La minaccia NBCR - Istituto Affari Internazionali

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10.06.2013 Views

alcuni punti fondamentali per la loro gestione. In primo luogo, è probabile che l’attacco terroristico si verifichi in zone in cui il livello di allerta è basso, zone in cui non è previsto un piano di controllo. Se l’attacco si verifica in luoghi affollati, tipicamente in aree urbane, il numero di soggetti coinvolti può essere elevato e la migrazione di persone avverrebbe tipicamente verso aree rurali dove il livello di allerta e il livello di preparazione delle autorità sanitarie e di forza pubblica è ancora inferiore rispetto alle aree cittadine. Inoltre, i modelli di dispersione di materiale radioattivo in aree non urbane, comunemente studiati per fronteggiare le emergenze in impianti nucleari di potenza, non sono applicabili in questi casi.(…)” 50 . Anche la questione dei mezzi di diffusione depone per una imprevedibilità delle modalità dell’evento: “(…) A new aspect of the changing proliferation threat involves the means of delivery, which are no longer limited to traditional methods, such as bombers and sophisticated ballistic missiles. Rather, highly destructive devices can be transported on small trucks (i.e. suitcase devices), in cargo containers, or even in a lunch box. It is not necessary to possess a large number of battlefield-ready weapons in order to create mass terror. Especially with a chemical or biological device, a crude dispersal system may be enough to kill thousands and cripple a major metropolitan area.(…)” 51 . Pensiamo infine alla debolezza dei controlli alle frontiere. Le opzioni maggiormente fattibili che i terroristi hanno per far entrare armi NBCR in un paese sono due: la fabbricazione dell’arma direttamente sul territorio nazionale o l’introduzione della stessa eludendo i controlli alle frontiere. Nel secondo caso, in particolare, una delle possibilità più allarmanti è quella della via navale, con l’arma contenuta in container che riesca ad entrare sul territorio dello stato, una eventualità cui l’Italia è particolarmente esposta. Questa ipotesi è considerata attraente visto che i controlli sui container vengono fatti di solito a campione e, come il caso della droga dimostra, molti vengono sdoganati senza il dovuto controllo per mancanza degli strumenti necessari e di risorse umane. Altre vie sono naturalmente quella aerea (considerare l’elemento di novità degli UAV, aerei a pilotaggio remoto) o terrestre, con diversi gradi di fattibilità. 50 Francesca Mammi, Elena Savoia, Lamberto Manzoli, “Un attacco terroristico con impiego di agenti radioattivi: raccomandazioni generali per il personale sanitario”, Difesa sociale - vol. LXXXIII, n. 4 (2004), pp. 127-134, http://portale.iims.it/flex/AppData/Redational/Ejournal/Articoli/Files/D.ae95c3c6b6d6e03c0088/attacco_terrori sico_con_agenti_radioattivi.pdf 51 John F. Sopko, “The Changing Proliferation Threat”, Foreign Policy, No. 105. (Winter, 1996-1997), pp. 3-20. - 21 -

Di fatto, diversi eventi hanno confermato la vulnerabilità delle frontiere degli Stati, qualsiasi sia la sorveglianza attivata e la complessità delle risorse impiegate. Questa realistica selezione a favore della gestione dell’evento verificato, concausata in alcune realtà amministrative ed operative italiane anche da restrizioni di bilancio, ci porta alla questione dell’individuazione delle vulnerabilità e dei beni primari da salvaguardare, anche oltre l’immediato danno della perdita di vite umane. Nel seguente paragrafo una breve introduzione al concetto di “sicurezza funzionale”. 1.3 Individuazione dei beni da salvaguardare, fattori di risposta 1.3.1 - Sicurezza funzionale, infrastrutture critiche e settore privato Il nucleo di ridefinizione dei valori da salvaguardare che vogliamo indicare come valido anche per le minacce NBCR è ben rappresentato dal concetto di sicurezza funzionale che, ponendo al centro il fattore umano, è primariamente volto ad assicurare la continuità efficace ed efficiente delle funzioni vitali delle società moderne a fronte di eventi che ne possano causare interruzioni 52 . Dal momento poi che ciò che si deve salvaguardare sono le funzioni vitali, particolare attenzione è prestata alle infrastrutture critiche che le veicolano, intese, solo per fornire alcuni esempi, nel senso fisico, come le reti dei trasporti, di distribuzione energetica e delle acque, economico, come il sistema bancario e finanziario o virtuale come il cyberspace e le telecomunicazioni. La centralità delle infrastrutture è considerata anche a livello UE: il quadro di riferimento è il Programma europeo per la protezione delle infrastrutture critiche (European Programme for Critical Infrastructure Protection, EPCIP) 53 . 52 Per approfondimenti si veda Federica Di Camillo, “Una nuova sicurezza per l'Unione europea: integrazione e coordinamento istituzionale”, Torino, Centro Studi sul Federalismo, 2007, (CSF papers), http://www.csfederalismo.it/Papers/PP_Dicamillo.pdf 53 Che comprende: “(…) Measures designed to facilitate the implementation of EPCIP including an EPCIP Action Plan, the Critical Infrastructure Warning Information Network (CIWIN), the use of Critical Infrastructure Protection (CIP) expert groups at EU level, CIP information sharing processes and the identification and analysis of interdependencies; Support for Member States concerning National Critical Infrastructures (NCI) which could optionally be used by the Member States; Contingency planning; An external dimension; Accompanying financial measures and in particular the proposed EU programme on "Prevention, Preparedness and Consequence Management of Terrorism and other Security Related Risks" for the period 2007-2013, which will provide funding opportunities for CIP related measures having a potential for EU transferability.(…)”, The European Programme for Critical Infrastructure Protection (EPCIP), MEMO/06/477, 12 December 2006, - 22 -

