La minaccia NBCR - Istituto Affari Internazionali
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Il rischio remoto, anche se diverso da zero, che un gruppo terroristico scopra e utilizzi delle<br />
sostanze tossiche non note alle componenti scientifiche alle Forze Armate - e non trattenute<br />
dai filtri a disposizione e dunque richieda protezioni di livello B - non sembra giustificare<br />
l’adozione diffusa di tale livello di protezione 135 per gli operatori di pronto soccorso che<br />
debbono condurre operazioni generalmente non complesse (mantenimento del flusso<br />
dell’aria, immobilizzazioni, etc.).<br />
Sebbene la contaminazione secondaria si possa evitare in teoria con la decontaminazione<br />
completa all’uscita del luogo dell’evento, questa capacità operativa è in possesso di pochi<br />
Stati.<br />
Più semplicemente il caso di Tokio dimostra come una buona prevenzione della<br />
contaminazione secondaria si possa ottenere con la disposizione di un’area d’ingresso in cui<br />
le vittime si possano disfare degli abiti contaminati, si possa fare la selezione (triage) e<br />
preparare il paziente con indumenti puliti per i passaggi ulteriori 136 .<br />
Un sistema di monitoraggio della contaminazione deve essere inoltre utilizzato<br />
sistematicamente per prevenire la contaminazione delle aree operative successive, tenendo<br />
ben presente che i rivelatori di agenti chimici, per essere di reale aiuto, richiedono una<br />
discreta conoscenza tecnica per il loro corretto utilizzo. Da sottolineare che la mancanza di<br />
tali rilevatori, costrinse i medici nipponici ad affidarsi solo all’osservazione clinica diretta dei<br />
sintomi per il trattamento iniziale dei feriti. <strong>La</strong> pronta disponibilità di rilevatori portatili<br />
avrebbe certo favorito l’opera dei soccorritori, i quali dovettero, invece, basarsi su<br />
informazioni fuorvianti provenienti da agenzie esterne. Infatti, le prime indicazioni fornite<br />
dai Vigili del Fuoco ipotizzavano la presenza di acetonitrile, una sostanza tossica utilizzata<br />
quale fumigante e nei processi di lavorazione del metallo e delle riproduzioni fotografiche;<br />
quelle della polizia indicavano la causa dei malori in una sostanza cianurosa e quelle del<br />
personale delle ambulanze propendevano per un gas lacrimogeno. Ovviamente, errori<br />
nell’identificazione dell’aggressivo utilizzati portano a serie ripercussioni operative e a<br />
possibili sbagli fatali nel trattamento degli intossicati.<br />
135 Ad esempio il perfluorisobultilene (PFIB), piccola molecola molto tossica e volatile, non è trattenuta dai<br />
filtri di larga diffusione utilizzati dagli operatori di emergenza e dalle forze armate: i professionisti operanti in<br />
quei (pochi) impianti chimici in cui viene generata e incenerita, come sotto prodotto nei processi industriali di<br />
fluorurazione, usano i sistemi protettivi di tipo B per le operazioni con il PFIB.<br />
136 In paesi meno avanzati si sono osservate soluzioni semplici e relativamente efficaci: ad esempio, a Bangkok<br />
in Tailandia negli ospedali si utilizzano gli spruzzatori antincendio quali docce di decontaminazione<br />
improvvisate, unite a vasche gonfiabili da mettere nei parcheggi.<br />
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