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La minaccia NBCR - Istituto Affari Internazionali

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Alle 8 del mattino del 20 marzo 1995, su cinque treni in avvicinamento a Kasumigaseki, i<br />

cultisti perforarono i loro sacchetti e scesero dai treni alla fermata successiva (v. Figura 3) 126 .<br />

Degli undici sacchetti, soltanto otto furono realmente perforati in modo completo<br />

permettendo la fuoriuscita dell’agente tossico e tre furono successivamente recuperati intatti.<br />

I sacchetti bucati lasciarono fuoriuscire sul pavimento degli scompartimenti delle carrozze il<br />

liquido velenoso. I vapori di sarin cominciarono a formarsi e spargersi quasi immediatamente<br />

e presto molti passeggeri furono colpiti da forti attacchi di tosse, tremori e nausee. Poiché i<br />

treni continuarono a effettuare regolarmente le fermate, parecchi passeggeri svennero sulle<br />

piattaforme, mentre altri raggiunsero le uscite delle stazioni, propagando così la<br />

contaminazione ambientale e individuale. Avvisate dal personale ferroviario, ambulanze e<br />

altri veicoli di soccorso iniziarono ad affluire nella zona centrale di Tokio (in tutto, 131<br />

ambulanze e 1.364 medici e paramedici).<br />

<strong>La</strong> mancanza di sistemi di decontaminazione di emergenza e di attrezzature protettive<br />

provocò una forte esposizione secondaria del personale di soccorso (135 casi tra gli<br />

equipaggi delle ambulanze e 110 nel principale ospedale che provvide alla ricezione dei<br />

pazienti).<br />

Nel giorno dell’attentato le ambulanze trasportarono 688 pazienti e quasi 5.000 persone<br />

raggiunsero gli ospedali usando mezzi propri. In totale furono 5.510 le persone visitate<br />

presso strutture ospedaliere, delle quali: 17 in condizioni critiche, 37 in condizioni severe e<br />

984 moderatamente colpite (con danni limitati alla vista). <strong>La</strong> maggior parte dei soggetti<br />

visitati era dunque rimasta vittima di “attacchi d’ansia” e aveva richiesto assistenza medica<br />

sull’onda dell’emozione. I morti furono 12 e, del migliaio di feriti, diversi sono tuttora sotto<br />

cura clinica 127 . Secondo una ricerca effettuata della polizia nazionale nipponica - sul totale<br />

dei casi solo un campione del 25% delle vittime dell’attentato alla metropolitana ha risposto -<br />

il 57% dei rispondenti soffriva di depressione, incubi, déjà-vu, e attacchi di panico quando<br />

saliva su treni. In generale, i sopravvissuti avvertivano paure ingiustificate, disturbi del<br />

sonno, disordini psicologici: insomma, una sindrome assimilabile al cosiddetto “stress da<br />

battaglia” che spesso colpisce i veterani militari.<br />

126 Originariamente, la setta aveva programmato per le proprie attività terroristiche su grande scala, di<br />

disperdere il sarin usando elicotteri. Due membri della Suprema Verità si recarono perciò negli Stati Uniti per<br />

prendere il brevetto di pilota. Inoltre, la setta acquistò un elicottero da trasporto russo e due droni, ma non riuscì<br />

a mantenerli operativi (v. Kaplan, op. cit.)<br />

127 Del resto, dopo il primo attacco missilistico iracheno contro Israele durante la Guerra del Golfo del 1991,<br />

quasi il 40% dei civili israeliani che si trovavano nelle immediate vicinanze del cratere manifestavano difficoltà<br />

respiratorie, tremori, ansia, sudori, instabilità caratteriale (v. A. Carmeli, N. Liberman, L. Mevorach, “Anxietyrelated<br />

somatic reactions during missile attacks”, Israeli Journal of Medical Sciences, No. 27, 1991, pp. 677–<br />

680).<br />

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