foto Mauro Topini - Campo de'fiori
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Un giorno in Tribunale Gabriele D’Annunzio<br />
fu invitato a declinare le proprie generalità,<br />
ma quando gli fu richiesta la data di<br />
nascita, rispose:<br />
“…alle signore ed ai poeti non si chiedono<br />
mai gli anni…”.<br />
Trilussa, che per i suoi comportamenti non<br />
si poteva di certo paragonare a<br />
D’Annunzio, per taluni aspetti era infatti la<br />
semplicità personificata, aveva però alcune<br />
sue debolezze come quella di non<br />
riuscire a soffrire chi ostentava una cravatta<br />
o un fazzoletto più belli dei suoi e, per<br />
quanto attiene l’età, ebbene, anch’egli<br />
rifuggiva dal confessare la sua.<br />
Carlo Alberto Salustri nasce a Roma il 26<br />
ottobre 1871, anche se dichiarava di esser<br />
nato nel 1873; il padre Vincenzo, di professione<br />
cameriere, è nativo di Albano; la<br />
madre Carlotta Poldi, di Bologna, esercita<br />
il mestiere di sarta. Il Poeta è quindi di origini<br />
modestissime, ma suo padrino di battesimo,<br />
assieme a tale Pietro Ambrosoni,<br />
cameriere, ed allo zio paterno, Pasquale<br />
Salustri, cuoco, c’è anche un patrizio<br />
romano, tale Marchese Ermenegildo De’<br />
Cinque Quintili, che nel 1874, morto il<br />
padre Vincenzo, accoglie Carlotta Poldi e<br />
il bambino di pochi anni nel proprio palazzo.<br />
Carlo Alberto cresce nel Palazzo De’<br />
Cinque in Via della Colonna Antonina, strada<br />
che sbocca in Piazza Montecitorio, con<br />
ingresso secondario da Piazza di Pietra ed<br />
è dal quinto piano di quel palazzo che fin<br />
da piccolo ha la possibilità di rimirare alcuni<br />
degli splendidi avanzi di Roma antica ed<br />
è proprio in quel luogo che, con ogni probabilità,<br />
il giovanissimo Trilussa compone<br />
uno dei suoi primi sonetti:<br />
“…a immaginasse Roma anticamente / pè<br />
quanto faccia un omo se confonde / ched’era<br />
Roma? Un bosco de colonne / una<br />
città de marmo arrilucente…”<br />
In quello stesso palazzo Carlotta continua<br />
ad esercitare il mestiere di sarta, anche<br />
perché tutto il peso della famiglia grava<br />
sulle sue spalle; Carlo Alberto studia presso<br />
i Fratelli delle Scuole Cristiane, ma di<br />
certo non brilla negli studi e, lungi dall’essere<br />
un intellettuale, fonte della sua ispirazione<br />
sono le strade di Roma piuttosto che<br />
i libri.<br />
Scrivendo di Giuseppe Gioachino Belli,<br />
accennavo che, per parlare di Roma, non<br />
si può di certo prescindere dalla sua poesia,<br />
egli è un porto al quale bisogna necessariamente<br />
attraccare.<br />
Ebbene, non si può prescindere neanche<br />
<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
Roma che se n’è andata: luoghi<br />
Trilussa, un poeta chansonnier<br />
dalla poesia di Trilussa con la differenza<br />
che circa ottanta anni prima il Belli era<br />
stato ispirato dal netto contrasto fra le<br />
classi sociali più agiate e quelle più basse,<br />
nonchè dalla lotta per l’essenziale che<br />
queste ultime dovevano sostenere quotidianamente.<br />
La Roma di fine secolo, viceversa, aveva<br />
una ben diversa struttura sociale; la piccola<br />
borghesia era cresciuta fino a diventare<br />
la classe più rappresentata, conseguentemente,<br />
le poesie di Trilussa sono popolate<br />
dai tipici personaggi di un mondo piccolo<br />
borghese, egli trae ispirazione dalla casalinga,<br />
dalla servetta, dal commesso di<br />
negozio o, anche da: “la folla”<br />
Non soffià più, risparmia la fatica, / disse<br />
