La minaccia NBCR - Istituto Affari Internazionali
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2.1.1 - <strong>La</strong> risposta alla SARS<br />
In generale, la SARS è stata battuta applicando stringenti misure di controllo alle frontiere,<br />
migliaia di provvedimenti d’isolamento e quarantena, vaste campagne informative 70 e,<br />
soprattutto, grazie alla dedizione e al sacrificio del personale sanitario 71 .<br />
Questo ultimo in particolare è stato messo a dura prova ovunque: tanto è vero che, di tutti gli<br />
infettati, il 21% lavorava nel campo della sanità. Basti pensare al caso della provincia<br />
canadese dell’Ontario, dove il 72% delle persone contagiate dalla SARS contrassero il virus<br />
in una struttura sanitaria (il 45% era rappresentato da medici e infermieri e il restante da<br />
pazienti e visitatori).<br />
L’ondata di vittime tra gli operatori sanitari comportò severe ripercussioni tra i lavoratori del<br />
settore, quali assenteismo, sfiducia nelle istituzioni ritenute incapaci di proteggere i propri<br />
dipendenti, etc. Inoltre, un’ampia parte del personale sanitario dovette essere sottoposto a<br />
misure di quarantena, aggravando perciò le condizioni lavorative dei “superstiti” e<br />
peggiorando il servizio prestato alla cittadinanza (tre ospedali di Toronto furono costretti a<br />
sospendere temporaneamente il ricovero dei malati) 72 .<br />
Il caso del Canada è emblematico perché mostra i problemi di un apparato sanitario avanzato<br />
che si fece cogliere impreparato di fronte all’insorgere di un’emergenza totalmente<br />
inaspettata. Ad illustrare le problematiche e le lessons learned canadesi vi è un monumentale<br />
rapporto (oltre 1.200 pagine) dell’apposita commissione d’inchiesta. Le mancanze emerse<br />
riguardano praticamente tutte le branche della Sanità canadese: scarso coordinamento a ogni<br />
livello; poca trasparenza; mancanza di esperienza; insufficienti capacità scientifiche; penuria<br />
di dati; duplicazioni di capacità (quindi, spreco di risorse); mancanza di competenze<br />
epidemiologiche a livello provinciale; sistema informativo inadeguato a far fronte alle<br />
richieste (peraltro eccessive); confusione legislativa; disfunzioni nelle comunicazioni; errori<br />
nel rapporto tra dirigenza sanitaria e personale operativo e così via 73 .<br />
70 A Singapore si creò addirittura un canale televisivo interamente dedicato all’emergenza SARS con l’obiettivo<br />
di rendere l’informazione relativa accessibile a tutti. Tale canale monotematico non fu un successo: gli ascolti<br />
furono bassi. Per il futuro, appare dunque più conveniente concentrare gli sforzi comunicativi sui canali<br />
televisivi esistenti invece che crearne di nuovi, dalle incerte prospettive (Menon Ku, “SARS Revisited:<br />
Managing With ”, Annals Academy of Medicine, Vol. 35, No. 5, 2006, pp.<br />
361-367).<br />
71 David M. Bell and World Health Organization Working Group on Prevention of International and<br />
Community Transmission of SARS, “Public Health Interventions and SARS Spread, 2003”, Emerging<br />
Infectious Disease, Vol. 10, No. 11, 2004, pp. 1900-1906.<br />
72 Brian Schwartz, “Lessons Learned from SARS: The Hospital Perspective”, presentazione alla conferenza<br />
“Catastrophic Care for the Nation”, Nashville (TN), March 17-21, 2007.<br />
73 The SARS Commission, op. cit.<br />
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