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Dossier Speciale - Kazachok

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nienti dalla Cina è indispensabile<br />

sgombrare il campo dai pregiudizi.<br />

Nel Guangdong, per esempio, dove<br />

da oltre trent’anni i produttori di<br />

Hong Kong hanno spostato la<br />

fabbricazione dei loro giocattoli per<br />

avvantaggiarsi del basso costo del<br />

lavoro, si è creato uno specifico<br />

know-how locale; successivamente,<br />

le multinazionali del giocattolo<br />

hanno seguito la stessa procedura<br />

costruendo unità produttive in<br />

proprio o tramite joint-venture. In<br />

questi decenni di delocalizzazione il<br />

management, i controlli di qualità e<br />

la rispondenza ai requisiti di sicurezza<br />

sono rimasti in mano alle<br />

aziende occidentali e, fondamentalmente,<br />

in termini di contenuti qualitativi<br />

la circostanza che le fabbriche<br />

si trovino in Cina invece che in<br />

Europa o negli Stati Uniti non fa<br />

grande differenza.<br />

Garanzie di qualità<br />

Il boom dell’economia cinese ha<br />

portato tuttavia alla nascita di<br />

migliaia di piccole imprese locali<br />

che producono giocattoli tradizionali<br />

semplicemente imitando<br />

quanto già presente sul mercato e<br />

spesso – consapevolmente o per<br />

inesperienza – ignorando le norme<br />

di sicurezza: è di questi articoli<br />

“unbranded” di cui il consumatore<br />

deve giustamente<br />

diffidare.<br />

Il caso eclatante<br />

relativo<br />

a Mattel (ma<br />

questo vale<br />

anche per<br />

molti altri<br />

“recall” meno<br />

pubblicizzati che<br />

sono seguiti negli<br />

anni successivi) si deve<br />

in parte a difetti originari<br />

del design dei prodotti e in<br />

parte a irregolarità dei materiali<br />

ricevuti da sub-fornitori.<br />

Negli ultimi due anni il livello<br />

medio dei giocattoli “made in<br />

China” circolanti nei paesi occidentali<br />

– in termini di rispondenza ai<br />

requisiti di sicurezza – si è notevol-<br />

mente elevato, grazie a più stretti<br />

controlli alla fonte e a norme<br />

rigorose del governo cinese, che<br />

hanno portato alla chiusura di<br />

numerose aziende impossibilitate<br />

a sostenere i costi<br />

derivanti. La nuova<br />

Direttiva Europea sulla<br />

sicurezza dei giocattoli e<br />

la normativa USA approvata<br />

nell’estate del 2008<br />

contribuiscono dal canto<br />

loro a garantire ulteriormente il<br />

consumatore.<br />

Made in Italy, e non solo<br />

L’Italia figura nelle posizioni più alte<br />

in Europa (al primo posto la<br />

Germania) per le esportazioni di<br />

giocattoli tradizionali. Alla Fiera<br />

Internazionale del Giocattolo di<br />

Norimberga, il più importante<br />

appuntamento mondiale per il<br />

settore, il nostro paese risulta regolarmente<br />

al terzo posto per numero<br />

di espositori, dopo Germania e Cina,<br />

e aziende italiane sono sempre<br />

rappresentate agli eventi fieristici di<br />

rilievo internazionale, in Asia, nel<br />

Medio Oriente e in Europa.<br />

Le produzioni italiane sono altamente<br />

diversificate. È interessante<br />

il caso di Rainbow Toys, che «per<br />

seguire in maniera accurata la<br />

distribuzione e assicurare una<br />

presenza capillare e<br />

qualitativamente<br />

elevata in<br />

Europa decide<br />

di seguire la<br />

distribuzione in<br />

maniera insourcing<br />

in Italia»,<br />

spiega Iginio<br />

Straffi, CEO di<br />

Rainbow, «e, a livello<br />

europeo, di affidarla ad<br />

aziende del calibro di Simba<br />

in Germania e Smoby in<br />

Francia».<br />

La piemontese Mondo è una<br />

multinazionale operante in<br />

diversi settori (a livello internazionale<br />

impiega 1.500 persone e<br />

dispone di 11 unità produttive): per<br />

quello del giocattolo, produce<br />

Valuable expertise<br />

Prejudice must be overcome as far as the quality and<br />

reliability of Chinese products are concerned.<br />

Guangdong has been making toys for over 30 years,<br />

acquiring considerable know-how ever since Hong Kong<br />

producers moved in to take advantage of low labour<br />

costs. Since then multinational toy companies have set<br />

up their own factories in the area, either directly or as<br />

joint ventures. But over the last few decades of delocali-<br />

sation management, quality control and safety functions<br />

have all stayed firmly in western hands.<br />

Quality guarantees<br />

However the Chinese economic boom has led to the birth<br />

of thousands of small local businesses making tradi-<br />

tional toys similar to those already on the market, but<br />

often taking rain checks on safety norms. And it is these<br />

unbranded products consumers should be wary of. The<br />

Mattel affair was partly a matter of faulty design and<br />

partly irregularities in materials delivered by suppliers.<br />

Over the last 2 years the average quality of toys made in<br />

China on sale in the west has improved considerably in<br />

terms of safety, thanks to tighter control at source and<br />

strict Chinese government regulations. The new<br />

European directive on toy safety and the USA 2008 meas-<br />

ures have also contributed to consumer protection.<br />

Made in Italy, or not<br />

Italy is one of Europe’s leading exporters of traditional<br />

toys (pride of place goes to Germany). Italian production<br />

is widely diversified. Rainbow Toys has opted to<br />

«distribute its own goods in Italy and through leading<br />

companies, such as Simba in Germany and Smoby in<br />

France, for the rest of Europe, to ensure excellent<br />

market penetration and top quality», explains Iginio<br />

Straffi, CEO of Rainbow S.p.a.<br />

<strong>Kazachok</strong> Licensing Mag’ gennaio - marzo 10 47

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