Di fatto, diversi eventi hanno confermato la vulnerabilità delle frontiere degli Stati, qualsiasi<br />

sia la sorveglianza attivata e la complessità delle risorse impiegate.<br />

Questa realistica selezione a favore della gestione dell’evento verificato, concausata in alcune<br />

realtà amministrative ed operative italiane anche da restrizioni di bilancio, ci porta alla<br />

questione dell’individuazione delle vulnerabilità e dei beni primari da salvaguardare, anche<br />

oltre l’immediato danno della perdita di vite umane.<br />

Nel seguente paragrafo una breve introduzione al concetto di “sicurezza funzionale”.<br />

1.3 Individuazione dei beni da salvaguardare, fattori di risposta<br />

1.3.1 - Sicurezza funzionale, infrastrutture critiche e settore privato<br />

Il nucleo di ridefinizione dei valori da salvaguardare che vogliamo indicare come valido<br />

anche per le minacce <strong>NBCR</strong> è ben rappresentato dal concetto di sicurezza funzionale che,<br />

ponendo al centro il fattore umano, è primariamente volto ad assicurare la continuità efficace<br />

ed efficiente delle funzioni vitali delle società moderne a fronte di eventi che ne possano<br />

causare interruzioni 52 .<br />

Dal momento poi che ciò che si deve salvaguardare sono le funzioni vitali, particolare<br />

attenzione è prestata alle infrastrutture critiche che le veicolano, intese, solo per fornire<br />

alcuni esempi, nel senso fisico, come le reti dei trasporti, di distribuzione energetica e delle<br />

acque, economico, come il sistema bancario e finanziario o virtuale come il cyberspace e le<br />

telecomunicazioni.<br />

<strong>La</strong> centralità delle infrastrutture è considerata anche a livello UE: il quadro di riferimento è il<br />

Programma europeo per la protezione delle infrastrutture critiche (European Programme for<br />

Critical Infrastructure Protection, EPCIP) 53 .<br />

52 Per approfondimenti si veda Federica Di Camillo, “Una nuova sicurezza per l'Unione europea: integrazione e<br />

coordinamento istituzionale”, Torino, Centro Studi sul Federalismo, 2007, (CSF papers),<br />

http://www.csfederalismo.it/Papers/PP_Dicamillo.pdf<br />

53 Che comprende: “(…) Measures designed to facilitate the implementation of EPCIP including an EPCIP<br />

Action Plan, the Critical Infrastructure Warning Information Network (CIWIN), the use of Critical<br />

Infrastructure Protection (CIP) expert groups at EU level, CIP information sharing processes and the<br />

identification and analysis of interdependencies; Support for Member States concerning National Critical<br />

Infrastructures (NCI) which could optionally be used by the Member States; Contingency planning; An external<br />

dimension; Accompanying financial measures and in particular the proposed EU programme on "Prevention,<br />

Preparedness and Consequence Management of Terrorism and other Security Related Risks" for the period<br />

2007-2013, which will provide funding opportunities for CIP related measures having a potential for EU<br />

transferability.(…)”, The European Programme for Critical Infrastructure Protection (EPCIP), MEMO/06/477,<br />

12 December 2006,<br />

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