La minaccia NBCR - Istituto Affari Internazionali
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In un’ottica di contrasto al terrorismo, il militare deve trovare un ruolo di supporto sia come azione esterna con positive ricadute interne (ad esempio missioni di contrasto al terrorismo), sia come azione interna indipendente (ad esempio operazioni di pattugliamento e di protezione dei siti) o di supporto ad azioni di soccorso (ad esempio trasporto strategico 65 , o di bonifica in caso di eventi NBCR, ma anche in generale di pianificazione e C4) 66 , e di formazione (ed in tal caso il problema di una expertise concentrata solo a Rieti potrebbe essere in parte risolto ottimizzando le modalità di utilizzo delle cattedre itineranti già esistenti, con un’utenza estesa oltre le attuali Amministrazioni interessate, ed eventualmente con insegnamenti di base anche alle comunità sul territorio), ma soprattutto e al contempo, deve completarsi con gli strumenti civili. Se, come detto, intendiamo le coppie sicurezza civile/interna e militare/esterna, è chiara la necessità di individuare mezzi e procedure che tendano a colmare la distanza tra questi due poli, anche alla luce del fatto che pagare una risorsa e non utilizzarla non è sostenibile, inutili duplicazioni per la sicurezza NBCR dovrebbero essere evitate. Le soluzioni ricalcano la questione sempre aperta dell’attuazione del coordinamento civile/militare per un maggior coordinamento istituzionale parallelamente a cambiamenti delle dottrine e delle direttive didattiche, per una gestione della sicurezza nuova e più strutturata e continua nel tempo. “NATO's response to terrorism”, NATO Review, Autumn 2005, http://www.nato.int/docu/review/2005/issue3/english/art1.htm1, sulla cui attuazione da ultimo si veda NATO, Protecting civilian populations against CBRN attacks, 18-20 Oct. 2006, http://www.nato.int/docu/update/2006/10-october/e1018c.htm 65 In particolare ci si riferisce al ruolo dell’Aeronautica Militare. 66 La necessità di questo tipo di utilizzo è proprio una delle lezioni apprese dall’esperienza dell’uragano Katrina: “(…) One of the lessons of hurricane Katrina’s aftermath in the US (a country with a strong taboo against activating the military in domestic contingencies) is a growing recognition of the irreplaceable role of the armed forces in assuming key tasks when local and civilian authorities are simply overwhelmed – whether by the sheer size of a catastrophic event, the logistical challenges, or the need to employ force to re-establish civilian authority.(…); Stephen Pullinger (ed.), “Developing EU civil military co-ordination: the role of the new civilian military cell”, authors: G. Quille, G. Gasparini, R. Menotti, N. Pirozzi, Joint report by International Security Information Service (ISIS) Europe and Military Centre for Strategic Studies (CeMiSS), Italian Ministry of Defence, Brussels, June 2006, Bruxelles, p.27, http://www.isiseurope.org/ftp/Download/ISIS%20CeMiSS%20REPORT%20-%20EU%20CMCO.pdf - 27 -
CAPITOLO 2 ALCUNE ESPERIENZE INTERNAZIONALI MILITARI E CIVILI In questo capitolo si tratteranno dalla prospettiva di nostro interesse le emergenze provocate dalla diffusione della SARS nel 2003 (con particolare attenzione alla struttura organizzativa per l’emergenza tailandese con altri paragoni a carattere regionale), dagli atti di terrorismo chimico e biologico della setta giapponese Aum Shinrikyo nel 1995 e, infine, dai casi di contaminazione radiologica accidentale di Goiânia in Brasile nel 1985 e da quello su scala più ridotta, ma intenzionale, accaduto a Londra nel 2006. Per tutti i casi, dopo una descrizione dell’evento, si analizzerà la risposta delle autorità, con particolare attenzione all’intervento militare in sostegno delle popolazioni e delle istituzioni civili. Infine, nell’ultimo paragrafo si cercherà di sintetizzare e generalizzare le principali lezioni apprese. 2.1 L’emergenza SARS Nel novembre del 2002, nella provincia cinese del Guangdong, a 305 persone fu diagnosticata una “polmonite atipica” 67 . Le autorità sanitarie centrali cinesi furono informate dell’epidemia solo il 21 gennaio 2003 e ne informarono ufficialmente a loro volta l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) soltanto l’11 febbraio successivo. Il 12 marzo 2003 l’OMS emise un comunicato di allerta globale per la diffusione di un’entità clinica provocata da un virus allora ancora sconosciuto: la Sindrome Acuta Respiratoria Grave (Severe Acute Respiratory Syndrome, SARS). Nessun paese o sistema sanitario aveva previsto un’epidemia come la SARS: “(…) No one foresaw the sudden emergence of an invisible unknown disease with no diagnostic test, no diagnostic criteria, uncertain symptoms, an unknown clinical course, an unknown incubation period, an unknown duration of infectivity, an unknown virulence of infectivity, an unknown method of transmission, an unknown attack rate, an unknown death rate, an unknown 67 Comunicazioni e rapporti informali indicavano una diffusione della SARS ben più grave sin dall’inizio: infatti, fin dalle prime battute dell’epidemia, si stimava un numero di ammalati di 1.000-1.500. - 28 -
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“NATO's response to terrorism”, NATO Review, Autumn 2005,<br />
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65 In particolare ci si riferisce al ruolo dell’Aeronautica Militare.<br />
66 <strong>La</strong> necessità di questo tipo di utilizzo è proprio una delle lezioni apprese dall’esperienza dell’uragano Katrina:<br />
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authority.(…); Stephen Pullinger (ed.), “Developing EU civil military co-ordination: the role of the new civilian<br />
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Information Service (ISIS) Europe and Military Centre for Strategic Studies (CeMiSS), Italian Ministry of<br />
Defence, Brussels, June 2006, Bruxelles, p.27, http://www.isiseurope.org/ftp/Download/ISIS%20CeMiSS%20REPORT%20-%20EU%20CMCO.pdf<br />
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