una canna al vento, / tanto lo sai che nun<br />
me spezzi mica… / io, disse il vento, sfido<br />
/ l’alberi secolari e li sconquasso: / ma de<br />
te me ne rido! Me contento / che te pieghi<br />
e t’inchini quanno passo.<br />
Altra caratteristica di Trilussa è quella di<br />
aver inserito nelle sue poesie gli animali<br />
rendendoli protagonisti, così leoni, scimmie,<br />
gatti, somari, maiali e altri ancora,<br />
danno continuamente vita a divertenti<br />
situazioni mettendo in ridicolo i molti vizi e<br />
i moltissimi difetti dell’uomo.<br />
Dopo la pubblicazione dei sonetti del Belli,<br />
verso la fine del XIX secolo, diversi poeti<br />
romani cominciarono a scrivere in dialetto<br />
ed a questa moda non poteva di certo<br />
sfuggire Carlo Alberto Salustri che, assunto<br />
lo pseudonimo di Trilussa, il 30 ottobre<br />
1887, su uno dei primi numeri di<br />
Rugantino, un giornaletto in vernacolo<br />
fondato e diretto dal poeta folkrorista<br />
Giggi Zanazzo, gli viene pubblicato il primo<br />
sonetto che ottenne subito il consenso dei<br />
lettori.<br />
Ha inizio così la sua collaborazione con<br />
diversi giornali romani come il<br />
Messaggero, il Don Chisciotte, il Capitan<br />
Fracassa, il Travaso delle idee; chi scrive<br />
ricorda perfettamente alcuni numeri di<br />
quest’ultimo il cui titolo completo era:<br />
“Travaso delle idee - organo ufficiale delle<br />
persone intelligenti.”<br />
La sua fama cresce e, tra gli anni 1920 -<br />
1930, raggiunge il culmine, tuttavia non<br />
frequentò mai i Circoli letterari ai quali continuava<br />
a preferire le Osterie; ciò malgrado,<br />
con decreto dell’1 dicembre 1950,<br />
comunicatogli con una calda lettera del<br />
Presidente Luigi Einaudi, viene nominato<br />
Senatore a vita per alti meriti in campo letterario<br />
ed artistico; nell’apprendere la notizia<br />
il Poeta ironicamente disse alla vecchia<br />
governante:“…siamo ricchi…”, ben sapendo<br />
che quel titolo altro non era che una<br />
carica onorifica.<br />
Tre settimane dopo, il 21 dicembre, muore<br />
in quella casa ubicata nella Roma della sua<br />
infanzia, in Via Maria Adelaide, dove si è<br />
stabilito subito dopo la perdita della<br />
madre, avendo qui costituito il suo “buen<br />
retiro” e dove, con quello che ricava dai<br />
proventi dei contratti editoriali, conduce la<br />
propria modesta vita da scapolo che tiene<br />
soprattutto alla propria libertà.<br />
Come detto, la struttura sociale cambia<br />
profondamente ai tempi di Trilussa per cui<br />
egli trae continua ispirazione dalle vecchie<br />
atmosfere romane nella consapevolezza<br />
che, un po’ per volta, anche queste lo<br />
avrebbero abbandonato; più direttamente<br />
approda alla poesia dalla cronaca cittadina,<br />
dagli spettacoli, dai teatri, dai caffè<br />
concerto e dalle altre novità e curiosità<br />
quotidiane.<br />
Ancora, l’incontro con la pungente attualità<br />
del giornale è per lui un espediente per<br />
scoprire se stesso che gli rivela la sua<br />
vocazione di Poeta chansonnier e, come<br />
succede ad altri chansonniers, diviene ben<br />
presto il più inventivo e felice favolista del<br />
suo tempo.<br />
La lingua usata è di certo differente da<br />
quella del Belli, molto più limitata nei tratti<br />
dialettali e assai più vicina all’italiano,<br />
cosa del tutto naturale essendo questa la<br />
più parlata in quegli anni per l’innalzamento<br />
culturale medio della popolazione alla<br />
fine del XIX secolo, con il risultato che le