La minaccia NBCR - Istituto Affari Internazionali
La minaccia NBCR - Istituto Affari Internazionali
La minaccia NBCR - Istituto Affari Internazionali
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
orientamento per gli uffici medici privati e pubblici; 4) organizzare il rifornimento di<br />
attrezzature e scorte sanitarie specifiche; 5) controllare giornalmente l’andamento interno e<br />
internazionale dell’epidemia; 6) informare le amministrazioni pubbliche e la cittadinanza.<br />
Per capire la scala dell’emergenza affrontata va tenuto conto che, al 15 giugno 2003, erano<br />
state ricevute migliaia di segnalazioni di possibili casi di SARS. Di queste segnalazioni, dopo<br />
una prima valutazione, 300 erano state ritenute degne di approfondimento. Un’ulteriore<br />
scrematura, portò ad accertare 34 casi di “sospetta SARS” e 9 di “probabile SARS” che<br />
furono trattati da squadre addestrate di epidemiologi. Le 43 persone ritenute a rischio SARS<br />
risultarono aver avuto rapporti con oltre un migliaio di soggetti che furono posti sotto<br />
sorveglianza in quarantena presso le proprie abitazioni. <strong>La</strong> quarantena durava 10 giorni<br />
dall’ultimo contatto avuto con la persona a rischio e per chi la violava erano previsti 6 mesi<br />
di carcere o una multa di 10.000 Baht (circa 220 dollari).<br />
Furono sottoposti a controllo anche oltre 300.000 passeggeri delle linee aeree provenienti dai<br />
paesi a rischio (Cina, Vietnam, Singapore, etc.) e fra questi furono trovati un caso probabile e<br />
due sospetti SARS.<br />
Tutti gli ospedali tailandesi vennero abilitati a ricevere malati di SARS.<br />
Il Ministero della Sanità Pubblica fu però incapace di far fronte alla massiccia richiesta di<br />
maschere protettive di alta qualità e, perciò, fu costretto a emettere una circolare per indicare<br />
le priorità di uso solo per il personale a diretto contatto con i colpiti da SARS.<br />
Al termine dell’emergenza risultò che la maggior parte dei casi fu accertata e gestita da<br />
ospedali privati e che buona parte dei casi rimanenti furono trattati da strutture sanitarie del<br />
Ministero della Difesa e del Ministero dell’Interno 107 .<br />
Comunque, lo sforzo dell’apparato sanitario tailandese fu eccezionale e assorbì in maniera<br />
quasi integrale le risorse umane e finanziarie disponibili: uno sforzo certo sostenibile solo per<br />
un periodo di tempo breve.<br />
<strong>La</strong> Tailandia ricercò anche appoggio e sostegno in campo internazionale e si avvalse in pieno<br />
dell’opera dei rappresentanti dell’OMS e di quella degli epidemiologi del centro statunitense<br />
per il controllo e la prevenzione delle malattie.<br />
107 Avere un apparato sanitario composto da strutture sia pubbliche che private comporta, in vista<br />
dell’emergenza, la necessità di organizzare un piano comune della gestione delle scorte di medicinali. Lo<br />
dimostra l’esempio negativo di Pechino che con le sue cliniche gestite in parte dal Ministero della Sanità, in<br />
parte dai militari e il resto dalla municipalità pubblica incontrò diversi problemi e inefficienze nell’assistere<br />
oltre 5.000 ammalati di SARS (v. “SARS lesson: How to address crises”, China Daily, January 20, 2004,<br />
http://www.chinadaily.com.cn/en/doc/2004-01/20/content_300458.htm<br />
- 46 -