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foto Mauro Topini - Campo de'fiori

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di Sandro Anselmi<br />

I giovani sono tutto il futuro. In essi vi<br />

sono tutte le attese, le aspettative e le speranze<br />

del mondo. Essi sono belli, sono allegri<br />

e la loro vivacità, l’irrequietezza nascono<br />

dalla voglia di conoscere, di abbracciare<br />

totalmente la vita. Fondamentali per lo<br />

sviluppo formativo dei giovani, sono le<br />

famiglie e la scuola che, insieme, tracciano<br />

la strada maestra da percorrere. Quando<br />

penso agli anni della scuola, specialmente<br />

quelli delle elementari e delle medie inferiori,<br />

sento ancora un debito di riconoscenza<br />

nei confronti dei miei insegnanti che, al<br />

di là dello stipendio, spesso inadeguato al<br />

loro impegno, hanno formato, con lodevole<br />

passione, una buona parte del mio<br />

carattere. I riscontri di quanto imparato si<br />

avevano nel rispetto verso gli altri, nella<br />

gratitudine per un gesto, anche inatteso,<br />

nella schiettezza e nella correttezza nei<br />

rapporti. La Chiesa, poi, con la sua dottrina<br />

dogmatica, sopravvaleva su tutto e, con<br />

le temute penitenze, anche su peccati preventivamente<br />

confessati, aiutava a non<br />

fuoriuscire da quella strada maestra.<br />

<strong>Campo</strong> de’ fiori 3<br />

Giovani bulli,<br />

piccole canaglie<br />

Oggi queste fondamentali istituzioni hanno<br />

perso la loro importanza e male assolvono<br />

il loro impegno. Troppi altri interessi, troppa<br />

bagarre le hanno distratte dalla loro<br />

funzione.<br />

Ecco allora aumentare in misura esponenziale<br />

atti di violenza che hanno come protagonisti<br />

giovani e giovanissimi. Violenza<br />

espressa in famiglia, nelle strade e nelle<br />

scuole. Le scuole, che dovrebbero essere il<br />

luogo dove si impara la cultura ed ancor<br />

più l’educazione, sono teatro di innumerevoli,<br />

gravi, episodi di bullismo.<br />

Questo è comunque sempre esistito (basti<br />

pensare ai ragazzi difficili del libro Cuore di<br />

E.De Amicis), ma era a danno dei “secchioni”,<br />

dei preferiti dagli insegnanti. Oggi,<br />

purtroppo, sono presi di mira i più deboli:<br />

le ragazze, gli immigrati e i disabili.<br />

Che squallida scelta!<br />

L’uso poi dei mezzi di comunicazione<br />

(videotelefonino, internet) con i quali pubblicizzare<br />

la bravata e soddisfare il loro<br />

narcisismo, dimostrano il bisogno che<br />

hanno di essere considerati, di richiamare<br />

attenzione. Le loro carenze derivano pertanto<br />

dall’assenza della famiglia che si<br />

preoccupa solo di creare, far crescere e<br />

mantenere dei “principini”, senza però dare<br />

loro attenzione, amore, punti di riferimento.<br />

Il bullo è perciò fondamentalmente un insicuro,<br />

un debole, che proprio per la sua<br />

vigliaccheria non agisce mai da solo, ma si<br />

aggrega ad altri suoi “simili”.<br />

All’interno del gruppetto, che ha, a questo<br />

punto, le caratteristiche di una baby-gang,<br />

emerge la figura di un capo al quale viene<br />

prestata obbedienza assoluta.<br />

La vittima, che è sempre una sola, viene<br />

derisa, beffeggiata, picchiata e minacciata<br />

di cose ancor più gravi, se solo prova a<br />

confidarsi con i genitori o con gli insegnanti.<br />

Nella classe, allora, si crea un clima di<br />

omertà che, conseguentemente, isola il<br />

ragazzo.<br />

A questo punto proprio l’occhio vigile di un<br />

genitore, o di un insegnante più solerte,<br />

dovrà captare segnali di disagio e di soffe-<br />

renza, ed incominciare ad aprire un dialogo<br />

offrendogli la massima comprensione:<br />

non ha nessuna colpa nei fatti, se non<br />

quella di essere troppo educato e, magari,<br />

anche un po’ timido e remissivo.<br />

Bisogna allora esortarlo a non sfuggire il<br />

problema, ma ad affrontarlo in maniera<br />

ferma e decisa, usando, quando è possibile,<br />

l’indifferenza, che è pur sempre l’arma<br />

migliore.

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