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LIBRO DI RICORDI DI FRANCESCO, FIGLIUOLO DI GREGORIO ...

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In tre paia di guanti da donna per mandare in Arezzo al Sig. Giulio Giannerini, per<br />

ordine del Sig. Diego Redi, mio fratello, lire 5-10.<br />

Ricordo come questo giorno il Serenissimo Gran Duca, mio Signore, di sua propria<br />

mano mi dette trentacinque doppie, acciocché io ne facessi segretamente delle limosine<br />

a diverse povere persone bisognose, parte qui della città di Firenze e parte della città di<br />

Arezzo, ma segretamente che non si sapesse da alcuno che venissero da lui.<br />

Esegui puntualmente.<br />

Ricordo come il Serenissimo Granduca, mio Signore, per sua benignità mi donò<br />

cinquanta pezzi di piatteria di terra bellissima, venuta di Savona.<br />

A dì primo novembre 1673<br />

Dati a Dioniso, mio servitore, lire otto per suo salario di un mese, lire otto.<br />

A dì 4 9bre 1673<br />

Ricordo come questo giorno suddetto ho pagato, per ordine di Suor Maria Cecilia Redi,<br />

mia sorella, monaca in Santa Caterina di Arezzo, scudi quindici a Suor Maria Suave<br />

Falconelli, monaca in San Giorgio di Firenze, e questo denaro lo devo trovare a entrata<br />

dal Sig. Giovanni Battista Redi, mio fratello.<br />

Scudi 15.<br />

A dì 5 9mbre 1673<br />

Ricordo come la Sig.ra Maria, moglie del già Sig. Braccio Alberti, alla quale io aveva<br />

sullogata la casa del Sig. Giovanni Battista Cini, posta al Canto de’ Soldani, mi ha<br />

mandato scudi trentasette e mezzo per la pigione del semestre maturato per tutto il mese<br />

di ottobre prossimo passato, ed il suddetto danaro io l’ho subito mandato al Sig. Gio.<br />

Battisa Cini, padrone della suddetta casa, il quale me ne ha fatta ricevuta nel quaderno<br />

delle ricevute, e me la ha fatta per ogni resto già che, fra esso Sig. Giovanni Battista e<br />

me, è finita la locazione della detta casa.<br />

A dì 7 9mbre 1673<br />

Ricordo come per Donato, nostro vetturale fuor di Porta S. Lorentino, ho mandato al<br />

Sig. Giovanni Battista Redi pezze quaranta, dico pezze quaranta, che sono scudi<br />

[omissis].<br />

A dì otto 9mbre 1673<br />

Pagati alla bottega del Camerati e Sera, setaiuoli, scudi tre per tre braccia di taffettà<br />

rasato nero, e tre braccia di taffettà rasato di color di rose, che servì per fare due<br />

grembialini alla franzese, con le loro tasche guarnite di giglietto di oro di Venezia ed i<br />

loro astucci di argento, che mandai a donare alla Sig.ra Anna Nardi e alla Sig. Maria<br />

Chiara Gamurrini, mie cognate in Arezzo. Questi grembiuli sono grembiuli da lavoro,<br />

lire 21.<br />

Il giglietto d’oro, gli astucci e i nastri furono donati, siccome la fattura che il tutto<br />

poteva importare, insieme con gli astucci, piastre otto.<br />

A Franceschino stampatore, per avermi tirato alcuni rami, lire 2. E più al detto, lire 3.<br />

In 30 pillole di aloe, per mandare al Sig. Marchese Pier Francesco Vitelli a Città di<br />

Castello, lire 2-10.<br />

Spese minute di tutto il mese di novembre, lire 44-18-4.<br />

Limosine, lire 20.

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