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foto Mauro Topini - Campo de'fiori

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6<br />

Sembra assai<br />

strano dover<br />

constatare piacevolmente<br />

come, pur nel<br />

dinamismo<br />

moderno che<br />

rende la vita<br />

estremamente<br />

convulsa, ci<br />

siano delle per-<br />

di Alfonso Tozzi sone che si dedicano<br />

a collezionare,<br />

e con impegno, le cose più strane e<br />

impensabili riuscendo a realizzare talvolta<br />

raccolte molto interessanti.<br />

Un recente sondaggio sul collezionismo<br />

ha dimostrato infatti che il settanta per<br />

cento di coloro che si recano in visita nei<br />

musei, nelle pinacoteche, alle mostre, conserva<br />

il biglietto, spesso realizzato con<br />

buon gusto grafico, come souvenir e di<br />

questi, buona metà finisce<br />

con l’essere collezionato<br />

e raggiungere, col<br />

tempo, quotazioni di tutto<br />

rispetto, come il biglietto<br />

venduto nel 1881 in occasione<br />

della inaugurazione<br />

del Museo Nazionale di<br />

Atene, che tocca ora i trecento<br />

euro.<br />

Approfondendo “l’indagine”<br />

si è scoperto che tanti<br />

ricercano e conservano<br />

biglietti ferroviari, tranviari,<br />

biglietti di ingresso nei<br />

cinema, teatri, discoteche<br />

e che intorno a questo pulsare di ricerca vi<br />

è tutto un mondo che ruota freneticamente<br />

fra scambi ed acquisti con valutazioni<br />

spesso sorprendenti, come per il biglietto<br />

rilasciato al Louvre nel 1900 per l’esposizione<br />

dei reperti ritrovati durante gli scavi<br />

di Sarzes e quello relativo alla Mostra dei<br />

Bronzi Gotici e Rinascimentali, provenienti<br />

dalla raccolta Timbal, entrambi quotati<br />

intorno ai quattrocento euro, mentre i<br />

biglietti dei Musei Vaticani del 1908 per la<br />

mostra delle Tavole Trecentesche, e quello<br />

per la mostra organizzata dalla Galleria<br />

dell’Accademia di Venezia, raggiungono<br />

ora i duecento euro.<br />

Anche i biglietti di viaggio: treni, tram,<br />

aerei, navi ecc. sono oggetto di raccolta e<br />

molto ricercati. Ma assolutamente introva-<br />

<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />

Cartofilia: un collez<br />

Infiniti biglietti multicolori vivacizzano gli sc<br />

bili, sono i “biglietti” che venivano rilasciati<br />

sulle diligenze che, agli inizi del secolo<br />

scorso, collegavano alcune città italiane,<br />

così come ricercatissimi sono i rari esemplari<br />

che, sembra, sopravvivano nei biglietti<br />

relativi alla più antica linea ferroviaria<br />

italiana: la Napoli-Portici, realizzata per<br />

conto del Regno delle due Sicilie, ed inaugurata<br />

il 4 Ottobre del 1939.<br />

In questo ambito si collocano anche i<br />

biglietti relativi ad altri mezzi di trasporto<br />

pubblico: funicolari, metropolitane, autobus,<br />

navi da crociera e di linea, traghetti e<br />

via dicendo.<br />

Un settore a sé, lo occupa il biglietto di<br />

visita (BI.DI.VI.) salito alla ribalta della<br />

società italiana solo verso il 1730: si tratta,<br />

come è noto, di un piccolo cartoncino<br />

che reca stampato, in caratteri eleganti, il<br />

nome di una persona, i suoi titoli accademici<br />

o nobiliari, nonché la professione e<br />

l’indirizzo.<br />

La moda, importata dalla Francia, si diffuse<br />

nel nostro paese molto rapidamente,<br />

così come l’uso di raccogliere e conservare<br />

i BI.DI.VI. è quasi immediato, istintivo:<br />

il cartoncino si presenta come una piccola<br />

opera d’arte, abbastanza attraente e quindi<br />

“degno” di essere conservato.<br />

In Italia non sono moltissimi i collezionisti<br />

di BI.DI.VI. ma il loro numero è in costante<br />

aumento, mentre il valore commerciale<br />

è affidato esclusivamente alle contrattazioni<br />

fra collezionisti, alle offerte degli antiquari<br />

e all’esito delle aste, dove non è raro<br />

il caso di sentire richiedere o offrire in vendita,<br />

per un particolare BI.DI.VI.<br />

dell’Ottocento, cifre vicine ai mille euro.<br />

Montare una collezione è abbastanza facile,<br />

come è facile procurarsi i primi esem-<br />

plari richiedendoli ad amici, conoscenti,<br />

parenti, frugando fra le scartoffie dei genitori,<br />

dei nonni: in quest’ultimo caso non è<br />

infrequente imbattersi in cartoncini di inizio<br />

secolo di un certo pregio collezionistico.<br />

Fra i collezionisti cartofili si segnalano:<br />

Stefano Benelli di Firenze il quale limita la<br />

sua raccolta al 1945 e solo ai biglietti ferroviari<br />

in Italia e Svizzera; Nino Valentini di<br />

Gambettola (FO), interessato solo ai<br />

biglietti di tram ed autobus; Giuseppe<br />

Montanino di Napoli, che ricerca e conserva<br />

solo i biglietti di ingresso allo stadio<br />

partenopeo per le partite del Napoli e della<br />

Nazionale Italiana; Giacobini Enzo di<br />

Ciliverghe (BS), solo BI.DI.VI; Giorgio<br />

Quinci di Cantavenna (AL), solo discoteche;<br />

Adriano Giglioni di Milano, che si<br />

dedica, in maniera particolare, allo studio<br />

e alla raccolta di biglietti tranviari della<br />

Lombardia, con riferimento specifico alla<br />

città di Milano; e, il più<br />

grande di tutti, Francesco<br />

Ogliari di Malnate (VA),<br />

autore della monumentale<br />

“Storia dei trasporti italiani”<br />

in 35 volumi.<br />

Mi piace chiudere queste<br />

note con un episodio<br />

accadutomi anni or sono:<br />

un collega d’ufficio mi<br />

pregò di ricevere un suo<br />

amico per delle delucidazioni<br />

su alcune pratiche; a<br />

cose fatte, nel salutarmi,<br />

questo signore mi lasciò<br />

sulla scrivania il suo<br />

BI.DI.VI. e andò via.<br />

Lessi.<br />

Il nome era preceduto da “V.D. Dott. Ing.<br />

……”.<br />

Incuriosito da quelle due lettere “V.D.”,<br />

chiesi al collega delucidazioni.<br />

Questi, candidamente, mi spiegò che quelle<br />

due lettere rappresentavano il desiderio,<br />

non realizzato, del suo amico, cioè “VOLE-<br />

VA DIVENTARE Dott. Ing. ……”!!

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