’intera questione emerse (28 settembre 1987). La risposta delle autorità brasiliane fu rapida e portò alla mobilitazione di polizia, pompieri e protezione civile, all’evacuazione immediata di due zone della città (seguite successivamente da altre, per un totale di 2 km 2 ) e alla pronta raccolta e neutralizzazione dei frammenti metallici contaminati. 140 La fonte usata per ricostruire l’incidente radiologico di Goiânia è: International Atomic Energy Agency, “The Radiological Accident in Goiânia”, Vienna, IAEA, 1988. - 64 -

2.3 <strong>La</strong> contaminazione radiologica<br />

Gli incidenti radiologici possono accadere ovunque i materiali radioattivi siano usati,<br />

immagazzinati o trasportati: quindi, non deve sorprendere che il pericolo radiologico si<br />

concretizzi nei luoghi più impensati, quali un negozio di ferrivecchi brasiliano o un ristorante<br />

giapponese di Londra.<br />

2.3.1 - Il caso di Goiânia<br />

Nel 1985 durante il trasloco dei materiali di un istituto privato di radioterapia a Goiânia in<br />

Brasile, un’unità di radioterapia a base di Cesio 137 venne lasciata nell’edificio appena<br />

abbandonato senza avvertire le competenti autorità 140 . Successivamente l’edificio svuotato<br />

venne parzialmente demolito e, nel settembre 1987, due persone s’introdussero all’interno e<br />

asportarono parte dell’apparecchiatura radiologica intendendo rivenderne il metallo. <strong>La</strong> parte<br />

rubata era proprio la capsula contenente 20 grammi di Cesio 137 che, durante i successivi<br />

tentativi di manomissione fatti all’interno della propria abitazione dai due individui esecutori<br />

del furto, il 18 settembre 1987 si ruppe contaminando rapidamente l’ambiente circostante.<br />

L’involucro metallico venne poi rivenduto a un ferrivecchi il quale si accorse che l’oggetto<br />

assumeva una luce bluastra una volta messo nell’oscurità. Diverse persone rimasero<br />

affascinate dal fenomeno e amici e parenti del ferrivecchi accorsero per vederlo. Il<br />

ferrivecchi decise perciò di distribuire frammenti dell’involucro delle dimensioni di un<br />

chicco di riso a chi ne avesse fatto richiesta. Addirittura, la polvere provocata dall’opera di<br />

frammentazione venne spalmata da diverse persone sulla pelle come fosse un prodotto<br />

cosmetico.<br />

Dopo cinque giorni, alcune persone venute a contatto con l’involucro o i frammenti dello<br />

stesso, iniziarono ad accusare disturbi gastrointestinali. Inizialmente i sintomi non furono<br />

associati alla contaminazione da radiazioni; fu solo quando uno dei colpiti mise in relazione<br />

il “chicco” radioattivo con il peggioramento della propria salute e si recò alla vigilanza<br />

sanitaria portandolo con sé che l’intera questione emerse (28 settembre 1987).<br />

<strong>La</strong> risposta delle autorità brasiliane fu rapida e portò alla mobilitazione di polizia, pompieri e<br />

protezione civile, all’evacuazione immediata di due zone della città (seguite successivamente<br />

da altre, per un totale di 2 km 2 ) e alla pronta raccolta e neutralizzazione dei frammenti<br />

metallici contaminati.<br />

140 <strong>La</strong> fonte usata per ricostruire l’incidente radiologico di Goiânia è: International Atomic Energy Agency,<br />

“The Radiological Accident in Goiânia”, Vienna, IAEA, 1988.<br />

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