La minaccia NBCR - Istituto Affari Internazionali

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10.06.2013 Views

infectious agent and origin, no known treatment and no known vaccine. SARS taught us that we must be ready for the unseen.(…)” 68 . La SARS è causata da un coronavirus, così chiamato per la sua forma, che attacca il sistema respiratorio. Il contagio tra esseri umani avviene nella maggior parte dei casi per contatto diretto o indiretto di occhi, naso o bocca con secrezioni provenienti dall’apparato respiratorio di un contagiato. Di frequente, tali secrezioni sono immesse nell’ambiente esterno tramite colpi di tosse o starnuti. Quantità virali potenzialmente infettive sono presenti anche nelle urine, nelle feci, nel sangue e nel vomito dei malati di SARS. Il periodo d’incubazione è di norma 4-7 giorni, anche se talvolta sono stati accertati casi più lunghi, fino a 10 giorni. Lo sviluppo della malattia è particolarmente insidioso perché i sintomi iniziali sono quelli di una normale polmonite: è solo dalla seconda settimana di malattia che il virus raggiunge il suo picco espansivo e si possono individuare gli anticorpi che caratterizzano la risposta dell’organismo umano colpito. Comunque, a vantaggio dell’azione di contrasto, va sottolineato che la SARS solo raramente è contagiosa nelle fasi iniziali del contagio, ma lo diviene, appunto, solo dalla seconda settimana. È chiara quindi l’importanza di rilevare i sintomi in maniera precoce e di porre in quarantena o isolamento i soggetti ammalati o a rischio contagio. Ancora non si conoscono alla perfezione le dinamiche e i meccanismi del virus della SARS, tanto è vero che non vi è né vaccino, né medicina antivirale specifica: si è considerati guariti dopo 10 giorni dalla cessazione dello stato febbrile e una radiografia toracica che non riveli alterazioni 69 . La gestione aggressiva dell’emergenza fece sì che nel luglio 2003 la SARS smise di provocare vittime: in totale, il numero globale degli infettati fu di 8.098 e quello dei morti 774: 68 The SARS Commission, “Spring of Fear”, Final Report, Ministry of Health and Long-Term Care, Toronto, 2006, p.14. 69 International Labour Office, “SARS. Practical and administrative responses to an infectious disease in the workplace”, working paper, InFocus Programme on Safety and Health at Work and the Environment (SafeWork) - Geneva and ILO Sub-regional Office for East Asia - Bangkok, 2004. - 29 -

Casi probabili di SARS nel mondo rilevati nel periodo 1 novembre 2002 - 31 luglio 2003: Paesi Australia 6 Canada 251 Numero casi totale Età media (range) 15 (1-45) 49 (1-98) - 30 - Numero morti 0 0 43 17 % di casi mortali Cina 5327 n.d. 349 7 n.d. Cina, Hong Kong Special Administrative Region Cina, Macao Special Administrative Region Federazione Russa 1 Filippine 14 Francia 7 Germania 9 India 3 Indonesia 2 Italia 4 Kuwait 1 Malesia 5 Mongolia 9 1755 1 40 (0-100) 28 (n.d.) 25 (n.d.) 41 (29-73) 49 (26-56) 44 (4-73) 25 (25-30) 56 (47-65) 30,5 (25-54) 50 (n.d.) 30 (26-84) 32 (17-63) Numero di casi importati (%) 6 (100) 5 (2) 299 17 n.d. 0 0 1 (100) 0 0 n.d. 2 14 1 14 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 2 40 0 0 7 (50) 7 (100) 9 (100) 3 (100) 2 (100) 4 (100) 1 (100) 5 (100) 8 (89)

infectious agent and origin, no known treatment and no known vaccine. SARS taught us that<br />

we must be ready for the unseen.(…)” 68 .<br />

<strong>La</strong> SARS è causata da un coronavirus, così chiamato per la sua forma, che attacca il sistema<br />

respiratorio. Il contagio tra esseri umani avviene nella maggior parte dei casi per contatto<br />

diretto o indiretto di occhi, naso o bocca con secrezioni provenienti dall’apparato respiratorio<br />

di un contagiato. Di frequente, tali secrezioni sono immesse nell’ambiente esterno tramite<br />

colpi di tosse o starnuti. Quantità virali potenzialmente infettive sono presenti anche nelle<br />

urine, nelle feci, nel sangue e nel vomito dei malati di SARS. Il periodo d’incubazione è di<br />

norma 4-7 giorni, anche se talvolta sono stati accertati casi più lunghi, fino a 10 giorni. Lo<br />

sviluppo della malattia è particolarmente insidioso perché i sintomi iniziali sono quelli di una<br />

normale polmonite: è solo dalla seconda settimana di malattia che il virus raggiunge il suo<br />

picco espansivo e si possono individuare gli anticorpi che caratterizzano la risposta<br />

dell’organismo umano colpito. Comunque, a vantaggio dell’azione di contrasto, va<br />

sottolineato che la SARS solo raramente è contagiosa nelle fasi iniziali del contagio, ma lo<br />

diviene, appunto, solo dalla seconda settimana. È chiara quindi l’importanza di rilevare i<br />

sintomi in maniera precoce e di porre in quarantena o isolamento i soggetti ammalati o a<br />

rischio contagio.<br />

Ancora non si conoscono alla perfezione le dinamiche e i meccanismi del virus della SARS,<br />

tanto è vero che non vi è né vaccino, né medicina antivirale specifica: si è considerati guariti<br />

dopo 10 giorni dalla cessazione dello stato febbrile e una radiografia toracica che non riveli<br />

alterazioni 69 .<br />

<strong>La</strong> gestione aggressiva dell’emergenza fece sì che nel luglio 2003 la SARS smise di<br />

provocare vittime: in totale, il numero globale degli infettati fu di 8.098 e quello dei morti<br />

774:<br />

68<br />

The SARS Commission, “Spring of Fear”, Final Report, Ministry of Health and Long-Term Care, Toronto,<br />

2006, p.14.<br />

69<br />

International <strong>La</strong>bour Office, “SARS. Practical and administrative responses to an infectious disease in the<br />

workplace”, working paper, InFocus Programme on Safety and Health at Work and the Environment<br />

(SafeWork) - Geneva and ILO Sub-regional Office for East Asia - Bangkok, 2004.<br />

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